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Il decennio delle rivolte è finito

Claude Longchamp a mezzo busto e sullo sfondo il Palazzo federale a Berna.
Claude Longchamp tasta il polso dei partiti ad un anno dalle elezioni federali dell'ottobre 2019. swissinfo.ch

Dalle ultime elezioni federali del 2015 in Svizzera, il popolo non ha più approvato alcuna iniziativa sottoposta al voto. Un andamento in contrapposizione con le tre legislature precedenti, in ciascuna delle quali ne sono state accettate rispettivamente due, tre e ben quattro. Casualità o svolta?

Nel sistema politico svizzero, l’iniziativa popolare è lo strumento di opposizione per eccellenza. Chi vuole modificare la Costituzione, deve raccogliere 100’000 firme per sottoporre l’emendamento proposto all’esame delle urne e quindi ottenere la maggioranza di sì dei votanti e dei cantoni, di solito contro il parere del governo e del parlamento.

Dall’introduzione dell’iniziativa popolare federale, un po’ più di 125 anni fa, ne sono state lanciate 330. Di queste, 210 sono giunte al voto popolare. Solo 22 volte i promotori sono usciti vittoriosi dall’esame delle urne. Ciò corrisponde a un tasso di successo del 10.5%.

“Per lungo tempo un sì a un’iniziativa popolare ha costituito un avvenimento politico decennale.”

Per lungo tempo un sì a un’iniziativa popolare ha costituito un avvenimento politico decennale. Dal 2004 la situazione è però cambiata: in un decennio undici iniziative hanno avuto successo alle urne. Nella sola legislatura 2004-2007, il tasso di approvazione ha segnato il record del 40%.

Il momento propizio

Analisi di scienze politiche sulle probabilità di successo di iniziative popolari citano spesso il concetto di “window of opportunity” – momento propizio –. Con questo è inteso un lasso di tempo durante il quale determinati obiettivi possono essere raggiunti più facilmente.

In effetti, il periodo tra il 2004 e il 2014 ha favorito iniziative popolari, a seguito dell’immigrazione e della globalizzazione. Esse hanno condotto all’inasprimento del diritto penale e portato leggi per preservare l’ambiente naturale. Sei provenivano dal campo della destra, due dai rosso-verde e una da un’area non delimitata precisamente.

L’autore

Claude Longchamp è uno tra i politologi e analisti più stimati ed esperti della Svizzera.

Ha fondato l’Istituto di ricerca gfs.bernCollegamento esterno, che ha diretto fino al suo pensionamento e di cui è attualmente il presidente del Consiglio di amministrazione. Per trent’anni Longchamp ha analizzato e commentato le votazioni e le elezioni per la radiotelevisione di lingua tedesca SRF.

Per swissinfo.ch e per la sua piattaforma sulla democrazia #DearDemocracy, Longchamp scrive ogni mese un testo sulle elezioni federali 2019.

Il politologo e storico è autore di due blog: uno incentrato su temi politici, Zoonpoliticon, l’altro su argomenti di carattere storico Stadtwanderer.

Profonda incrinatura nella fiducia nel governo

Durante quel periodo di transizione, la fiducia nel governo ha subito un’incrinatura insolitamente profonda, rispetto alla tradizione politica svizzera. Questo andamento è iniziato con l’elezione del leader dell’Unione democratica di centro (UDC) Christoph Blocher al governo federale. Ciò ha fatto calare la fiducia nelle autorità nel centro sinistra. Dopo l’estromissione dal governo di Blocher, nel 2007, l’umore è cambiato: a quel punto è emersa la sfiducia da parte della destra. La popolazione rurale insicura, le fasce di popolazione con livelli di formazione bassi senza grandi prospettive sul mercato del lavoro e la classe media, che si sente minacciata nel suo stile di vita, hanno composto i maggiori gruppi di sostegno alle iniziative popolari della destra. Costoro sono stati mobilitati in modo particolarmente efficace attraverso campagne populiste.

