Un architetto ticinese sbarcato a Trieste
Pietro Nobile è stato uno dei maggiori architetti neoclassici europei dell'Ottocento. Di origini svizzere, ha iniziato la sua lunga carriera a Trieste dove ancora oggi è possibile ammirare molti dei suoi palazzi.
Passeggiando per le vie di Trieste, se si ha la fortuna di essere accompagnati da qualcuno che se ne intende, ci si rende presto conto che quasi ad ogni angolo c’è un palazzo dell’Ottocento progettato o realizzato da architetti o ingeneri ticinesi. Di questi, forse il più celebre, e quello che poi ha avuto un ruolo particolarmente importante nell’architettura europea della prima metà dell’Ottocento, è Pietro Nobile.
La sua opera più famosa nella città giuliana è la chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo, eretta tra il 1823 e il 1849 e situata alla fine del Canal Grande. La chiesa, con la sua facciata neoclassica a sei colonne ioniche, è chiaramente ispirata al Pantheon romano. Ma Nobile lascia anche altre numerose tracce, tra cui la casa Fontana, il palazzo Costanzi e il faro di Salvore (attuale Croazia).
Famiglia di capomastri ticinesi
Di origini ticinesi, è nato nel 1776 a Campestro nei pressi di Tesserete, il giovane Nobile segue il padre che si reca a Trieste, come molti altri ticinesi, per lavorare in qualità di capomastro.
«Nobile incomincia dalla gavetta: aiuta il papà nei cantieri ed entra in contatto con diversi architetti svizzeri, Righetti, Ferrari, ecc. A Trieste non esisteva una scuola di architettura, Nobile studia però al Nautico [seguendo un corso di costruzioni]. Poi, grazie ai suoi disegni di prospettiva viene notata la sua bravura e ottiene una doppia borsa di studio, una del comune e una dell’impero», spiega il professor Gino Pavan, che ha dedicato molti anni di studio a Nobile.
Grazie alle borse di studio si reca a Roma e a Vienna per studiare architettura.
Impronta romana
«Durante gli studi a Roma, Nobile viene a contatto con i restauratori che stavano lavorando all’arco di Tito. Da qui nasce una vera passione per i rilievi e per la cura dei monumenti antichi», ci spiega il professor Pavan. Ed è stato poi grazie a questa grande passione che Nobile svolge degli importanti lavori nella città di Pola, nell’attuale Croazia.
«Nella sua veste di direttore delle fabbriche imperiali, Nobile accompagna l’imperatore in un viaggio in Istria. Ha così l’occasione di visitare Pola e fare scavi, misurazioni e rilievi». Tali studi preliminari permetteranno in seguito di valorizzare una parte dell’arena di Pola grazie ad uno scavo.
La passione per l’archeologia accompagna Nobile durante tutta la sua vita. Negli anni triestini vi dedica praticamente tutto il suo tempo libero, sostenuto in parte dalle autorità cittadine che gli concedono di svolgere le sue ricerche ‘negli intervalli delle sue pubbliche occupazioni’.
Nel 1813 Nobile propone l’istituzione di una società archeologica con un programma completo pensato nei minimi dettagli per le regione triestina e i suoi dintorni. Nonostante non riesca a ottenere i fondi necessari continua le ricerche, pagando di tasca propria.
Periodo viennese
Già nel 1800 Nobile si trasferisce a Vienna per poco più di un anno per studiare architettura all’Accademia. Seguono alcune brevi permanenze, ma è solo nel 1818 che si trasferisce definitivamente da Trieste quando è nominato consigliere aulico, una posizione che gli permette di delineare praticamente per tre decenni la politica artistica dell’imperatore.
Nei suoi compiti rientra anche quello di dirigere la Scuola di architettura, un incarico fondamentale per le vicende edili dell’impero. Nel corso degli anni Nobile conquista la piena fiducia dell’imperatore ma si deve anche confrontare con le resistenze e le difficoltà del suo alto incarico.
