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2005, anno cruciale per l’aiuto allo sviluppo

L'aiuto allo sviluppo è anche superamento dei traumi: per esempio aiutando i bambini di Aceh a ritrovare il sorriso Keystone

La lotta alla povertà è tra gli obiettivi ONU del millennio. Per raggiungerlo servono più fondi. È l'opinione di Walter Fust, capo dell'aiuto allo sviluppo elvetico.

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) traccia un bilancio in chiaroscuro delle misure adottate per ridurre la povertà nel mondo.

Il 2005 sarà «un anno cruciale per lo sviluppo»: lo ha affermato martedì a Berna Walter Fust, capo della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).

A quasi cinque anni di distanza dal Vertice del Millennio delle Nazioni Unite, tenutosi a New York nel settembre 2000, l’alto funzionario del Dipartimento federale degli affari esteri stila un bilancio disincantato. All’epoca, 150 capi di stato e di governo si erano ripromessi di dimezzare entro il 2015 il miliardo di poverissimi che vivono con meno di un dollaro al giorno.

«Sono realista sulle possibilità di successo», ha detto Fust nel corso dell’annuale conferenza stampa della DSC. Oggi di certo c’è soltanto che senza un ulteriore aumento degli sforzi risulterà impossibile raggiungere gli «Obiettivi del Millennio» fissati a New York.

Per il direttore della DSC è urgente trovare nuovi strumenti di finanziamento. A suo avviso, l’obiettivo di dimezzare la povertà estrema è ancora possibile, ma solo se ci sarà «una mobilitazione di mezzi supplementari nei prossimi tre-quattro anni».

Solidarietà globale

Nel 2005 sono in programma diverse conferenze internazionali per stabilire il corso delle future collaborazioni in favore dello sviluppo: in marzo a Parigi (armonizzazione), in giugno a New York (finanziamento), in novembre a Tunisi (vertice mondiale della società dell’informazione. Il culmine si avrà in settembre, sempre nella Grande Mela, con il vertice «M+5». Un appuntamento importante anche per la Svizzera per un primo bilancio intermedio.

È difficile che siano sbloccati fondi al di fuori dei bilanci statali ordinari, ha rilevato Fust. La Svizzera non ha peraltro ancora raggiunto il suo obiettivo di dedicare lo 0,4 per cento del suo Prodotto interno lordo (Pil) all’aiuto allo sviluppo.

Secondo il direttore della DSC, si devono creare «strumenti di finanziamento innovatori». Per Fust, investitori privati ed enti umanitari devono essere parte integrante di questi meccanismi, un po’ come è successo con la solidarietà globale dopo il maremoto che ha devastato le coste del Sudest asiatico lo scorso 26 dicembre. Una solidarietà che continuerà a figurare fra le priorità della DSC nell’opera di ricostruzione sociale ed economica delle regioni colpite.

La povertà, una realtà che preoccupa

Secondo l’alto funzionario i recenti Forum di Davos e Porto Alegre hanno mostrato che la povertà è divenuta oggetto di preoccupazione mondiale: «Oggi le questioni inerenti allo sviluppo sono sempre più spesso in cima all’agenda internazionale», ha rilevato Fust.

Diverse proposte sono state formulate di recente, come un’imposta sul cherosene, una tassa sulle transazioni finanziarie nei paesi in cui vige il segreto bancario o ancora il finanziamento dell’aiuto allo sviluppo con prestiti sui mercati dei capitali. Fust giudica difficile trovare un consenso su queste proposte. In particolare, l’idea di indebitarsi per finanziare l’aiuto allo sviluppo non corrisponde alle concezioni elvetiche.

Un gruppo interdipartimentale si occuperà nei prossimi mesi dell’elaborazione di una posizione svizzera per il vertice di settembre a New York, ha indicato il direttore della DSC. Il Consiglio federale approverà in estate una linea di condotta al riguardo.

Progetti per il 2005

L’ONU ha dichiarato suoi temi per il 2005 il microcredito e lo sviluppo attraverso lo sport, due temi nei quali la DSC s’impegna da tempo. La microfinanza, rileva la DSC si è dimostrata un importante mezzo di lotta alla povertà.

Tuttavia, nei paesi poveri solo il 10 per cento della popolazione ha accesso a crediti e possibilità di risparmio affidabili. Da oltre 20 anni la DSC offre condizioni di finanziamento vantaggiose per le persone che vivono nella povertà in una ventina di paesi del Sud e dell’Est, con un impegno annuale di 25 milioni di franchi.

Per quanto riguarda lo sport, un progetto della DSC permette a giovani della regione di Bam, la città iraniana distrutta nel 2003 da un terremoto che fece 26’000 morti, di praticare nelle tendopoli allestite dopo il sisma attività sportive accompagnate, come il calcio e la pallavolo. La Svizzera accoglierà inoltre dal 4 al 6 dicembre a Macolin (BE) la seconda conferenza internazionale su sport e sviluppo.

swissinfo e agenzie

Al Vertice del Millennio di New York (6-8 settembre 2000), l’ONU ha stabilito che entro il 2015 dovrebbe essere dimezzato il numero delle persone, circa un miliardo, che vivono con meno di un dollaro al giorno.
Il 2005 è dedicato ai piccoli crediti, dimostratisi un buon mezzo per combattere la povertà, e allo sviluppo attraverso lo sport.

La Svizzera, attraverso la Direzione dello sviluppo e della cooperazione, dedica lo 0,39% del suo prodotto interno lordo all’aiuto allo sviluppo.

In cima alla classifica, stilata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ci sono la Norvegia (0,92%) e la Danimarca (0,84%). Fanalini di coda, tra i 22 paesi presi in considerazione, l’Italia (0,17%) e gli USA (0,15%).

I dati, però, non sono calcolati in modo uniforme e l’ottavo posto della Svizzera va relativizzato. Secondo il direttore della DSC, Walter Fust, per rimanere credibili è importante non gonfiare artificialmente il volume dell’aiuto allo sviluppo conteggiando, per esempio, anche i debiti cancellati.

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