Il mondo tra guerra e neutralità
Care lettrici, cari lettori,
Le Alpi regalano a una madre e una figlia ucraine un breve momento di felicità mentre la Svizzera cerca la soluzione ai suoi problemi energetici, dovuti anche alla guerra, nelle viscere della Terra. Intanto, il presidente della Confederazione progetta la ricostruzione dell’Ucraina, a partire da Lugano. State leggendo la newsletter di SWI swissinfo.ch, che analizza le prospettive svizzere sulla guerra in Ucraina.
“Non si trovano qui per loro volontà. Non sono turiste. Non sono in vacanza”, scrive la nostra ex collega Gaby Ochsenbein a proposito della convivenza con Viktoriia e Polina, fuggite dall’Ucraina. Nel nuovo episodio di questa speciale serie, la madre e la figlia undicenne ospitate da Gaby partono alla scoperta della Svizzera: una foto davanti al Cervino e al lago di Oeschinen o tra le cime degli alberi del parco avventura di Berna. Queste immagini che trasmettono leggerezza mascherano la situazione reale. L’orrore della guerra rimane presente nella vita delle famiglie delle persone rifugiate.
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Viktoriia e Polina scoprono la Svizzera
Proseguiamo con altre preoccupazioni sorte in Svizzera, non emotive, ma di natura più economica e politica. Federico Franchini analizza i motivi per cui le aziende svizzere hanno difficoltà a voltare le spalle alla Russia.
Chi va, chi resta, chi interrompe la propria attività? Non si tratta tanto di una questione morale quanto di bilanci, come si legge nel reportage. Il danno alla reputazione viene soppesato rispetto agli investimenti effettuati. Non si tratta di stabilire chi sono le pecore bianche e nere, ma di valutare con pragmatismo le perdite e i guadagni e di limitare i danni economici.
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Partire o restare? Il grande dilemma delle imprese svizzere in Russia
Probabilmente il problema più grande che la Svizzera deve affrontare resta la spada di Damocle della carenza di forniture energetiche. Lo dimostra il dibattito in corso. Si discute di ogni tipo di soluzione: dallo sfruttamento delle riserve nazionali di gas all’abbandono del nucleare, fino alle centrali geotermiche. Il mio collega Simon Bradley ha visitato un impianto per una centrale elettrica che estrae acqua calda dalle profondità della terra e che presto fornirà elettricità a 1’000 famiglie. Il progetto pilota si trova non lontano dalle lussuose terme di Lavey-les-Bains, dove l’energia del terreno viene ora utilizzata nel settore del benessere.
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I progetti di geotermia possono assicurare l’indipendenza energetica della Svizzera?
A livello politico, la Svizzera rivendica un ruolo di primo piano nella soluzione della guerra, che dura ormai da più di 100 giorni. Il presidente Ignazio Cassis, in particolare, ha grandi ambizioni e ha trasformato senza troppi complimenti la conferenza sulle riforme per l’Ucraina prevista a luglio a Lugano in una conferenza sulla ricostruzione.
Un vertice che lascia ancora molte questioni aperte. Nella sua analisi, il nostro collega Balz Rigendinger si concentra su una questione in particolare: la Svizzera sta entrando nel terreno della Commissione europea con pretese di leadership?
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Ricostruzione dell’Ucraina: la Svizzera vuole un ruolo di leadership
La Svizzera, nota per la sua neutralità, è il palcoscenico giusto per l’inizio dei negoziati internazionali – ma il Paese è ancora neutrale? Queste discussioni continuano in patria e all’estero e non mancano i malintesi. La nostra collega Sibilla Bondolfi ha condensato in un articolo i fondamenti giuridici della neutralità svizzera, la sua storia e le sue interpretazioni, collegandoli al nostro ricco materiale d’archivio. Vi state interrogando sui tentennamenti della Svizzera, sul suo continuo accanirsi sulla propria identità? Allora sarà senz’altro una lettura che troverete interessante.
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Quanto è neutrale davvero la Svizzera?
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