Come sarebbe una guerra nucleare nel 2022?
Le armi nucleari odierne sono molto più compatte, precise e potenti di quelle utilizzate nella Seconda guerra mondiale. Ciò significa che una guerra nucleare avrebbe effetti devastanti ben oltre i confini dell'Ucraina.
Il presidente russo Vladimir Putin è stato chiaro: chiunque cercherà di ostacolare l’azione militare in Ucraina dovrà fare i conti con “conseguenze mai sperimentate nella storia”. Il rischio di un conflitto nucleare mette in allerta il mondo intero e riporta l’orologio indietro di sessant’anni, quando l’Unione Sovietica minacciava di avviare una guerra nucleare armando Cuba con missili balistici.
I successivi tentativi di disarmo non hanno impedito alla Russia di continuare a sviluppare la sua tecnologia. Oggi, il Paese possiede il più grande arsenale nucleare del mondo, con circa 6’000 testate, che corrispondono a quasi la metà di tutte le armi nucleari esistenti a livello globale.
Dal lancio delle prime bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki nel 1945, la tecnologia nucleare si è notevolmente evoluta, diventando più complessa. Inoltre, la varietà di ordigni permette di eseguire attacchi sia su larga scala che mirati, con una gittata maggiore e una forza distruttiva molto superiore.
SWI Swissinfo.ch esamina le armi nucleari odierne e come sarebbe una guerra nucleare per il mondo.
Come si è evoluta la tecnologia delle armi nucleari dal 1945 a oggi?
La bomba lanciata su Hiroshima nel 1945 pesava circa 4’500 chilogrammi e uccise oltre 100’000 persone. Nel tempo, sono stati fatti passi avanti significativi nella miniaturizzazione della tecnologia: le armi nucleari odierne sono più compatte e di solito pesano solo poche centinaia di chilogrammi, ma hanno il potenziale di uccidere milioni di persone. Queste caratteristiche rendono possibile effettuare un attacco atomico utilizzando una varietà di mezzi diversi, dai missili balistici a quelli da crociera, raggiungendo ogni parte del globo.
“Molte di queste armi sono molto più piccole, leggere e facilmente utilizzabili di un tempo. Inoltre, la loro potenza esplosiva è molto più grande” spiega Stephen Herzog, ricercatore presso il Centro di studi sulla sicurezza del Politecnico federale di Zurigo. Alcune delle armi nucleari di cui la Russia dispone oggi, infatti, sono oltre 50 volte più potenti di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
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Come si presenta l’arsenale atomico russo?
La Russia possiede un arsenale atomico molto variegato, che le consente di sferrare attacchi servendosi di piattaforme di lancio via terra, via mare e via aria: si tratta della cosiddetta “triade nucleare”, prerogativa anche di Stati Uniti e Cina. Le armi terrestri sono missili balistici o da crociera, alcuni dei quali hanno una portata intercontinentale: sono quindi in grado di raggiungere obiettivi molto distanti. Altre hanno un raggio più corto e sono destinate al continente europeo.
I missili lanciati via mare, invece, vengono sganciati da sottomarini difficili da localizzare, poiché possono nascondersi sott’acqua in qualsiasi parte del mondo. Le bombe più pesanti sono ancora trasportate via aerea attraverso bombardieri strategici che volano su grandi distanze.
Il vantaggio della triade è quello di garantire una maggiore deterrenza, oltre che una capacità strategica e una flessibilità superiori. Queste piattaforme dislocate rendono anche l’arsenale più “difendibile”, ovvero più difficile da distruggere completamente in caso di conflitto.
Come possono essere utilizzate le diverse tipologie di armi?
Le armi nucleari “strategiche” sono generalmente impiegate per colpire le città. “Ma possono anche essere usate per colpire risorse militari molto grandi e importanti come basi e gruppi di attacco navale in mare”, dice Herzog. Le armi “tattiche o non strategiche”, invece, sono armi a basso rendimento progettate per l’uso sul campo di battaglia come “equalizzatore di forze” e cioè per ribaltare a proprio favore un conflitto che si vuole assolutamente vincere. La Russia possiede circa 1’900 armi nucleari tattiche.
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Quali scenari di conflitto sono possibili?
Se la Russia dovesse decidere di sferrare un attacco nucleare contro l’Ucraina o contro qualsiasi altro Paese che interviene per sostenere il governo ucraino, è più probabile che utilizzi delle armi nucleari tattiche da battaglia piuttosto che delle grandi testate strategiche che gli Stati Uniti potrebbero interpretare come un attacco diretto alla NATO, sostiene il ricercatore Alexander Bollfrass del Centro di studi sulla sicurezza del Politecnico federale di Zurigo.
