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“Gli stranieri sono parte del successo della Svizzera”

Marine Lachaud
Marine Lachaud accanto a un "tornado", uno dei numerosi fenomeni fisici presentati dal Technorama di Winterthur per avvicinare grandi e piccoli alla scienza. Mattia Lento

Grazie all’accordo di libera circolazione tra Berna e Bruxelles, Marine Lachaud non ha faticato a stabilirsi in Svizzera con la famiglia. Lavora al Technorama di Winterthur ed è responsabile di uno dei cinque team di animazione scientifica. Per questa cittadina francese, l’iniziativa dell’UDC “per un’immigrazione moderata”, in votazione il 27 settembre, è un attacco forte nei confronti dei diritti degli stranieri con passaporto EU e un pericolo per la Svizzera.

Marine Lachaud ci accoglie con un bel sorriso nell’atrio del Technorama di Winterhur e ci fa sedere a un tavolo non lontano dallo spazio dedicato alle esibizioni. Vicino a noi, nella sala contigua, mi accorgo subito della presenza di decine di bambini e adulti rapiti da quello che sembra uno spettacolo barocco. Si tratta in realtà di un’esibizione in cui, con l’ausilio di macchinari e strumenti progettati e costruiti nel laboratorio stesso del Technorama, si ricreano fulmini e scariche elettriche a elevata intensità. Non ci troviamo in un museo delle scienze classico, ma in un cosiddetto science center, dove i fenomeni naturali non sono spiegati, ma resi accessibili al pubblico in forma interattiva, ludica, spettacolare. 

È proprio Marine Lachaud una delle responsabili di ciò che sta accadendo a pochi passi da noi. È lei infatti a gestire gli animatori, il programma delle presentazioni e delle attività per i visitatori, nonché svariati progetti all’interno e all’esterno dell’istituzione. Il suo percorso professionale è stato molto ricco e sfaccettato e l’incontro con il Technorama è avvenuto quasi per caso: “Mi sono formata nell’ambito dell’informatica e per anni sono rimasta in questo settore. Durante gli studi ho però lavorato come animatrice presso la Cité des sciences et de l’industrie di Parigi e questa esperienza mi ha aiutato a trovare lavoro qui”.

Una visita al Technorama con la famiglia, l’esperienza pregressa e l’incoraggiamento del marito, l’hanno convinta a candidarsi per una posizione. La sua carriera è cominciata proprio come animatrice e in pochi anni è diventata la responsabile di un’intera squadra: “Oggi sono più che altro impegnata in un ruolo gestionale, ma non rinuncio al contatto con il pubblico. Svolgo ancora attività di animazione in francese e se serve anche in tedesco e inglese”.  

Nomadismo familiare

Marine Lachaud non aveva problemi di lavoro in Francia quando ha deciso di emigrare: “Io e mio marito siamo partiti perché eravamo stanchi dell’inquinamento parigino e dello stress metropolitano. Avevamo anche voglia di conoscere nuove realtà, di far apprendere le lingue straniere ai nostri figli e così siamo partiti per gli Stati Uniti nel 2001”. L’esperienza in Nord America è stata segnata dall’attentato delle Torri gemelle e dalla conseguente crisi economica che ha costretto la famiglia a tornare in Europa, in Germania per la precisione. Dopo qualche anno di vita a Francoforte, il marito informatico di Marine ha ricevuto un’offerta allettante dalla Svizzera e così, nel 2006, la famiglia ha di nuovo fatto i bagagli per una nuova avventura.

Marine Lachaud è contenta del suo lavoro al Technorama e non solo perché ama quello che fa: “Apprezzo molto la cultura del lavoro elvetica, la puntualità, la coerenza e il forte rispetto per ogni persona. Questo modo di lavorare e di interagire è perfettamente in linea con la mia personalità. Da questo punto di vista mi sento perfettamente integrata e a mio agio in Svizzera”.  La Svizzera non è però solo lavoro per lei: “Adoro le montagne, mi piace viverle e sono parte del Club Alpino Svizzero, e inoltre pratico a livello amatoriale il canottaggio nell’associazione sportiva Aviron romand de Zürich. Mi piacciono molto anche le arti marziali”. 

Una Svizzera senza stranieri?

Prima di fare un giro guidato per tutti gli spazi espositivi e dietro le quinte, chiediamo a Marine cosa ne pensa dell’iniziativa UDC e quali sono le sue previsioni in caso di accettazione da parte del popolo elvetico: “Come straniera mi sento molto colpita da questa iniziativa e non è la prima volta che capita da quando sono arrivata qui. L’UDC intende rimettere in discussione i diritti delle persone con passaporto europeo e non sembra invece riconoscere il contributo importante che gli stranieri danno a questo paese, non solo dal punto di vista economico. Una Svizzera senza stranieri è impensabile. La società svizzera è stata storicamente arricchita dalla presenza straniera e le persone senza passaporto o con origini migratorie sono parte del successo della Svizzera da decenni. L’accettazione dell’iniziativa da parte del popolo svizzero sarebbe davvero negativa per il paese”.

Marine non è l’unica lavoratrice a non possedere un passaporto elvetico al Technorama: “Presso il nostro science center lavorano altre persone straniere. Il responsabile della nostra istituzione, ad esempio, è di origine tedesca. La maggioranza delle persone che lavora qui è comunque nata in Svizzera. Da noi è fondamentale conoscere bene il tedesco, ma anche comprendere lo svizzero tedesco. Il dialetto è utilizzato durante le riunioni o gli incontri del personale. Io stessa, una volta assunta, ho seguito corsi per apprendere il dialetto e oggi posso dire di capirlo bene”.

Il personale è quindi a maggioranza svizzera ma il Technorama è comunque un’istituzione internazionale: “I visitatori stranieri sono da noi tantissimi e inoltre il nostro science center collabora a livello europeo e internazionale con altre istituzioni. Una Svizzera aperta al mondo è per noi sicuramente un vantaggio”.

Questo articolo fornisce una visione unilaterale dei vantaggi della libera circolazione delle persone. Swissinfo.ch attribuisce grande importanza a un’informazione equilibrata. Nell’ambito della nostra serie sull’Iniziativa per la limitazione vi proponiamo anche articoli che illustrano gli svantaggi della libera circolazione.

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