Nuovo sostegno parlamentare a swissinfo
La commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale rifiuta lo smantellamento del portale d’informazione in nove lingue.
Una netta maggioranza dei deputati si è espressa contro la ristrutturazione prevista dalla SSR SRG idée suisse e esige che la Confederazione finanzi la metà del budget di swissinfo.
Non è ancora detta l’ultima parola sul futuro di swissinfo, la piattaforma informativa per gli Svizzeri all’estero della SSR SRG Idée suisse.
Segnali politici positivi giungono infatti dalla Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni (CTT) della Camera del popolo che, in un comunicato diffuso martedì si è pronunciata a favore del mantenimento del sito internet.
Per questo chiede alla Confederazione di finanziarne la metà dei costi.
Drastica ristrutturazione
Il piano di ristrutturazione presentato lo scorso marzo dalla direzione della SSR SRG idée suisse prevede una drastica riduzione di swissinfo – il servizio per l’estero dell’azienda radiotelevisiva elvetica – a una sola redazione anglofona, composta da 7 giornalisti.
Le altre 8 redazioni del portale verrebbero invece soppresse e un’ottantina di collaboratori licenziati.
Le redazioni in lingua spagnola, portoghese, araba, cinese e giapponese saranno definitivamente chiuse, mentre le tre lingue nazionali vedrebbero la loro offerta ridotta a un solo giornalista per redazione.
La volontà della SSR è pure di regionalizzare le redazioni del teletext (Swiss TXT).
La decisione della direzione dell’azienda radiotelevisiva è motivata essenzialmente da motivi finanziari – la volontà di risparmiare 16 milioni di franchi – ma anche dal desiderio di potenziare le attività online delle sue unità aziendali regionali.
Contro lo smantellamento
La nuova strategia della SSR SRG idée suisse è però da più parti criticata sul piano politico. Un chiaro segnale di disapprovazione è stato lanciato martedì dalla CTT che, con 14 voti contro 7, si è pronunciata a favore del mantenimento di swissinfo.
Per assicurare il mantenimento del portale «la commissione auspica che la Confederazione assuma la metà dei costi derivanti dalla produzione di informazioni destinate all’estero», si legge nel comunicato. Nozione che dovrebbe essere introdotta nell’ambito della revisione totale in corso della legge sulla radio e la televisione (LRTV).
Per il momento – ha precisato l’Ufficio federale della comunicazione (UFCOM) – è tuttavia impossibile quantificare l’importo. Lo stesso dovrà essere oggetto di accordi periodici tra la Confederazione e la SSR SRG idée suisse.
Il Consiglio nazionale dovrebbe pronunciarsi su questo problema durante la sessione autunnale del parlamento.
Reazioni dei sindacati
«La SSR non ha il diritto di porre il parlamento e l’amministrazione federale davanti al fatto compiuto»: i tre sindacati del settore della comunicazione – SSM, Comedia e Impressum hanno prontamente preso atto della decisione della CTT, chiedendo il blocco immediato dei piani di ristrutturazione di swissinfo e Swiss TXT.
«Fino all’entrata in vigore della nuova LRTV non vanno prese decisioni definitive. La struttura e l’offerta attuali delle due redazioni vanno quindi mantenute», si legge in una nota diramata martedì.
Reazioni della SSR SRG idée suisse
La presa di posizione della commissione del nazionale non fa però cambiare idea alla SSR SRG idée suisse.
In un’intervista alla radio svizzero romanda, il presidente del consiglio di amministrazione, Jean-Bernard Münch, contesta chi lo critica di aver messo il mondo politico davanti a un fatto compiuto: «Le nostre decisioni saranno prese solo quando riceveremo il via libera dalla nostra autorità di sorveglianza, il dipartimento federale delle comunicazioni (ATEC)», ha affermato.
Münch si è detto disposto a discutere con l’ATEC su come migliorare l’offerta, in base alla decisione presa dalla SSR SRG idée suisse.
Nel caso in cui la Confederazione dovesse assicurare la metà del finanziamento a swissinfo si potrebbe tornare ad offrire un determinato numero di prestazioni stralciate dal piano di ristrutturazione: «ad esempio, le informazioni nelle lingue straniere», ha aggiunto.
In ogni caso, la struttura attuale di swissinfo non rimarrà quella attuale: «Alcune informazioni si ritrovano due volte: su swissinfo e su Swiss TXT. Questa situazione deve essere modificata», ha concluso.
Sostegno da più parti
Lo scorso mese di aprile, anche la Commissione di politica estera del consiglio nazionale aveva respinto il piano presentato dalla SSR SRG idée suisse, adducendo che il mandato d’informazione per l’estero attribuito dai poteri pubblici deve rimanere una priorità dell’azienda radiotelevisiva.
Non solo membri di commissioni, ma anche numerosi altri esponenti della classe politica e lettori da ogni parte del mondo hanno fatto sentire la loro voce contro lo smantellamento di swissinfo tramite articoli su giornali e messaggi di solidarietà inviati presso le varie redazioni del portale.
Anche il personale di swissinfo si è mobilitato per esprimere la propria opposizione al progetto di ristrutturazione.
Dall’inizio del mese di maggio, ha lanciato un sito internet – www.vivaswissinfo.org – nel quale propone informazioni, comunicati stampa, lettere aperte e opinioni sullo smantellamento previsto. Una petizione può essere firmata direttamente online da chiunque desideri che il portale continui a vivere.
swissinfo
17 milioni di franchi: sovvenzioni della Confederazione a swissinfo nel 2004
5 milioni di franchi: sovvenzioni nel 2005
Motivi di risparmio hanno spinto la Confederazione a interrompere le sovvenzioni future.
26 posti di lavoro soppressi nel 2004
70-80 posti di lavoro: soppressione prevista in base al piano di ristrutturazione
Il piano di ristrutturazione della SSR SRG idée suisse dovrebbe permettere di risparmiare 16 milioni di franchi l’anno.
Delle attuali nove redazioni, solo il servizio inglese proseguirebbe la propria attività, con 7 giornalisti. Le lingue tedesca, francese e italiana vedrebbero la loro offerta ridotta a un solo giornalista per redazione.
Lo smantellamento di swissinfo deve ancora essere avallato dall’ATEC e dall’UFCOM. La decisione finale spetterà al responsabile dell’ATEC Moritz Leuenberger e al Consiglio federale.
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