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Scuola bilingue, ponte fra diverse culture

Italiano e tedesco sono le lingue parificate in una scuola che a Basilea accoglie bimbi di mezzo mondo swissinfo.ch

Una Dichiarazione universale e una Giornata internazionale sono importanti per promuovere il rispetto della diversità culturale. Ma la pratica e la conoscenza quotidiana contano ancora di più, come dimostra la Scuola elementare italo-svizzera (SEIS) Sandro Pertini a Basilea.

In una mattina grigia e nebbiosa, varchiamo la soglia della SEIS e ci ritroviamo in un corridoio variopinto. Sulle pareti sono evidenti le tracce di svariate attività didattiche e ricreative. Palesi sono pure il bilinguismo e lo scambio fra culture diverse.

Dalle aule giungono voci di maestri e di scolari. Italiano e tedesco si mescolano, come in una formula magica. La nostra perlustrazione in solitario è di breve durata. Nell’atrio sopraggiungono i responsabili dell’istituto e il deputato alla Camera italiana Franco Narducci.

Benché nel pomeriggio debba essere in aula a Montecitorio, prima di prendere il volo per Roma, il parlamentare si è recato a Basilea per la giornata di porte aperte alla SEIS. “Ritengo importante vedere di persona quello che accade in una scuola italiana in Svizzera”, ci spiega.

Lo seguiamo nel giro di visite nelle cinque classi dell’istituto, una per ogni livello. Le aule sono semplici e funzionali. Qui si privilegiano il coinvolgimento e la creatività. Non si mette l’arredamento in primo piano. Al centro dell’attenzione ci sono loro: gli allievi.

Interrotti nel bel mezzo delle lezioni, i bambini sono incuriositi, aperti al dialogo. Raccontano a Franco Narducci cosa stanno imparando, da dove vengono. Svizzeri, italiani, binazionali, ragazzi originari di paesi dei cinque continenti. Una mescolanza internazionale che rispecchia la composizione della popolazione basilese, commenta Bruna Miggiano, presidente della Fondazione FOPRAS (Formazione professionale e assistenza scolastica), che è l’ente gestore della SEIS.

Nata e concepita come scuola per figli di lavoratori italiani migrati nella regione di Basilea, nel corso degli anni la SEIS si è trasformata. “Oggi, come composizione, è molto simile a qualsiasi altra scuola pubblica di Basilea”, osserva Vitek Kulhanek, docente germanofono che lavora per metà tempo alla SEIS e per l’altra metà in una scuola pubblica della città renana.

Nuove generazioni

Ci sono figli della nuova generazione di migranti italiani, fatta soprattutto di laureati, e altri con un genitore di origine italiana. Ci sono anche figli di “italioti”, ossia di persone “che non hanno alcun legame di sangue con l’Italia, ma che ammirano la lingua e la cultura italiane”, ci dice Bruna Miggiano.

Tutte famiglie accomunate dal desiderio di offrire ai figli una formazione bilingue. Inoltre “c’è la mescolanza completa delle due culture, svizzera e italiana. È una scuola d’integrazione perfetta”, dichiara Giorgia, un’italiana che ha un figlio in seconda elementare. Il marito di Giorgia, pure italiano, lavora nella farmaceutica.

Prima di trasferirsi a Basilea, la famiglia era emigrata a Vienna, sempre per motivi professionali. Ma nella capitale austriaca non c’era una scuola bilingue e biculturale, ci racconta la giovane mamma, che ha anche una figlia. Per ora la piccola va all’asilo nido integrato nell’edificio della SEIS.

L’anno prossimo la bimba frequenterà la prima elementare. Anche lei alla SEIS. “Qui è bellissimo. Non posso immaginarmi di mandare i miei figli in un’altra scuola”, afferma Giorgia.

Aumentano gli allievi…

L’italiano e il tedesco alla SEIS sono lingue paritetiche e condivise, sia durante le lezioni e le attività ricreative che negli spazi d’incontro. Il sistema è quello dell’immersione, ci spiega la coordinatrice della SEIS Simona Cerletti. Le materie sono insegnate da due maestri: uno per lingua. I due docenti sono presenti contemporaneamente per alcune discipline, mentre per altre si alternano.

La SEIS è peculiare, ma non isolata dal contesto locale. È perfettamente inserita nel sistema basilese, del quale condivide progetti, servizi, calendario scolastico e parte del materiale didattico, indica Simona Cerletti.

