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La BNS pronostica un anno intero di recessione

Keystone

Per far fronte alla crisi e ridare fiducia ai mercati, giovedì la Banca nazionale svizzera (BNS) ha deciso ai abbassare di un altro mezzo punto il suo tasso direttore. L'istituto di emissione prevede che la recessione colpirà l'economia svizzera per tutto il 2009.

Per la quarta volta nel giro di due mesi, la BNS ha ritoccato verso il basso il Libor. La fascia di oscillazione del principale tasso di riferimento per le banche scende così allo 0,0-1,0%.

Appena lo scorso 20 novembre, l’istituto di emissione elvetico aveva destato una certa sorpresa, operando un taglio di un intero punto, unico finora nella storia della politica monetaria della BNS.

Il miglioramento sul fronte del rincaro ha fornito un margine di manovra che la BNS intende “sfruttare con decisione”, ha indicato giovedì l’istituto di emissione. Abbassando di nuovo il suo tasso direttore, la BNS “vuole ridurre i rischi di un peggioramento della situazione e sostenere così l’evoluzione dell’economia”.

Le prospettive congiunturali sfavorevoli e il calo del prezzo del petrolio hanno condotto a una revisione radicale dei pronostici sull’inflazione, spiega la BNS. Il rincaro rallenterà chiaramente nel corso del 2009 e successivamente rimarrà a bassi livelli.

Nell’ipotesi di un Libor a tre mesi mantenuto costantemente allo 0,5%, la Banca nazionale si attende ora un tasso medio d’inflazione dello 0,9% l’anno prossimo e dello 0,5% nel 2010.

Recessione per tutto l’anno

La situazione economica internazionale si è nettamente deteriorata nel corso degli ultimi mesi, con un arretramento delle attività negli Stati Uniti e in Europa e un forte rallentamento in Asia, osserva ancora la banca centrale.

La situazione sui mercati finanziari internazionali è peggiorata ulteriormente dal mese di settembre. L’economia elvetica subirà in pieno l’impatto di tale evoluzione: l’anno prossimo il Prodotto interno lordo (Pil) elvetico dovrebbe subire un calo dello 0,5-1%.

La BNS si aspetta un andamento negativo non solo per i primi due trimestri 2009, bensì per l’intero anno. Le conseguenze della crisi finanziaria dovrebbero colpire in particolare le esportazioni, ha sottolineato Jean-Pierre Roth, presidente della direzione della BNS, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Zurigo.

Le prospettive di un calo delle vendite porteranno a una revisione dei piani di investimento anche in Svizzera. Roth è più ottimista per quanto riguarda la domanda di consumo: continuerà a crescere anche se a ritmi più lenti.

Scetticismo sui programmi congiunturali

Sempre secondo il presidente della BNS, almeno per ora in Svizzera non ci troviamo di fronte a una stretta creditizia. Stando a quanto emerso da un sondaggio presso le venti principali banche attive nel paese, solo nel 15% dei casi gli istituti hanno riferito di una prassi leggermente restrittiva.

Circa il mercato del lavoro, la banca prevede un tasso di disoccupazione fra un anno del 3,5-4%, contro il 2,7% del mese di novembre. Quanto all’inflazione, i relativi rischi sono svaniti dall’ultimo esame della situazione fatto dalla BNS il 18 settembre, ha rilevato Roth.

I vertici della BNS hanno d’altro canto espresso scetticismo sui tagli fiscali e i programmi congiunturali. Stando a Roth, la Svizzera dispone di un’economia “robusta”, che va sostenuta. “La politica monetaria è più efficace di quella fiscale”, ha dichiarato il presidente della BNS.

Altre perdite in vista per UBS e CS

La BNS non esclude inoltre ulteriori perdite per l’UBS e il Credit Suisse “a causa delle difficili condizioni del mercato”. La situazione è tuttora seria, ha indicato giovedì Philipp Hildebrand, vicepresidente della direzione della BNS.

A proposito del pacchetto di salvataggio dell’UBS, Thomas Jordan, membro della direzione della BNS, ha osservato che le eventuali perdite sui titoli illiquidi trasferiti alla società veicolo non possono ancora essere stimate. Una nuova valutazione degli attivi sarà fatta per fine 2008, rispettivamente per fine marzo 2009.

Reazioni positive

La decisione della Banca nazionale svizzera (BNS) di tagliare di mezzo punto il suo tasso direttore è stata accolta positivamente. Sono stati tuttavia sollevati interrogativi sui margini di manovra ancora a disposizione dell’istituto di emissione.

“Il margine di manovra della BNS è ridotto, ma tempi eccezionali richiedono provvedimenti eccezionali”, ha dichiarato Rudolf Minsch, esperto dell’organizzazione padronale Economiesuisse. A suo avviso, appena la situazione economica migliorerà, la fase del denaro a basso prezzo non durerà a lungo.

Per David Marmet, specialista della Banca cantonale di Zurigo (BCZ), la BNS non ha le mani legate dopo questo nuovo taglio, dato che oltre al tasso direttore dispone di altri strumenti. “Negli ultimi tempi la BNS si è mostrata molto innovativa”, ha affermato, dicendo di attendersi un ulteriore taglio del tasso di un quarto di punto percentuale.

Si tratta di una buona decisione, ha osservato anche Daniel Lampart, capo economista dell’Unione sindacale svizzera (USS). L’organizzazione dei lavoratori chiede ora alle banche di abbassare maggiormente e più velocemente i tassi ipotecari di quanto fatto finora.

swissinfo e agenzie

Il Libor rappresenta uno degli strumenti principali utilizzato dalla Banca nazionale svizzera (BNS), come pure da diverse altre banche centrali, per regolare la politica monetaria.

Il Libor (London Interbank Offered Rate) costituisce la media dei tassi d’interesse delle maggiori banche che operano a livello internazionale.

Il valore di questo tasso viene comunicato ogni giorno alle 11.00 (ora di Londra) dalla British Banker’s Association.

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