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La storia delle Alpi entra nei musei ticinesi

Le società alpine alla fine degli anni Trenta (foto: www.memoriadellealpi.net) swissinfo.ch

"Terra di frontiere. Ticino 1939-1945". Questo il titolo di una mostra, in tre sedi diverse, dedicata alla storia della Seconda guerra mondiale lungo la frontiera sud.

Le Alpi vengono rivisitate e ripercorse dalla memoria nella loro funzione di luogo di culture e di circolazione delle idee, di frontiera e di rifugio.

Tre mostre in un unico percorso, dunque, che si iscrive nel quadro del Progetto Interreg IIIA “La Memoria delle Alpi”. Si tratta di un ampio lavoro di ricerca – promosso sugli assi Italia-Svizzera e Italia-Francia – che intende studiare la memoria di questo periodo in un’area storica centrale per l’Europa, ossia le Alpi.

L’obiettivo della ricerca è infatti quello di comprendere come i paesi dell’arco Alpino occidentale vissero la Seconda guerra mondiale: la Svizzera, paese neutrale; l’Italia, paese occupante; la Francia, paese occupato.

Il capofila svizzero del Progetto Interreg IIIA “La memoria delle Alpi” è l’ Istituto di storia delle Alpi (ISAlp) che ha affidato alla storica Nelly Valsangiacomo la responsabilità del coordinamento scientifico.

Le vicende di frontiera svelate

L’organizzazione della triplice mostra (cfr. scheda) sul ruolo del Ticino nella Seconda guerra mondiale, vuole contribuire a fare conoscere all’opinione pubblica un capitolo ancora poco sondato. Gli studi complessivi finora compiuti si sono infatti prevalentemente occupati del ruolo della Svizzera e degli svizzeri durante la guerra.

All’incontro con la stampa a Bellinzona, durante il quale è stato anche presentato un catalogo di grande qualità, si è infatti insistito sull’importanza di coinvolgere la popolazione in questo percorso di conoscenza e di riscoperta di importanti pagine di storia.

Il catalogo delle esposizioni (un numero speciale della Rivista “Arte e Storia”) è frutto di due anni di lavoro svolto dai ricercatori ticinesi, in uno scavo – bibliografico e archivistico – che permette ora di proporre al grande pubblico luoghi di memoria e di non-memoria.

“Luoghi mai indagati finora nella loro interezza – spiegano i promotori – come il caso dei campi di internamento sul territorio ticinese, come le relazioni transfrontaliere e la circolazione delle idee. Tema, questo, di grande interesse, in un momento in cui lo studio sull’identità regionale alpina si inserisce nella riflessione sulla costruzione europea”.

La storia si ferma a Curio, Loco e Intragna

La prima delle mostre in programma, inaugurata sabato 2 aprile, è quella di Curio, al Museo del Malcantone. Curata dallo storico Christian Luchessa e dal titolo “La mobilitazione dimenticata”, è dedicata ai campi di internamento nel Ticino e, in particolare, al caso dei campi militari.

“Durante la Seconda guerra mondiale –spiega il giovane ricercatore – nel solo Cantone Ticino sorsero circa 150 campi di diversa natura e grandezza, i quali accolsero migliaia di rifugiati militari e civili, di diversa nazionalità”.

“Queste cifre – continua Luchessa – attestano l’importanza dell’internamento in un territorio che contava allora poco più di 160 mila abitanti. I campi ticinesi aprirono le loro porte nell’estate del 1940. L’esposizione si prefigge di proporre una visione globale del fenomeno”.

Aprirà le porte il 17 aprile, al Museo Onsernonese di Loco, l’esposizione intitolata “Il percorso delle idee” e curata dalla storica Francesca Pozzoli. Seguirà, il 6 maggio, l’inaugurazione della terza mostra. “La guerra nascosta”, curata ancora da Pozzoli, è ospitata al Museo Regionale Centovalli e Pedemonte (Intragna).

Lugano attraverso il prisma della memoria

Questa ricerca sulla Seconda guerra mondiale nelle Alpi curata dall’ISAlp comprende, oltre alle tre esposizioni, la realizzazione di una guida su Lugano durante il conflitto. Sarà dato particolare rilievo a ritrovi storici degli esuli.

Previsti, inoltre, la produzione di CD rom tematici e un dossier sulla guerra nel sito Navigatoria della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana.

“La collaborazione con la Radio Televisione della Svizzera Italiana, partner del Progetto – sottolineano gli organizzatori – ha permesso di affiancare, ai testi scritti, documenti sonori conservati negli archivi radiofonici o presso la Fonoteca Nazionale”.

Nei tre musei, per esempio, sono state allestite una o più postazioni sonore che permettono di approfondire quanto presentato nei pannelli e di ascoltare le voci originali dei protagonisti.

swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona

La frontiera sud si divide in tre mostre: Curio, Loco, Intragna
La prima esposizione è dedicata ai campi di internamento in Ticino
Durante la Seconda guerra mondiale sorsero 150 campi
Il Ticino ospitò inizialmente circa 800 militari francesi e indocinesi

Contemporaneamente alle tre esposizioni ticinesi si apre, sempre nell’ambito del Progetto Interreg, una mostra anche in Vallese, Les réfugiés en Valais 1939-1945, presso il Musée de Bagnes a Le Châble, aperta dal 30 maggio al 30 ottobre 2005.

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