Occupazione culturale
Al limite della legalità, un gruppo di artisti-squatter ha occupato l'edificio zurighese già sede dello storico «Cabaret Voltaire», riproponendo un dadaismo contemporaneo.
Un gruppo di squatters ed artisti ha occupato nella città vecchia di Zurigo i locali di quello che fu il «Cabaret Voltaire». Lo storico locale della Spiegelgasse, fu inaugurato il 6 febbraio 1916 da un gruppo d’artisti e intellettuali che per fuggire la Grande Guerra si erano rifugiati a Zurigo, dove crearono il movimento «dada».
Del gruppo facevano parte lo scrittore tedesco Hugo Ball, la sua amica poetessa ed attrice Emmy Henning, il poeta romeno Tristan Tzara, il pittore Marcel Janco, pure romeno, il pittore francese Jean Arp, o ancora la moglie Sophie Taeuber (unica svizzera del gruppo).
I nuovi occupatori, seguendo l’esempio degli artisti di inizio Ventesimo secolo, vi organizzano serate ispirate al «dadaismo», riprendendo l’eclettismo provocatore e strampalato dei fondatori.
L’edificio appartiene ad un’assicurazione che intende aprirvi una farmacia. Ma gli occupanti si sono rivolti alla città e all’Unesco, chiedendo di salvare questo testimone dell’«eredità culturale mondiale».
La casa ritrova la provocazione
Una facciata ricoperta di giornali e manifesti; sopra la porta i Santi protettori della città «Felix, Regula e Exuperanthius» in tenuta da manager e con le rispettive teste decapitate fra le braccia. Tre riproduzioni ingrandite di banconote da 50 franchi, con l’effige della dadaista Sophie Taeuber-Arp, sventolano come bandiere. E su uno striscione la scritta: «Powered by Rentenanstalt». È così che gli artisti-squatter hanno trasformato l’entrata dello storico locale situato alla «Spiegelgasse», nel cuore del «Niederdorf».
Dopo aver ospitato diversi bar e una discoteca, l’edificio è rimasto vuoto per alcuni anni ed è stato acquistato per due milioni di franchi dall’assicurazione zurighese, che ha in progetto di realizzarvi una farmacia e tre appartamenti di lusso. I lavori dovrebbero iniziare alla fine di maggio, indica un portavoce di Rentenanstalt. Fino ad allora il gruppo di «artisti autonomi» che a inizio febbraio ha occupato l’immobile dovrebbe poter continuare le attività. «Fintanto che non ci saranno disordini li lasceremo fare», precisa il portavoce.
Spazio aperto
Ogni sera alle 19.00 nel locale ribattezzato «Duda» (tu qui) si tiene un vernissage per mostrare i cambiamenti effettuati in questo luogo di «trasformazione permanente». «Non vogliamo un museo – dichiara uno dei suoi animatori – ma una casa aperta, dove i giovani artisti non ancora affermati possano trovare un alloggio, possano lavorare e presentare i loro lavori gratuitamente».
Sono una cinquantina gli artisti, perlopiù zurighesi, attivi nei locali del «nuovo» Cabaret Voltaire e circa 300 le persone che più o meno direttamente partecipano alle loro azioni, indica il rappresentante del gruppo.
Esempio storico
Seguendo l’esempio dei loro predecessori, i nuovi occupanti hanno scelto la satira e la provocazione come ingredienti dei loro interventi: ogni sabato sera a mezzanotte celebrano ad esempio una «messa Dada», dove recitano una «Madrenostra» sotto la guida del pastore «Leumund» (buona reputazione) di Berlino.
Ma il loro desiderio è che questa non rimanga soltanto «un’utilizzazione intermedia». Per questo si sono già rivolti alla città e hanno scritto all’Unesco, chiedendo di acquistare l’edificio. Al municipio cittadino chiedono inoltre «un modesto contributo annuo» di un milione di franchi, «o ancor meglio di euro», per organizzare attività dadaiste.
swissinfo e agenzie
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