Riconosciuta dalle autorità italiane e da quelle basilesi, la SEIS offre due uscite: permette di scegliere se continuare il curriculum italiano o quello elvetico. L’80% degli allievi che terminano il quinto anno continua la scolarità a Basilea, precisa Simona Cerletti. “Noi li incoraggiamo a seguire i corsi d’italiano anche dopo le elementari”.

Cresce la popolarità, ma diminuiscono i contributi

Mentre la lingua italiana in Svizzera continua a perdere terreno, la SEIS ne ha guadagnato un pezzetto. Con 62 allievi, in questo anno scolastico ha registrato un’impennata. Si tratta del numero di alunni più elevato degli ultimi 30 anni.

Riconoscimento e successo crescente non vanno tuttavia di pari passo con il sostegno finanziario dello Stato, né da parte svizzera né da parte italiana. Fino allo scorso anno scolastico Basilea Città ha sempre messo a disposizione della SEIS maestri tedescofoni pagati dal cantone, racconta il direttore della FOPRAS Roger Nesti. Ora non più.

Le autorità renane sono ancora interessate a una scuola bilingue, ma non con l’italiano, ci spiega Nesti. La “dolce lingua” ha perso attrattiva. Da un lato perché la proporzione di abitanti di madrelingua italiana in Svizzera continua a ridursi, dall’altro perché i giovani scelgono sempre meno lo studio dell’italiano sia a livello liceale che universitario.

Di fronte a questo indebolimento, Roma avrebbe interesse a moltiplicare gli sforzi per incentivare l’apprendimento dell’italiano, rileva Nesti. Paradossalmente, invece, lo Stato italiano dagli anni ’90 ha avviato un processo di disimpegno, che riguarda tutte le scuole e i corsi di lingua e cultura italiane all’estero.

Così, alla fine degli anni ’80, lo Stato italiano metteva a disposizione tutto il personale della SEIS, a parte i docenti germanofoni. Oggi fornisce un solo docente. Quanto al contributo finanziario annuale di Roma, l’anno scorso è stato di 35mila euro.

Defezioni che creano problemi alla SEIS, costretta a finanziarsi prevalentemente con le rette pagate dai genitori degli allievi. Ciò non spegne l’entusiasmo e l’allegria che regnano in seno alla scuola. Tra i bambini c’è anche chi non manca di iniziativa… politica.

“Voglio scrivere a Silvio Berlusconi, per chiedergli di dare più soldi per la scuola”, ha infatti detto Marcia, una svizzera di terza elementare, prendendo la parola durante la visita di Franco Narducci. La voce dell’innocenza oggi non giungerà nelle stanze dei bottoni. Ma questi cittadini in erba rappresentano una speranza per domani.

Sonia Fenazzi, Basilea, swissinfo.ch

Il 21 maggio si celebra la Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo. Una giornata proclamata per la prima volta dall’ONU nel 2002, a seguito dell’adozione, nel 2001, della Dichiarazione universale sulla diversità culturale dell’UNESCO, che fa della diversità culturale un patrimonio comune dell’umanità. Lo scopo della Giornata mondiale è di promuovere il dialogo e lo scambio reciproco, nell’ottica del rispetto della diversità culturale.

Quest’anno la Giornata si iscrive nel più ampio contesto dell’Anno internazionale del riavvicinamento tra le culture, durante il quale, secondo quanto ha dichiarato il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, “si rende omaggio alla diversità culturale e si mostra come la comprensione e il dialogo interculturali siano essenziali per la realizzazione di un mondo più pacifico. Inoltre, è sottolineato il ruolo fondamentale che svolge la cultura nell’ambito dello sviluppo”.

Fondata nel 1964, la SEIS è una scuole elementare bilingue italiano-tedesco, riconosciuta dallo Stato sia in Svizzera sia in Italia.

Conta cinque classi, una per ogni livello, dalla prima alla quinta elementare.

Quest’anno la frequentano 62 allievi. Circa il 70% è di cittadinanza italiana (almeno uno dei genitori), mentre il 30% è costituito da varie nazionalità.

Vi insegnano una dozzina di docenti per un totale di cinque posti a tempo pieno.

Le materie insegnate sono: tedesco, italiano, matematica, geografia, storia e studi sociali, scienze, educazione musicale, motoria, visiva, lavoro manuale e religione. Dalla 2a alla 5a gli allievi possono frequentare un corso facoltativo di inglese.

L’istituto organizza anche un doposcuola facoltativo e due pomeriggi ricreativi.

La SEIS dispone di una mensa, con un cuoco italiano.

Nello stesso edificio, c’è pure una struttura di accoglienza diurna per bambini in età prescolastica, con educatrici diplomate. Anche qui è promosso il bilinguismo italiano-tedesco.

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