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I buoni propositi per il nuovo anno: fidarsi della scienza, imparare dalla natura

Sara Ibrahim

Anche in Svizzera, il 2021 si è chiuso con una nuova ondata di infezioni da Covid-19, dovute principalmente alla variante Omicron. Anche se i dati dimostrano che i vaccini proteggono dalle forme gravi della malattia e dalla morte, c’è chi guarda ancora alla scienza con scetticismo e diffidenza.

Il mio 2022 è iniziato così: tra virus dilaganti e meteoriti che minacciano di estinguere l’umanità e distruggere il pianeta Terra. Il virus è naturalmente il SARS-CoV-2, che sta colpendo inesorabilmente sempre più persone nella mia cerchia di conoscenze. Ma non è l’unico in circolazione. C’è anche quello che causa un’influenza intestinale violenta e fulminea e costringe le sue vittime a fare la spola tra il letto e il bagno. Ne è stato colpito il mio compagno a cavallo tra San Silvestro e il primo dell’anno, proprio quel momento che, secondo la tradizione popolare, detta il destino di ognuno di noi per l’intero anno…

I meteoriti diretti verso il nostro pianeta, invece, per il momento esistono solo sullo schermo. Durante le vacanze di Natale ho guardato “Don’t look up”, il film più chiacchierato del momento. La trama è semplice: due astronomi non molto conosciuti si accorgono che un meteorite gigante sta per schiantarsi sulla Terra, ma non vengono presi sul serio dai media e da una presidente degli Stati Uniti che ricorda molto Donald Trump. Risultato? Non ve lo dico per non spoilerare il finale del film, che in Svizzera è già uno dei più popolari su Netflix, ma per il morale e l’ottimismo forse sarebbe stato meglio optare per classici natalizi come “Una poltrona per due” o “Mamma ho perso l’aereo”.

Come avete cominciato il nuovo anno? Anche attorno a voi sempre più persone contraggono la Covid-19? Condividete con me le vostre esperienze!

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Perché il sentimento anti-vax è diffuso in Svizzera?

Certo è che la pellicola satirica di Adam McKay “Don’t look up” induce a delle riflessioni profonde sulla società odierna, caratterizzata realmente da scetticismo e diffidenza verso la scienza. Questo fenomeno è più forte negli Stati Uniti e in alcune parti dell’Europa, in particolare nei Paesi di lingua tedesca. Come si spiega? Il sentimento anti-vax sembra essere legato a doppio filo con la politica anti-establishment e populista – che spesso mette radici dove il potere è fortemente decentralizzato – in nazioni come la Svizzera, l’Austria e la Germania. Nonostante la sua ricchezza, la Svizzera, in particolare, registra uno dei tassi di persone vaccinate più bassi in Europa occidentaleCollegamento esterno.

Secondo Suzanne Suggs, professoressa di comunicazione presso l’Università della Svizzera italiana, questa tendenza è da ascriversi anche alla mancanza di emotività nel modo in cui le autorità di questi Paesi comunicano con la popolazione. Ciò ha permesso alle teorie cospirazioniste di riempire più facilmente il vuoto “emotivo” esistente.

Ma a ben guardare, la ragione principale dello scetticismo verso i vaccini dei Paesi germanofoni è l’inclinazione culturale della popolazione verso l’omeopatia e le cure naturali, sostengono alcune esperte e alcuni esperti. La storica svizzera Eva Locher ha detto di recente a SWI swissinfo.ch che questa cultura deriva da movimenti come il Lebensreform (Riforma della vita), che fiorì in Germania e in Svizzera a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Oltre a predicare uno stile di vita caratterizzato dal contatto con la natura e da una dieta vegetariana o vegana, il Lebensreform ha contrapposto alla scienza tradizionale le discipline mediche alternative e modelli di vita antroposofici, basati sulla filosofia di Rudolf Steiner.

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Soprattutto nelle Alpi, la popolazione di lingua tedesca si fida più dell’aria fresca, dei prodotti biologici e delle tisane piuttosto che dei farmaci tradizionali, il medico Patrick Franzoni ha dichiarato al New York TimesCollegamento esterno. Franzoni è il vicedirettore dell’Unità Covid di Bolzano, la provincia italiana a maggioranza germanofona e con il più basso tasso di vaccinazioni del Paese.

Cosa ne pensate dello scetticismo verso i vaccini e la scienza? Perché secondo voi prende piede in Svizzera? Anche voi credete più nella natura e nell’autoguarigione che nella scienza? Fatemi sapere cosa ne pensate!

Meno scetticismo e più ricerca sulla Covid-19 nel 2022

Tuttavia, la frangia più scettica della popolazione ha subito un duro colpo in Svizzera dopo che l’elettorato elvetico ha approvato a larga maggioranza a novembre la modifica della legge Covid-19, che ha creato anche le basi legali per il certificato.

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covid certificato al ristorante

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Il popolo svizzero dice “sì” al certificato Covid

Questo contenuto è stato pubblicato al La modifica della legge Covid-19, che ha creato anche le basi legali per il certificato Covid, ha superato il voto con il 62% dei “sì”.

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I dati sulla variante Omicron e sulla sovramortalità negli ultimi due anni (vd. grafici in basso) potrebbero far cambiare idea anche alle persone più scettiche: dimostrano che i vaccini funzionano perché proteggono dalle forme gravi della malattia e dalla morte. Per comprendere l’efficacia dei vaccini, infatti, non bisogna focalizzarsi sui numeri delle infezioni. Essere vaccinati non significa che non ci si ammalerà, ma vuol dire piuttosto che si è protetti da un decorso grave.

grafico sovramortalità covid 2020-2021
swissinfo.ch
grafico sovramortalità in svizzera 2020-2021
swi swissinfo.ch

Intanto la ricerca scientifica avanza: quattro aziende con sede in Svizzera riceveranno finanziamenti statali per sviluppare una serie di nuovi farmaci contro il coronavirus, che dovrebbero essere disponibili entro la fine del 2022. L’obiettivo è quello di riuscire a trattare alcuni sintomi causati dalla Covid-19 – come quelli neuropsichiatrici che colpiscono soprattutto le persone affette da Long-Covid – e mitigarne la durata e la gravità.

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Chi è affetto da belenofobia (paura degli aghi), invece, sarà contento di sapere che l’Unisanté di Losanna testerà da questo mese un vaccino contro la Covid-19 sotto forma di cerottoCollegamento esterno su 26 volontari.

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Cosa può insegnarci la natura nel 2022

Avere fiducia nella scienza non significa che la natura non abbia niente da insegnarci, anzi: può aiutarci a capire meglio chi siamo. Pensate che in natura, per esempio, l’omosessualità è stata osservata in circa 1’500 specie, scrive il mio collega Luigi Jorio: “Gli individui di numerose specie animali possono cambiare sesso nel corso della loro esistenza e alcune specie presentano decine, se non migliaia di sessi diversi”. È il caso dello Schizophyllum commune, un fungo che possiede ben 23’328 sessi diversi, ovvero tipi di accoppiamento. Luigi ha intervistato Christian Kropf, biologo e curatore della mostra “Queer – La diversità è nella nostra natura”Collegamento esterno, attualmente in corso al Museo di storia naturale di Berna.

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Se non l’avete vista vi consiglio di farci un salto. Da soli, con i vostri figli o anche con nonni, amici, parenti. Riconoscere che la natura è uno splendido spettacolo di diversità è il primo passo per rispettare e amare noi stessi e gli altri.

Quale modo migliore di cominciare il nuovo anno?

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