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UBS bonus malus

Keystone

Per il 2008, la banca non verserà bonus ai membri della direzione. Dal 2009 sarà introdotto un nuovo modello di rimunerazione che non prevede più soltanto dei bonus, ma anche dei malus.

Al centro delle polemiche da mesi, in particolare per aver versato somme considerevoli ai dirigenti che l’hanno condotta sull’orlo della rovina, UBS reagisce annunciando una modifica del modello di remunerazione dei vertici dell’azienda.

Le novità principali sono rappresentate dall’orientamento al lungo termine: la parte variabile dei salari non dipenderà più dai risultati ottenuti in periodi brevi. Inoltre, dipenderà in modo maggiore dalla creazione di valore aziendale.

Non ci sarà più nessuna componente variabile del salario per il presidente del consiglio d’amministrazione. Per gli altri membri della direzione sarà introdotto un sistema di bonus-malus che verrà applicato sia alle remunerazioni in contanti, sia alla partecipazione azionaria. Il sistema di bonus-malus riguarderà il 2-3% dei dipendenti, ha precisato il presidente del consiglio di amministrazione Peter Kurer in una conferenza telefonica.

Il nuovo modello non prevede un limite superiore di remunerazione, ma a partire dal 2009 agli azionisti sarà sottoposto un voto consultivo sul fondamento del nuovo sistema retributivo.

Nel comunicato diramato lunedì, UBS conferma le informazioni divulgate a inizio novembre dalla stampa domenicale della Svizzera tedesca: per il 2008, la banca non verserà bonus al presidente del consiglio d’amministrazione e ai membri della direzione generale. Le altre remunerazioni variabili saranno fissate dal consiglio d’amministrazione dopo la presentazione dei risultati d’esercizio 2008.

Al nuovo modello di remunerazione sarà dedicata, in parte, l’assemblea generale straordinaria in programma a Lucerna fra una decina di giorni.

Collaborazione con le autorità

Il modello, presentato lunedì, è stato messo a punto con la collaborazione della Commissione federale delle banche (CFB). Si fonda sulle direttive contenute nel piano governativo di salvataggio della grande banca.

In particolare, la Confederazione vuole avere voce in capitolo per quanto riguarda le indennità di partenza e i bonus versati dalla principale banca elvetica.

In futuro, UBS continuerà a collaborare con la CFB. Il modello di remunerazione verrà controllato regolarmente per assicurare il rispetto delle norme fissate per le attività bancarie.

Soddisfazione e delusione

Per il presidente della commissione delle finanze della camera bassa, Fabio Abate, le decisioni prese da UBS vanno nella giusta direzione. La banca ha bisogno di riconquistare fiducia e credibilità ed è giusto che agisca prima di esservi costretta (per esempio dalla revisione in corso della legge sulle società per azioni).

Il Partito socialista giudica le misure proposte un passo avanti, anche se assolutamente insufficiente. Nonostante l’introduzione del malus, il sistema proposto permetterebbe infatti ancora bonus milionari a due cifre, ovvero eccessi e ruberie. Più positive le reazione dei partiti di destra e di centro.

Il nuovo modello di remunerazione di UBS è stato accolto favorevolmente – seppur con qualche riserva – anche dalla Fondazione Ethos, che apprezza in particolare il sistema di bonus-malus basato su più anni e la decisione di riservare agli azionisti la possibilità di esprimersi in votazione sui principi di remunerazione della banca. Anche Ethos però critica il fatto che UBS non abbia fissato un tetto massimo per i bonus.

Dal canto suo, l’impreditore di Sciaffusa Thomas Minder, promotore dell’iniziativa popolare “contro le retribuzioni abusive”, ritiene che la proposta di UBS di sottoporre il modello di stipendi della banca al voto consultivo degli azionisti sia solo fumo negli occhi. La misura avrebbe come unico obiettivo quello di migliorare l’immagine dei vertici dell’istituto, messi sotto pressione da azionisti sempre più arrabbiati.

swissinfo e agenzie

La direzione generale di UBS è composta di 12 membri e capitanata da Marcel Rohner.

Lo scorso anno i bonus assegnati ai membri della direzione hanno raggiunto la somma di 74 milioni di franchi.

L’importo è stato giudicato da più parti fuori luogo. Nello stesso periodo, infatti, la banca ha registrato delle perdite considerevoli, pari a 4,4 miliardi di franchi.

In seguito alla crisi americana dei mutui ipotecari, UBS ha accumulato titoli illiquidi per 60 miliardi di franchi.

Il governo elvetico e la Banca nazionale svizzera hanno deciso di rafforzare la base di fondi propri dell’UBS sottoscrivendo un prestito di 6 miliardi di franchi convertibili in azioni. Lo stato deterrebbe così il 9,3% del capitale azionario della grande banca.

Il credito dovrebbe fruttare alla Confederazione oltre 700 milioni di franchi l’anno, grazie ad un tasso d’interesse del 12,5%.

La Banca nazionale svizzera metterà a disposizione altri 54 miliardi di dollari (62 miliardi di franchi) per permettere a UBS di liberarsi dei prodotti “tossici” detenuti finora.

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