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Un disegnatore d’avanguardia

Honoré Daumier, il disegnatore, attorno al 1860

In occasione del 200° anniversario della nascita del grande caricaturista francese Honoré Daumier, il Kunsthaus di Zurigo gli dedica un'esposizione.

Oltre alle note e graffianti litografie di satira politica, la mostra zurighese ha scelto di dare ampio spazio all’artista meno conosciuto dei disegni e degli acquarelli.

Figlio di una famiglia di emigranti proveniente dal sud della Francia e stabilitasi a Parigi intorno al 1816, Honoré Daumier asseconda molto presto le sue spiccate inclinazioni artistiche e già all’età di 17 anni si avvicina all’arte litografica di cui diviene ben presto un maestro indiscusso.

Nell’arco della sua vita (1808-1879), Daumier passa attraverso tre rivoluzioni e vede nascere e morire più volte speranze ed idee di libertà. Le sue caricature, ironiche e pungenti, apparse per oltre 40 anni sulle pagine di giornali come “La Caricature” e lo “Charivari”, riflettono con grande incisività il clima sociale e politico del 19° secolo.

La caricatura come dissenso

È proprio durante le tensioni politiche e il malcontento popolare creatosi durante la Rivoluzione di Luglio (1830) che Daumier inizia a servirsi della caricatura politica per esprimere la sua critica nei confronti del potere.

All’età di 22 anni, grazie alla realizzazione delle caricature dei deputati dell’Assemblea Nazionale, Daumier diventa da un giorno all’altro un personaggio noto in tutta Parigi.

Una fama che cresce qualche anno dopo – ma che gli costa anche 6 mesi di prigione e una multa di 500 franchi – quando “La Caricature” pubblica una sua litografia che ritrae il re Luigi Filippo di Francia come un vorace ‘Gargantua’ – il gigante insaziabile dell’omonimo romanzo di Rabelais -, pronto a riempire il suo ventre con i ricavati delle imposte.

Il ruolo della scultura

L’esposizione zurighese si apre proprio con le opere che resero famoso Daumier. Da un lato la litografia “Gargantua” e dall’altro il busto in bronzo di Dupin, uno dei deputati dell’Assemblea Nazionale.

“Daumier non si considerava uno scultore”, spiega a swissinfo Bernhard von Waldkirch, che ha curato l’esposizione. “La scultura doveva servigli per capire meglio la plasticità delle figure e lo spazio, naturalmente, che è di primissima importanza in tutto il suo lavoro”.

Si conoscono circa una trentina di queste caricature plastiche che Daumier realizza nel suo atelier, lavorando di fantasia e con il ricordo del volto dei suoi soggetti. “Solo in un secondo tempo Daumier ha disegnato e fatto le famose caricature di questi personaggi”, precisa von Waldkich.

Con lo stesso processo creativo tra il 1850-51 Daumier realizza anche la figura del “Ratapoil” – personificazione politica del bonapartismo – di cui la mostra presenta, oltre ad alcune litografie, anche 3 modelli in gesso ed uno in bronzo.

Il talento del disegnatore

Insieme alle sculture e alle più note litografie, la mostra zurighese presenta una scelta accuratissima di disegni e acquarelli che, molto meno caricaturali e meno aspri, mostrano il grande talento artistico di Daumier.

“Non si tratta di semplificare un messaggio” sottolinea von Waldkirch. “Al contrario, si tratta di comunicare un messaggio artistico simbolico. Per questo nei suoi disegni e acquarelli troviamo queste figure mitologiche, come i ‘Saltimbanco’, che sono diventati più o meno il mito dell’artista moderno.”

Tra i temi che Daumier approfondisce nei disegni ci sono le cosiddette “têtes d’expression”, studi di volti e di busti nei quali, con tratti compositivi di una semplicità estrema, l’artista riesce a cogliere e trasmettere il dettaglio psicologico di ciascun soggetto.

Pervasi da un realismo esasperato pieno di umanità, sono invece gli scorci di vita quotidiana parigina ritratti ad esempio in “Le charcutier” (il macellaio), o negli studi di una sala d’attesa, o ancora nell’acquarello “Un vagone di terza classe”.

Di grande effetto è anche la tela ad olio che ha per soggetto il don Chisciotte di Cervantes, uno dei temi maggiori dell’opera di Daumier, nella quale emerge chiaramente la sua grande capacità di definire lo spazio e il movimento grazie ad un sottile gioco di luci ed ombre.

Una fama artistica in crescita

Ciò che sorprende visitando questa mostra è accorgersi che il Daumier disegnatore è sempre presente, sia nelle caricature, come anche nelle pitture e perfino nella scultura.

“In Daumier il disegno è più o meno l’espressione che poi troviamo trasposta in diverse tecniche”, sottolinea von Waldkirch. “Si tratta di un fenomeno unico nella storia dell’arte quello di un artista, che sa esprimersi in tutte le tecniche classiche, ed è in primissimo luogo disegnatore”.

Senza dubbio la fama di caricaturista ha offuscato le doti artistiche di Daumier, soprattutto tra i suoi contemporanei, perché per troppo tempo si è creduto che l’arte non dovesse divertire. Solo con l’arte postmoderna si è imparato che anche la grande arte può divertire.

“Daumier è un artista ancora da scoprire – spiega von Waldkirch-, un artista da scoprire con gli occhi di Valloton, ad esempio, che lo ammirava moltissimo , di Picasso e di tanti altri artisti contemporanei; un artista che può essere considerato uno dei primi avanguardisti della modernità.”

swissinfo, Paola Beltrame, Zurigo

La mostra dedicata ad Honoré Daumier, uno dei più produttivi e innovativi disegnatori francesi del 19° secolo, in corso nelle sale del Gabinetto del Kunsthaus di Zurigo, rimarrà aperta fino al 24 febbraio 2008.
Vi sono esposte circa una settantina di opere tra cui 5 sculture, 33 disegni, 10 acquarelli, 1 tela a olio, litografie e stampe.
Nel corso della sua vita Daumier ha realizzato per la pubblicazione su riviste, circa 1000 incisioni su legno, 4000 litografie, oltre a sculture, disegni e dipinti.

Nato a Marsiglia nel 1808 in una famiglia di modeste condizioni economiche, Daumier si trasferisce a Parigi insieme ai genitori nel 1816.

Dopo aver cambiato diversi mestieri, tra il 1823 e il 1828 frequenta un corso all’Académie Suisse, impara la tecnica litografica e realizza le sue prime litografie per il giornale “La Silhouette”.

Nel 1830, durante i malcontenti della Monarchia di Luglio (1830-1848) disegna le caricature che lo renderanno famoso e comincia a collaborare con i giornali “La Caricature” e “Le Charivari”.

Durante la Rivoluzione di Febbraio (24.02.1848) e la Seconda Repubblica (1848-1852) modella e disegna la figura del “Ratapoil”, personificazione del bonapartismo. Risalgono a questo periodo molti disegni e acquarelli sull’emigrazione.

Dal 1960 comincia a datare disegni e acquarelli che realizza anche per collezionisti privati.

Nel 1871, durante la Terza Repubblica (1870-1940) disegna le ultime caricature di critica sociale.

Muore in povertà a Valmondois nel 1879.

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