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Tenerezza svizzera sul palcoscenico olimpico

Clown, regista, attore, autore, acrobata: lo svizzero Daniele Finzi Pasca ha una fama internazionale Keystone

Gli organizzatori delle Olimpiadi di Sochi hanno affidato all'artista della Svizzera italiana Daniele Finzi Pasca il compito di congedarsi da atleti e spettatori di tutto il mondo con un ultimo grande momento di emozione. Il ticinese si dice stupito di aver ricevuto la regia della cerimonia di chiusura.

Clown, regista, attore, autore, acrobata: il ticinese Daniele Finzi Pasca è tutto questo. Il cinquantenne nella sua vita ha calcato moltissimi palcoscenici, ha ideato e messo in scena innumerevoli spettacoli. Ma une delle sue sfide maggiori, almeno per le dimensioni e per il numero di persone coinvolte, è in programma in Russia: lo spettacolo di chiusura dei Giochi olimpici di Sochi. Una cerimonia con migliaia di partecipanti e seguita da milioni di telespettatori in tutto il mondo.

Il monumentale spettacolo è un’ode all’arte russa, in particolare alla letteratura. «Tra la Russia e la mia compagnia teatrale c’è una storia d’amore», dice il regista ticinese. Nel 2010 con la sua troupe, la Compagnia Finzi Pasca, ha prodotto Donka per il festival internazionale del teatro di Mosca in occasione del 150° anniversario della nascita di Anton Cechov – con grande successo.

Nel 2011 ha messo in scena l’Aida di Verdi al teatro Mariinsky di San Pietroburgo; nel 2012 è tornato nello stesso teatro per il Requiem di Verdi. Accanto alla Svizzera e al Canada, il paese d’origine della sua compagna Julie Hamelin, la Russia è diventata nel frattempo la sua terza patria. Si sente legato alla Russia, soprattutto alla sua arte. Il regista elvetico comprende gli appelli politici al boicottaggio, ma preferisce lasciare un segno nella Russia odierna attraverso la sua arte.

«Il sesso delle acrobate e degli acrobati sembra fondersi. Motivi dell’opera di Dalì appaiono continuamente. Da porte che si aprono una luce abbagliante entra nella sala, figure con bizzarre teste di rinoceronte vagano intorno, il pianoforte sul palco sembra sciogliersi in nastri di stoffa e di quando in quando appare il teschio di un cavallo che ricorda Guernica di Picasso. Diaboli e tappi di bottiglia precipitano a decine e centinaia dall’alto. La musica oscilla tra la classica, un folclore vivace, cori polifonici e percussioni pulsanti. Tutto questo si combina in uno spettacolo tenero e lento, che dal punto di vista commerciale non dovrebbe funzionare, e che però riesce ad affascinare gli spettatori e a trascinarli in un mondo onirico. E alla fine si scopre anche cos’è La Verità: il profumo di una caramella alla menta nascosta nel bosco. Semplicemente».

Estratto da una recensione dello spettacolo La Verità di Alois Feusi, pubblicata nella Neue Zürcher Zeitung del 25 ottobre 2013.

Esordio artistico nella camera oscura

Nonostante il successo internazionale Finzi Pasca è rimasto modesto. Neppure lui riesce a spiegarsi come abbia fatto a ottenere l’incarico per le Olimpiadi. Nella sua vita non c’è stato un piano per far carriera, ma molto talento. «In qualche modo le cose sono semplicemente accadute», dice. Una chiamata a sorpresa e una nuova porta che si apriva.

Tutto è cominciato in piccolo nel quartiere operaio di Molino Nuovo a Lugano. Il padre e il nonno erano fotografi. Già nella camera oscura il piccolo Daniele osservava come la luce influenzasse il sorgere di un’immagine. Ancora oggi per sviluppare idee per la coreografia di uno spettacolo mette insieme fotografie nella testa.

