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Le incisioni di Giovanni Fattori in mostra a Lugano

Giovanni Fattori, Bovi al carro (particolare) swissinfo.ch

La proposta autunnale del Museo d'Arte Moderna, fino al 30 novembre

Dopo Egon Schiele, in primavera, è il pittore ottocentesco toscano Giovanni Fattori a diventare protagonista della scena museale luganese.

Dell’artista viene proposta praticamente l’intera opera incisa, una pagina di grande importanza nella storia della grafica tra Otto e Novecento, oltre che nella sua carriera personale.

La mostra rientra nelle iniziative di vasto richiamo allestite annualmente dal Museo d’Arte Moderna (ex Villa Malpensata), con nomi come Munch (1998), Modigliani (1999) e Chagall (2001).

Ciclo sulle produzioni grafiche

Appartiene, in particolare, a quel ciclo di esposizioni dedicate al corpus delle produzioni grafiche dei maestri dell’arte, che ha già avuto due momenti particolarmente significativi nelle rassegne centrate sulle incisioni di Francisco Goya (1996) e James Ensor (1999).

Si tratta di mostre più “tecniche”, rivolte a settori spesso considerati -a torto- minori rispetto alle più note produzioni pittoriche.

Sincerità d’espressione

“Fattori – spiega il curatore della mostra Rudy Chiappini – è stato fra i più rilevanti sostenitori della cosiddetta “sincerità di espressione” ricercata nella seconda metà dell’800, ossia di quell’esigenza di portare al centro dell’espressione artistica il vero, la realtà così com’è, senza le trasfigurazioni imposte a suo tempo dai movimenti neoclassico o romantico”

L’artista, di origini livornesi, fu una delle figure centrali del movimento italiano dei Macchiaioli, ma riuscì a superarne l’originario sperimentalismo e s’impose così con autorità anche a livello europeo, nei dibattiti sulla necessità di promuovere il realismo.

Le sue acqueforti sono ispirate soprattutto a soggetti bucolici, paesaggi maremmani, animali al pascolo, ma ci sono anche scene di vita degli eserciti dell’epoca o ritratti di amici e familiari.

La fatica, il tema unificante

Tema unificante di tutte queste incisioni è la fatica, il senso del peso del lavoro, sia per chi vive in campagna (animali compresi), sia per chi si trova a servire nell’esercito.

Una concezione che rimanda alle parallele esperienze letterarie del verismo e di Giovanni Verga, col suo famoso “ciclo dei vinti”. Fattori trova però un elemento di conforto nella bellezza della natura, ch non può impedire ma almeno medica le ferite degli animi umani.

“Il percorso della mostra -conclude Chiappini- è stato pensato secondo una logica iconografica più che temporale: le circa duecento incisioni sono raggruppate sala per sala secondo i temi cui sono ispirate”.

Ogni opera è corredata da pannelli esplicativi e commenti puntuali, che aiutano a comprendere le condizioni di lavoro dell’artista e le caratteristiche tecniche che lo hanno reso un grande protagonista della grafica ottocentesca.

swissinfo, Alessandra Zumthor, Lugano

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