Naturalmente, l’elettorato dell’UDC ha votato a grande maggioranza a favore di tali proposte. Ma anche cittadini senza partito sono stati ripetutamente conquistati da simili iniziative. Queste hanno ottenuto l’approvazione di minoranze più o meno forti persino tra gli elettorati di altri partiti. Questo ha consentito di riunire una maggioranza di favori per quelle iniziative.

La normalità è tornata

Non voglio dire che questa tendenza sia definitivamente finita, ma oggi non vi è più una situazione eccezionale. È piuttosto tornata alla normale. Il cerchio della svolta si è chiuso.

Tre osservazioni vanno a sostegno di questa tesi:

In primo luogo, l’ondata di iniziative popolari si sta assorbendo. La Svizzera è ormai lontana dall’incredibile concentrazione di 25 iniziative popolari tra due elezioni, come nel periodo 2012-2015. Sintomatici di questo sono i risultati di studi che mostrano che la fiducia nelle istituzioni è salita a livelli record.

“L’UDC ha perso la guida quasi indiscussa nelle votazioni popolari.”

In secondo luogo, l’UDC è di nuovo pienamente integrata nel governo federale. D’altro canto, il partito ha perso la guida quasi indiscussa nelle votazioni popolari. La bocciatura popolare della sua iniziativa di attuazione nella primavera del 2016 ha segnato il punto d’inversione di tendenza. A quel momento è emerso un nuovo tipo di società civile dai movimenti dei social media, che a volte è scaturita quasi dal nulla con campagne su Internet. Il suo bilancio è ora migliore di quello dell’UDC, che da quattro anni non ha più vinto con una propria iniziativa.

In terzo luogo, la politica delle autorità poggia nuovamente su una base solida. Un esempio è il fallimento dell’iniziativa popolare dei Verdi per l’abbandono dell’energia nucleare. Ciò è dovuto anche al fatto che il governo e il parlamento, con il sostegno dei votanti, hanno deciso per tempo la transizione energetica. La stessa tendenza sembra essersi manifestata con l’iniziativa dei sindacati per l’aumento delle rendite dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS). La proposta del governo e del parlamento in questo ambito è stata respinta solo in seguito.

Ricette per oggi, tempo normale

Così ora regna di nuovo la normalità. L’unica caratteristica veramente casuale è che dal 2015 nessuna iniziativa popolare ha più avuto successo tra i votanti. Io prevedo che anche in futuro sarà accettata un’iniziativa popolare su dieci. Le iniziative dovrebbero continuare ad avere buone possibilità se affrontano problemi ampiamente condivisi e se chiedono una soluzione moderata e al di sopra delle parti. Questo è ciò che si pretende dall’opposizione.

Dall’altra parte ci sono il governo e il parlamento. Essi devono analizzare bene i programmi dei loro oppositori, per poter decidere in modo affidabile se, dove e in quale misura sia necessaria una concessione. Infatti, decisioni strategiche sbagliate rendono più difficili alleanze stabili tra la maggioranza dei partiti di governo, importanti gruppi di interesse e sostenitori della società civile. Se mancano tali alleanze o se esse sono fragili, le possibilità di successo delle iniziative popolari aumentano, anche in condizioni di normalità. Guardando alle iniziative attualmente pendenti, ciò riguarda soprattutto quella denominata “Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambienteCollegamento esterno“: occorrerà vedere se si saprà agire tempestivamente.

UDC: Unione democratica di centro (destra conservatrice)

PS: Partito socialista (sinistra)

PLR.I Liberali: Partito liberale radicale (destra liberale)

PPD: Partito popolare democratico (centro destra)

PES: Partito ecologista svizzero (sinistra)

PVL: Partito dei Verdi liberali (centro)

PBD: Partito borghese democratico (centro)

GSS: Gioventù socialista (sinistra)

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Questo contenuto è stato pubblicato al Introdotta in Svizzera nel 1891, l’iniziativa popolare è uno dei principali strumenti della democrazia diretta elvetica. Quali sono le sue caratteristiche principali? È un unicum o ha dei “parenti” nel mondo? Scopritelo in questa animazione.

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(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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