Un attacco su larga scala, infatti, rischierebbe di attivare le forze di deterrenza degli Alleati. Mentre l’utilizzo di armi nucleari di tipo tattico consentirebbe all’esercito russo di distruggere punti militarmente strategici in Ucraina, come aerodromi, o di lanciare un messaggio politico forte al governo ucraino, montando le testate direttamente sui missili che già sta impiegando nel conflitto, afferma Bollfrass.
Oltre agli attacchi premeditati, bisogna considerare il rischio di incidenti, che aumenta durante il trasporto delle testate nucleari o i combattimenti vicino alle centrali nucleari, come sta già accadendo dalle parti di Zaporizhzhia, dove si trova la più grande centrale nucleare d’Europa. L’esercito russo è stato recentemente accusato di aver bombardato e danneggiato alcuni edifici dell’impianto prima di prenderne il controllo. Questo atto rappresenta una grave minaccia per la sicurezza di tutta l’Europa.
Inoltre, le tensioni nucleari e le armi in stato di allerta aumentano il rischio di percezione errata e l’escalation del conflitto.
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Che danni potrebbero provocare le armi atomiche odierne?
Se la Russia dispiegasse tutto il suo arsenale atomico, una parte della Terra diventerebbe inabitabile e il mondo che conosciamo oggi non esisterebbe più, dice Herzog.
Ma anche solo l’utilizzo di una piccola parte di questo arsenale avrebbe conseguenze devastanti e a lungo termine. “La sovrapressione atmosferica causata dall’onda d’urto dell’esplosione nucleare sarebbe in grado di distruggere interi edifici fino a decine di chilometri di distanza, a parte quelli in cemento armato rinforzato”, spiega il ricercatore.
Centinaia di migliaia di persone potrebbero rimanere uccise istantaneamente o ferite da detriti o edifici collassanti. Inoltre, l’esplosione creerebbe delle onde di luce visibile, infrarossa e ultravioletta che, combinandosi, produrrebbero una sorta di grande palla di fuoco molto calda capace di bruciare qualsiasi cosa e di provocare ustioni di terzo grado in un raggio ancora più esteso rispetto a quello dei danni da esplosione.
Per finire, bisognerebbe fare i conti con la successiva pioggia radioattiva, che provoca tumori e malformazioni congenite.
Quali rischi ci sono per il resto del mondo?
La tecnologia delle armi atomiche attuali rende possibile spazzare via intere metropoli anche a grandi distanze. “Ogni grande città negli Stati Uniti è potenzialmente a mezz’ora dalla distruzione e ogni grande città della NATO in Europa è circa a venti minuti dall’essere distrutta da uno di questi missili balistici”, afferma Herzog.
La Svizzera e l’Austria sono meno a rischio per via della loro neutralità, ma gli effetti delle radiazioni potrebbero essere enormi su tutta l’Europa continentale, Svizzera compresa, e sarebbero simili a quelli provocati dalla fusione di una centrale nucleare, “anche nel caso in cui venissero utilizzate armi nucleari da campo di battaglia”, sostiene il ricercatore.
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Quanto è probabile un attacco nucleare?
Attualmente, la probabilità che la Russia utilizzi le armi nucleari è ancora remota ma il rischio non è zero. È più probabile, invece, che Putin decida di impiegare le armi chimiche prima di quelle nucleari. Queste armi, oltre ad essere considerate meno un “tabù” dal presidente russo, consentono più facilmente di negare l’evidenza, perché “in caso di offensiva è più facile incolpare le forze ucraine, mentre un attacco nucleare non lascia alcun dubbio su chi è il responsabile”, aggiunge Herzog.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che la guerra in corso non è solo tra la Russia e l’Ucraina, ma tra la Russia e l’Ucraina con i rifornimenti e l’intelligence occidentale. Non si può escludere un’escalation. Ecco perché la minaccia nucleare fa così paura, concordano Bollfrass e Herzog.
La Svizzera e il Trattato per la proibizione delle armi nucleari
Il trattato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), adottato nel 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021, mette al bando per la prima volta in maniera vincolante l’uso o la minaccia d’uso, lo sviluppo, la sperimentazione e lo stoccaggio di armi nucleari. Il documento è stato finora firmato da 86 Paesi, ma non dalla Svizzera – nonostante abbia votato a favore della sua creazione – né da alcun Paese che possiede armi atomiche.
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