Nobile non si integra però mai completamente a Vienna, forse anche perché non riesce ad impadronirsi completamente della lingua tedesca. Inoltre viaggia molto sia a livello professionale – Boemia, Salisburgo, Pola – sia per recarsi regolarmente in Ticino.
Intensi contatti con il Ticino
Il legame con il Ticino è infatti intenso e continuo: da diversi documenti rinvenuti, comprese numerose lettere, è possibile dedurre che Nobile sia rientrato in Svizzera ripetutamente tra il 1820 e il 1854 per visitare la sorella Teresina e i parenti nella casa paterna di Campestro.
Le vicende del suo paese natale gli stanno particolarmente a cuore, tant’è che decide di sostenere attivamente la fondazione della scuola di disegno di Tesserete nel 1843, dopo aver visto dei disegni di giovani del luogo. Con un legato annuale, l’esistenza della scuola è praticamente assicurata dal noto architetto fino alla sua morte nel 1854.
«Nobile, pur essendo uno dei più grandi del suo tempo, non si è arricchito come altri architetti ticinesi a Trieste. Era una persona onestissima, inoltre non si è mai sposato. La sua unica ambizione è stata quella di andare a corte e infatti ci è riuscito», conclude Pavan. Insomma, decisamente un animo nobile.
Fu l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo (1717-1780) a dare l’impulso determinante per rendere Trieste uno dei più importanti porti d’Europa nel 700 e 800.
Con un colpo di genio lungimirante, emise una serie di disposizioni che resero Trieste la terza città più importante dell’impero dopo Vienna e Praga. Estese all’intera città le franchigie doganali e Trieste divenne destinazione di un’enorme affluenza di persone di tutte le razze e di ogni ceto (italiani, serbi, sloveni, croati, ebrei, greci).
Grazie all’«Editto di tolleranza», che dava la libertà di culto, di negoziare liberamente e di possedere beni reali, la nuova comunità di immigrati si sviluppò passando da 4000 abitanti a fine ‘600 a ben 200 000 a fine ‘800.
Ancora oggi, a Trieste sono ben visibili le tracce di questo crocevia di culture. Ogni comunità aveva la propria chiesa e spesso anche una propria scuola.
Il neoclassicismo si diffonde in Europa e in America tra il XVIII ed il XIX secolo e nasce da un rinnovato interesse per l’arte antica, quella greco-romana in particolare.
A Trieste, con l’abbattimento delle mura medioevali (1749) e la bonifica delle antiche saline, nel 700 prese avvio una radicale ristrutturazione.
In tale contesto, nel perimetro divenuto edificabile delle antiche saline, chiamato borgo teresiano in onore a Maria Teresa d’Austria, in poco tempo furono eretti molti palazzi che si iscrivono nello stile neoclassico.
Oltre a Pietro Nobile, nel periodo più fiorente della città giuliana, sono stati attivi nel settore delle costruzioni molti altri architetti, capomastri e operaiticinesi. Tra questi vi sono i Ferrari, i Righetti (tre generazioni di architetti), i Bernardi e i Baldini.
Nasce il 10 ottobre1776 a Campestro (oggi comune Capriasca). Dopo la formazione di architetto a Trieste, Roma e Vienna (1796-1801), fu ingegnere (dal 1807) e ingegnere capo (1810-17) delle costruzioni pubbliche a Trieste, dove progettò vari edifici, pubblici e privati.
Seguì inoltre gli scavi archeologici e i restauri delle antichità romane a Trieste, Pola (oggi Croazia) e Aquileia. Dal 1818 al 1849 fu architetto di corte (Burgtor, 1821-24; tempio di Teseo, 1820-23) e direttore dell’Accademia di belle arti a Vienna.
Importante architetto neoclassico, il suo capolavoro è costituito dalla chiesa di S. Antonio Nuovo a Trieste (1823-49). Nel 1843 partecipò alla fondazione della scuola di disegno di Tesserete e nel 1845 eseguì un progetto (non realizzato) per il palazzo del governo di Bellinzona. Fu cavaliere di S. Vladimiro (1835) e della Corona ferrea (1845). Si spegne il 7 novembre 1854 a Vienna.
Fonte: Dizionario storico della Svizzera
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