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Leonardo sempre più vicino a Locarno

Sul rivellino del Castello Visconteo a Locarno le impronte sempre più concrete di Leonardo swissinfo.ch

Il rivellino del Castello Visconteo di Locarno progettato e realizzato da Leonardo da Vinci? L'ipotesi è davvero quasi una certezza.

Il professor Carlo Pedretti, esperto di fama mondiale, conferma gli studi sin qui condotti dallo storico Marino Viganò.

Direttore del “The Armand Hammer Center for Leonardo Studies” di Los Angeles, Pedretti ha parlato di vera e propria svolta negli studi dedicati al genio italiano.

“Se mi chiedete di valutare, in percentuale, la probabilità che il rivellino di Locarno sia figlio del genio di Leonardo, gli indizi raccolti nelle accurate ricerche di Marino Viganò mi spingono a dire di sì: al 95 per cento”. Ma il professor Carlo Pedretti, travolto dall’entusiasmo, si è spinto anche un po’ più oltre.

“Qui a Locarno mi sento un po’ profeta: sono assolutamente sicuro che troveremo quel pezzo di carta, quella prova documentaria, anche piccola, che dimostrerà che Leonardo è stato a Locarno e che ci permetterà dunque di attribuire definitivamente a Leonardo da Vinci il manufatto del Castello Visconteo”.

Parole accolte con immenso piacere soprattutto da Marino Viganò, autore instancabile e meticoloso delle ricerche condotte sul rivellino e che sono alla base della formulazione della straordinaria ipotesi leonardesca.

Una prospettiva affascinante

Pedretti, facendo allusione alla sua “profezia”, ha inoltre ricordato che proprio di recente, è stato provato che nel 1507, l’anno di costruzione del rivellino, Leonardo fu anche alla corte di Luigi XII di Francia per presentargli un leone robot.

“Abbiamo davanti a noi la prospettiva di uno straordinario recupero archeologico – aggiunge Pedretti – perciò io sono qui non tanto a rispondere a domande, ma a porne: quale è la tabella di marcia? Occorre mostrare al mondo intero – sottolinea appassionato – questo eccezionale manufatto”.

“Inoltre, essendo uno dei rari studi architettonici tradotti nella pratica da Leonardo e giunti fino a noi, sono persuaso che quest’opera possa ambire al riconoscimento dell’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità”.

Un salto indietro nel tempo

Prima di ricevere la “benedizione” di Carlo Pedretti, Marinò Vigano ha ricordato il contesto storico nel quale si inserisce l’opera. Locarno, ultimo baluardo dei milanesi nel Sopraceneri dopo la caduta di Bellinzona in mano agli svizzeri, doveva assolutamente rafforzare la propria difesa.

Anche perché a quell’epoca (ad inizio Cinquecento) Locarno era, dopo Milano, il secondo centro dell’esteso Ducato. Una roccaforte, quindi, da difendere con il massimo e il migliore dei mezzi. Un’esigenza che andrebbe quindi ad avvalorare la scelta di affidare la costruzione di una forte ed imponente opera difensiva proprio a Leonardo.

L’ordine di fortificare Locarno risulta dato a Milano dal “grand maître”, titolo della corte di Francia portato da Charles II d’Amboise dal 1502 al 1511, data della sua morte. Ecco dunque che il periodo in cui collocare il rivellino si fa più preciso. “All’epoca – ricorda lo storico – Locarno era forse la piazzaforte più esposta, per cui il d’Amboise voleva una protezione più efficace”.

“Nel 1507 a Milano c’era un solo fiorentino con le conoscenze adeguate: Leonardo, già ingegnere militare al servizio di Ludovico Maria Sforza. E aveva già dato i suoi disegni ai francesi nel 1499, appena prima di lasciare la città”.

Guardando al futuro

Le parole di Carlo Pedretti, giunto espressamente dalla California per corroborare le ricerche, si infilano come tante perle nella preziosa collana di attese che circonda non solo il rivellino, ma la città stessa di Locarno.

E la sindaca Carla Speziali ha colto l’occasione per ribadire l’interesse della città. “Siccome il rivellino oggi è proprietà privata, il primo passo sarà quello di riportarlo nelle mani dell’ente pubblico, cui toccherà poi il compito di fare vivere al meglio questo affascinante pezzo di Storia”.

Sul recupero del rivellino si è espresso anche l’architetto ticinese Mario Botta. “Mi auguro che in questo nostro Paese un po’ addormentato – afferma rivolgendosi a Carla Speziali – la città si faccia carico non solo della paternità di questo manufatto. Ma si assuma la responsabilità di rendergli il giusto onore”.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

L’ipotesi secondo cui il rivellino del Castello Visconteo sia stato progettato e realizzato da Leonardo da Vinci è a un passo dalla certezza.

A confermare gli scrupolosi studi di Marino Viganò ci sono nuove attestazioni, tra cui quella di Carlo Pedretti, direttore del “The Armand Hammer Center for Leonardo Studies”.

Se l’ipotesi di Marino Viganò dovesse essere suffragata da ulteriori e definitive conferme – come “profetizzato” dallo stesso Pedretti, per Locarno potrebbe aprirsi una grande stagione di rilancio culturale e turistico. Pensando anche al riconoscimento UNESCO.

Nei taccuini di Leonardo, datati dalla critica fra il 1487 e il 1490, figurano gli studi per rivellini a pianta pentagonale. Vengono applicati dai francesi al castello di Milano nel 1499, sette anni prima del rivellino di Locarno
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Nel luglio 1507 Leonardo si trova ancora a Milano e viene definito dal re Luigi XII “notre peintre et ingénieur ordinaire”.

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