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Credit Suisse rialza la testa

Keystone

Il Credit Suisse sembra essere uscito dalla crisi chiudendo il primo trimestre 2009 con un utile netto di 2 miliardi di franchi. La banca elvetica sta lentamente scavalcando UBS, apprestandosi a diventare il principale istituto svizzero? L'opinione dell'analista finanziario Andreas Venditti.

Le misure di risparmio annunciate negli ultimi mesi, tra cui la soppressione di migliaia di posti di lavoro, e il rafforzamento della base di capitale, stanno portando i primi frutti in casa Credit Suisse.

Dopo aver chiuso il 2008 con una perdita di 8,2 miliardi di franchi, l’istituto elvetico ha ritrovato le cifre nere nei primi tre mesi di quest’anno. Un risultato che riconforta dirigenti ed azionisti, anche in virtù della falsa partenza della rivale UBS, che per il primo trimestre annuncia una perdita di due miliardi (le cifre esatte saranno comunicate il 5 maggio).

Colpito solamente parzialmente dalla crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti, il gruppo Credit Suisse è riuscito ad agire con maggiore efficacia all’evoluzione dei mercati, approfittando anche delle debolezze della concorrenza, come spiega Andreas Venditti, analista presso la Banca cantonale di Zurigo.

swissinfo: Credit Suisse ha registrato un utile netto di 2 miliardi di franchi nel primo trimestre dell’anno, a fronte di una perdita di 2,1 miliardi nello stesso periodo del 2008. Un risultato sorprendente?

Andreas Venditti: Decisamente. Particolarmente sbalorditivo è il risultato nel settore del trading e dell’Investment banking, in perdita durante i primi tre mesi dell’anno scorso. Sotto le aspettative invece il comparto dell’Asset Management [gestione della ricchezza per conto terzi, ndr].

swissinfo: Gli analisti avevano previsto un utile netto di circa un miliardo. Credit Suisse ha invece realizzato il doppio…

A. V.: I risultati per quanto riguarda il trading sono molto difficili da prevedere. Bisogna poi sottolineare che il Credit Suisse si è mosso molto bene sui mercati, approfittando dei problemi e delle debolezze di altri istituti, come è stato il caso per UBS.

swissinfo: Dopo il periodo difficile dell’anno scorso si può affermare che il Credit Suisse sia uscito dal tunnel?

A. V.: In un certo senso sì, anche se Credit Suisse non è stato confrontato a problemi così gravi come ad esempio UBS. Dobbiamo tuttavia tener presente che la crisi non è ancora interamente passata.

swissinfo: È legittimo pensare che il Credit Suisse sia destinato a diventare il principale istituto bancario della Svizzera?

A. V.: Dipende dai parametri considerati. Negli ultimi tempi, in materia di capitalizzazione di mercato, Credit Suisse ha colmato il suo ritardo nei confronti di UBS ed ora le due banche sono più o meno allo stesso livello.

Per il numero di impiegati UBS rimane comunque ampiamente davanti, sebbene la dirigenza stia procedendo ad una riduzione degli effettivi. Anche in termini di fondi gestiti UBS resta la banca più importante.

Bisognerà ad ogni modo vedere come si muoverà UBS in futuro e se continuerà a vendere le sue partecipazioni come ha recentemente fatto in Brasile.

swissinfo: Si ha comunque l’impressione che Credit Suisse goda in generale di un’immagine migliore rispetto a UBS…

A. V.: Direi di sì. Un dato molto significativo è la quota di capitale di base. Dopo la vendita di Pactual in Brasile, UBS ha annunciato una quota di circa il 10,5%. Oggi Credit Suisse ha invece comunicato una quota del 14,1%, ciò che evidenzia una grande fiducia da parte dei clienti.

swissinfo: Se dovesse investire oggi in azioni… Credit Suisse o UBS?

A. V.: Non mi sento di raccomandare l’una o l’altra. Ma se dovessi scegliere direi Credit Suisse. UBS ha ancora parecchi problemi interni e la dirigenza non è al momento in grado di reagire all’evoluzione del mercato, come invece ha dimostrato di saper fare Credit Suisse.

Devo però evidenziare un punto: Credit Suisse ha presentato ottimi risultati anche grazie a contingenze particolari. Per il gruppo sarà molto difficile riuscire a mantenere questo ritmo di crescita sull’arco dell’anno.

swissinfo, intervista di Luigi Jorio

Utile netto: 2 miliardi di franchi

Afflusso netto di nuovi capitali: 11,4 miliardi

Utile ante imposte Investment Banking: 2,4 miliardi

Utile ante imposte Private Banking: 992 milioni

Utile ante imposte Asset Management: – 490 milioni

Utile netto per azione: 1,60 franchi

Quota di capitale primario: 14,1%

Dipendenti: 46’700

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