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Aspre critiche dei sindacati ai manager di Swiss

"Sportelli chiusi": la compagnia aerea Swiss adotta drastiche misure onde evitare una fine catastrofica Keystone

Sindacati e associazioni del personale condannano la decisione della compagnia aerea di tagliare 1000 posti di lavoro e di ridurre la sua flotta regionale.

Del consiglio d’amministrazione è stata biasimata in particolare l’incapacità di prendere decisioni chiare ed importanti sul futuro della compagnia.

La compagnia elvetica di bandiera ha annunciato martedì mattina la decisione di ridurre il numero dei collegamenti regionali e il licenziamento di un migliaio di persone.

Queste drastiche misure dovrebbero permettere un risparmio di 300 milioni di franchi annui.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Fra i più delusi, la sinistra e i sindacati.

La Confederazione rimane con Swiss

Il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz considera necessarie – benché dolorose – le misure attuate da Swiss.

«Credo che sia necessario ridurre i costi di Swiss, ma nel contempo bisogna continuare a negoziare nel tentativo di reperire un partner ed accedere ad un’alleanza», ha detto il consigliere federale subito dopo l’annuncio della ristrutturazione.

Secondo il ministro delle finanze, l’attuale situazione della compagnia non è disperata, ma è importante che Swiss rimanga competitiva.

«Le misure annunciate dalla direzione «sono coraggiose», ma forse andavano attuate più tempestivamente», ha aggiunto.

La Confederazione detiene il 20% del capitale di Swiss e per ora non intende cedere la sua partecipazione: «Questo non è certamente il momento opportuno», ha sottolineato Merz.

UDC e PPD: misure sensate

Tra i partiti di governo, l’Unione democratica di centro (UDC) e il Partito popolare democratico (PPD) hanno accolto con favore il programma di ristrutturazione.

«La compagnia ha subìto ingenti perdite nei collegamenti europei e la diminuzione della flotta è quindi una misura sensata», ha dichiarato il portavoce del PPD, Reto Nause.

Sulla stessa linea d’onda, Roman Jäggi, portavoce dell’UDC, che ha però criticato l’eccessiva passività del governo. «Swiss diventerà una piccola compagnia aerea a costi ridotti, come anticipato dal partito dopo il «grounding» di Swissair: Nell’operazione sono stati gettati dalla finestra fondi pubblici per due miliardi di franchi», ha affermato Jäggi.

No comment dei radicali

Più riservato il partito liberale radicale, che non ha voluto commentare quella che ha definito «una decisione puramente economica», la cui responsabilità ricade interamente sul consiglio di amministrazione di Swiss.

La compressione dell’organico è d’altra parte una questione che dovrà essere regolata dalla compagnia assieme ai sindacati.

Il portavoce del PLR, Christian Weber, ha ricordato che il suo partito «ha sempre sostenuto che lo Stato deve ritirarsi dal capitale di Swiss e cedere la propria partecipazione».

La sinistra deplora i tagli

A sinistra dello scacchiere politico, il partito socialista (PS) ha vivamente deplorato il duro colpo assestato al personale della compagnia e ha chiesto che i piani sociali attualmente in vigore vengano applicati nella loro integralità.

Secondo il portavoce del PS, Jean-Philippe Jeannerat, «Swiss sta perseguendo sulle rotte europee una strategia «a zig zag» ed è urgente che entri in un’alleanza dei cieli, o perlomeno che stringa un patto di cooperazione strategica con uno dei principali vettori europei».

Sindacati delusi

I sindacati hanno accolto i tagli occupazionali con grande delusione.

Daniel Vischer, rappresentante del Sindacato dei servizi pubblici, ha affermato che «quella del consiglio d’amministrazione è una decisione che non corregge i difetti insiti nella costituzione stessa della compagnia Swiss e che comunque non precisa il futuro posizionamento della flotta attiva sulle rotte europee».

Critici anche i piloti ex-Swissair, riuniti nel sindacato Aeropers, e soprattutto i colleghi dell ex-Crossair che aderiscono al sindacato Swiss Pilots. «Il consiglio d’amministrazione non è stato capace di formulare progetti per il futuro», ha detto il portavoce di Swiss Pilots Christoph Frick.

Scettico anche Kapers, il sindacato degli assistenti di volo: «Swiss ribalta la responsabilità delle scelte strategiche sui partner sociali, ma questo compito non spetta a noi», ha commentato il presidente di Kapers Urs Eicher, aggiungendo che «si costringono i sindacati a risolvere i problemi di Swiss facendo concessioni sui salari e sulle condizioni di lavoro.»

PUSH e SEV-GATA, i sindacati del personale a terra, giudicano i piani di Swiss confusi. Ancora non è chiaro, infatti, dove saranno operati i tagli occupazionali.

swissinfo e agenzie

Alcune tappe della giovane compagnia aerea prima della ristrutturazione annunciata martedì:

– 31 marzo 2002: Swiss succede alla compagnia regionale Crossair. Dispone di 133 aerei, di cui 52 ereditati dalla ex-Swissair. Ai suoi esordi, Swiss impiegava all’incirca 12’000 persone per 10’500 posti a tempo pieno.

– 19 novembre 2002: soppressione di 8 velivoli e di 300 posti di lavoro.

– 25 febbraio 2003: per far fronte alla forte diminuzione della domanda in Europa, Swiss sopprime 700 impieghi e riduce la sua flotta a 112 velivoli.

– 25 marzo 2003: dopo una perdita di ca. 1 miliardo di franchi nel 2002, Swiss riduce della metà (da 60 a 30) il numero di aerei Embraer ordinati a un costruttore brasiliano.

– 24 giugno 2003: nell’ambito del suo nuovo piano-business, Swiss sopprime altri 3000 posti di lavoro dei 9000 che le rimanevano. La flotta è ridotta a un totale di 74 apparecchi.

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