Il crowdfunding decolla anche in Svizzera
Le piattaforme di finanziamento collettivo online consentono di raccogliere i fondi per concretizzare un’idea. Da semplice consumatore, l’internauta diventa fautore di un progetto artistico o commerciale. Sguardo su questo nuovo fenomeno che ha contagiato anche la Svizzera.
Il ripristino di una storica fabbrica di orologi, la costruzione di un robot dalle sembianze umane o la realizzazione di un album ispirato a Frank Zappa. Sono tra gli esempi svizzeri più recenti che testimoniano il potenziale delle piattaforme di finanziamento collettivo.
A differenza dei tradizionali metodi di raccolta di fondi, il crowdfunding (da crowd, folla e funding, finanziamento) utilizza Internet e le reti sociali per far conoscere un progetto e attirare l’interesse di un elevato numero di investitori e di donatori.
In soli cinque anni, il numero di piattaforme di crowdfunding nel mondo è cresciuto del 600%, indica il sito crowdsourcing.org. Una tendenza destinata a proseguire anche in futuro.
Si stima che i siti online di finanziamento collettivo siano 550. Nel 2011 hanno permesso di raccogliere fondi per un totale di 1,42 miliardi di franchi. In Svizzera ne esistono almeno sei, di cui quattro sono nati negli ultimi due anni.
Le finalità del crowdfunding sono essenzialmente due. Da una parte vi è il finanziamento di iniziative umanitarie, cause personali o progetti artistici tramite piccoli contributi o donazioni. In cambio, la persona viene ricompensata in modo simbolico o reale, ad esempio con la consapevolezza di aver aiutato un bambino in Africa, un cd musicale firmato o un biglietto d’entrata.
Dall’altra vi sono le piattaforme a scopo commerciale, che consentono di riunire il capitale sociale di un’azienda. Gli investitori ricevono in questo caso un compenso in denaro o in altri beni finanziari (ad esempio azioni).
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Insieme per sostenere gli artisti
«In Svizzera reagiamo forse con lentezza, ma ci rimettiamo al passo rapidamente», afferma a swissinfo.ch Johannes Gees, tra i fondatori di wemakeit.ch, una piattaforma per il finanziamento comunitario di progetti artistici e innovativi creata nel 2012.
Sebbene si concentri esclusivamente su arte, cinema, design e altri progetti creativi, wemakeit.ch ha raccolto 1,5 milioni di franchi durante il suo primo anno di attività. Una somma che ha consentito di concretizzare il 65% dei progetti proposti e che situa la piattaforma elvetica appena dietro al leader europeo startnext.de.
Il successo di wemakeit.ch è in parte legato alla lunga tradizione elvetica di finanziamento collettivo, spiega Gees. Club sportivi, cori e altri progetti di prossimità sono spesso sostenuti a livello locale. «Non facciamo altro che fornire gli strumenti per canalizzare le risorse», sottolinea l’artista.
Sibylle Stoeckli, una giovane designer industriale di Losanna, ha potuto finalizzare il suo progetto Global Design Research grazie a wemakeit.ch. La somma necessaria di 100’000 franchi è stata raggiunta in un mese e ora Stoeckli sta lavorando sul terreno per studiare i criteri del design sostenibile dei cinque continenti.
«Non sarei mai stata in grado di finanziare la ricerca in altri modi», ci dice al telefono dall’Asia, dove sta completando la prima fase del suo lavoro. Non è però sufficiente pubblicare il proprio progetto online e attendere che i soldi arrivino da sé, avverte Stoeckli. Per riunire i fondi necessari in tempo utile, la designer ha dovuto presentare la sua idea in maniera convincente e intrattenere una comunicazione intensa con i donatori, ciò che le ha richiesto molte energie.
Inizialmente pensato per sostenere progetti già esistenti, il microfinanziamento online è oggi diventato uno strumento all’origine di nuove idee e progetti. Grazie al suo potenziale la creatività può spingersi in terreni inesplorati. «Il crowdfunding può trasformare i consumatori in creatori e fautori», sottolinea Gees.
Il finanziamento collettivo si basa su due principi distinti:
“Tutto o niente”: la maggior parte delle piattaforme esige che la totalità della somma venga riunita prima di poter utilizzare i fondi. In caso contrario, i fondi raccolti vengono interamente restituiti (a volte viene applicata una commissione per i pagamenti con carta di credito).