Dopo una storia d’amore finita male, all’età di 19 anni è andato in India, per lavorare come volontario con i malati terminali, tra l’altro nelle strutture di Madre Teresa di Calcutta. Dopo il suo ritorno ha fondato dapprima una compagnia di clown e nel 1986 a Lugano con alcuni amici il gruppo teatrale Sunil. Con questa compagnia ha sviluppato l’idea del «teatro della carezza», in cui clownerie, danza e teatro si mescolano. E dove un ruolo importante è dato al contatto fisico. Ma alla fine vuole raccontare storie e portare con sé gli spettatori nei suoi viaggi in mondi fantasiosi.

Il successo mondiale di Icaro

Finzi Pasca lavora ormai da 30 anni sopra e accanto al palcoscenico. Le prime esperienze le ha fatte come clown acrobata nell’arena del circo Nock. Durante una pena detentiva per obiezione di coscienza all’inizio degli anni Novanta è nato lo spettacolo Icaro. Finzi Pasca ha presentato questo monologo, pensato per un solo spettatore, almeno 700 volte, in sei lingue e in 20 paesi diversi.

Ha bisogno delle sensazioni del palcoscenico, nel cuore si sente un uomo dei piccoli teatri. Ma nel frattempo ha conquistato un’attenzione internazionale, anche grazie alla collaborazione con il canadese Cirque du Soleil e poi con il Cirque Éloize. La leggerezza e la magia dei suoi spettacoli affascinano ovunque.

Eppure in Svizzera Finzi Pasca è stato a lungo ignorato. Nessuno è profeta in patria. Solo dopo che ha curato la cerimonia conclusiva ai Giochi olimpici invernali di Torino nel 2006, i riconoscimenti sono arrivati anche i Svizzera: nel 2006 lo SwissAward nella categoria spettacolo, nel 2008 il Premio svizzero della scena e nel 2012 infine l’Anello Hans Reinhard, il maggiore riconoscimento teatrale svizzero.

Le XXII Olimpiadi invernali a Sochi hanno registrato un nuovo record di partecipanti. Nelle 98 competizioni 2900 atleti di 88 nazioni hanno gareggiato per conquistare medaglie e diplomi. Nel 2010 a Vancouver, in Canada, avevano partecipato 2566 sportivi di 82 paesi.

I Giochi di Sochi entreranno nella storia per il loro gigantismo: i costi sono stimati a 50 miliardi di euro, 30 miliardi sono passati per i canali della corruzione. Le gigantesche costruzioni, il cui utilizzo dopo i Giochi ancora non è chiaro, e le strade e ferrovie sovradimensionate, hanno gettato un’ombra sull’operazione di prestigio del presidente russo Vladimir Putin.

Anche l’espropriazione di proprietari terrieri, i disboscamenti massicci in montagna, la limitazione dei diritti umani, la paura di attacchi terroristici e un dispositivo di sicurezza enorme hanno pesato sulla manifestazione.

Dal punto di vista svizzero i momenti più importanti sono state le medaglie d’oro conquistate da Dario Cologna (fondo), Dominique Gisin e Sandro Villetta (sci alpino), Iouri Podladtchikov e Patrizia Kummer (snowboard).

L’apice delle Paralimpiadi

Con la sua ultima produzione, La Verità, la compagnia ha conquistato il pubblico e la critica di Losanna e Zurigo. Un critico zurighese ha parlato di «poesia surrealista» per descrivere lo spettacolo che si svolge attorno a un telone dipinto da Salvador Dalì.

A Sochi Finzi Pasca non mette in scena solo la cerimonia finale delle Olimpiadi, ma il 7 marzo anche la cerimonia di apertura dei Giochi paralimpici invernali – un evento che gli sta particolarmente a cuore: «Perché nelle Paralimpiadi si esprime il vero spirito olimpico».

Quando racconta delle Paralimpiadi estive che ha visto nel 2012 a Londra si emoziona: «È stato semplicemente fantastico». In questi momenti Finzi Pasca è completamente se stesso: il piccolo gesto dei genitori che abbracciano il loro bambino disabile è per lui almeno altrettanto importante della gioia per il grande gesto di una gigantesca manifestazione artistica.

(traduzione dal tedesco: Andrea Tognina)

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