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17 misure per un’offensiva a tutto campo

Il pacchetto proposto dal Consiglio federale per rilanciare la crescita economica del paese si articola in 17 misure più o meno concrete con relative scadenze.

Sono stati presi in considerazione diversi ambiti: dalle assicurazioni sociali alle piccole e medie imprese passando per leggi che regolamentano il mercato.

Le misure proposte prevedono per il 2004 che il Consiglio federale trasmetta al parlamento un progetto di revisione della legge sul mercato interno. In questo modo si dovrebbe migliorare il sistema di concorrenza.

Sempre per il 2004 è previsto un messaggio governativo sulla quinta revisione dell’assicurazione invalidità (AI). Secondo il Dipartimento federale dell’economia (DFE), il nesso con il rilancio economico è da vedere nell’integrazione delle persone con una temporanea incapacità di lavorare. Non manca poi la revisione della legge sull’assicurazione malattia (LAMal), che dovrà porre l’accento sulla concorrenza.

Per il 2004 si tratta anche di correggere il deficit strutturale della Confederazione con un nuovo programma inteso a generare economie per 2,5 miliardi, nonché stabilizzare la quota-parte dello Stato con una riforma dell’imposizione delle aziende.

Il 2005 sarà caratterizzato da punti forti come il progetto di riorganizzazione del settore dell’elettricità o una «serie di misure intese a favorire la partecipazione delle persone anziane al mercato del lavoro nell’ottica della dodicesima revisione dell’AVS e della seconda revisione della legge sulla previdenza professionale».

Infine, nel 2006 ci saranno le presentazioni di progetti importanti, come quello sulla politica agricola 2011, la revisione della legge sui mercati pubblici e le misure sullo snellimento amministrativo delle imprese.

Niente importazioni parallele

Il Consiglio federale non ha invece ritenuto opportuno introdurre nel suo pacchetto la questione dell’autorizzazione delle importazioni parallele, sebbene raccomandata dall’OCSE, che permetterebbero di ridurre il livello dei prezzi troppo elevato in Svizzera. In merito, Joseph Deiss ha detto che il progetto è in cantiere, ma «piuttosto a lunga scadenza».

Niente da fare nemmeno per l’accresciuta integrazione delle donne nel mercato del lavoro. Secondo il capo del DFE, ciò è piuttosto di competenza dei cantoni. In ogni caso, con il 70% circa di donne che esercitano un’attività lucrativa, la Svizzera è meglio situata della maggior parte dei suoi vicini, ha osservato Deiss.

swissinfo e agenzie

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