“Tieni tutto”: altre piattaforme, ma nessuna in Svizzera, consentono di utilizzare i fondi anche se non è stato accumulato l’intero capitale richiesto.
«Acceleratore di idee»
Un’altra piattaforma svizzera in pieno sviluppo è 100-days.net, un sito di portata internazionale aperto a qualsiasi tipo di progetto. «Ci abbiamo messo più di due anni per sviluppare la piattaforma», spiega Romano Strebel, tra i fondatori della comunità online Ron Orp, la cui newsletter conta 170’000 abbonati.
Come suggerisce il nome, i promotori hanno 100 giorni per finanziare il loro progetto. In un anno, 100-days.net ha riunito 600’000 franchi e ha permesso di finalizzare il 55% dei progetti. «È una sorta di acceleratore di idee», afferma Strebel.
In media, prosegue, il montante delle donazioni in Svizzera (125 franchi) è oltre il doppio rispetto a quello negli Stati Uniti (50). «Gli svizzeri hanno più soldi, ma sono anche desiderosi di aderire a un progetto o a una causa».
La risposta del web al capitale di rischio
Mentre le piattaforme sopra elencate funzionano sul principio delle donazioni, c-crowd è stata creata nel 2011 per aiutare gli imprenditori ad accumulare il capitale necessario per finanziare un’attività economica. «È la nostra unica proposta di vendita», ci spiega il fondatore Philipp Steinberger.
Per anni, Steinberger si occupato di costituire il capitale di rischio di imprese che necessitavano di due o più milioni di franchi. Ha poi voluto trovare un metodo più efficace e più rapido per aiutare gli imprenditori, inclusi coloro che avevano bisogno di piccole somme.
Tra i successi di c-crowd vi è la ricapitalizzazione di una ditta di Zurigo alle prime armi specializzata nella confezione di abiti su misura. La ditta in questione, la SuitArt, è riuscita a riunire la somma necessaria (550’000 franchi) per proporre un sistema di franchising ed estendere l’attività in otto città svizzere. In contropartita, gli investitori hanno ottenuto uno sconto del 20% per l’acquisto di un abito.
I progetti selezionati da c-crowd devono soddisfare criteri rigorosi. L’autorità svizzera di vigilanza dei mercati finanziari (FINMA) ha d’altronde assicurato che la ditta zurighese opera in conformità con l’attuale legislazione.
Questi esempi evidenziano le grandi potenzialità del crowdfunding, in particolare durante i periodi congiunturali più difficili. Un successo che suscita tuttavia anche qualche timore. Le leggi a protezione dei consumatori potrebbero infatti risultare inadeguate di fronte alla rapida crescita di questo nuovo metodo di finanziamento. E il rischio di frode non può essere in ogni caso escluso.
Svizzera: l’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ritiene che il crowdfunding sia già coperto dall’attuale legislazione. Gli intermediari (piattaforme) non necessitano quindi di autorizzazioni, a patto di non utilizzare i fondi raccolti a fini propri. La FINMA ha comunque emanato una serie di direttive per proteggere gli investitori meno esperti da start-up fraudolente. In caso di frode subentra il Codice penale.
Stati Uniti: nell’aprile 2012 il presidente Barack Obama ha firmato una legge per la promozione del finanziamento di piccole imprese. In attesa che l’ente federale per la vigilanza della borsa valori (Securities and Exchange Commission) rediga la relativa regolamentazione, sono stati creati oltre 2000 siti di crowdfunding per approfittare di questo vuoto legislativo.
Gran Bretagna: l’autorità di vigilanza dei servizi finanziari (FSA) ha avvertito che gli investitori che partecipano al crowdfunding non beneficiano di alcuna garanzia. Potrebbero perdere tutti i soldi investiti «visto che la maggior parte delle start-up fallisce», sottolinea la FSA. Inoltre, il rischio di frode non può essere escluso, aggiunge l’ente, secondo cui soltanto gli investitori più navigati dovrebbero aderire a sistemi di crowdfunding.
Traduzione e adattamento dall’inglese di Luigi Jorio
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