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Caso Swiss: criticati i dirigenti

Sfiduciata: la Swiss non sembra godere dei favori della stampa swissinfo.ch

La stampa svizzera è d'accordo: le drastiche misure annunciate martedì da Swiss sono urgentemente necessarie. Non è chiaro però se basteranno.

Dure critiche ai dirigenti di Swiss, incapaci di tenere la situazione sotto controllo e ritenuti responsabili della crisi.

«Chi salverà la Swiss?» Apre così, con una domanda alla quale sembra impossibile dare una risposta, l’editoriale del quotidiano zurighese Tages Anzeiger. «Migliaia di posti di lavoro cancellati, un aeroporto ridotto ad una rovina edilizia e l’autostima della nazione intaccata»: non è certo un quadro roseo quello che si presenta il giorno dopo l’annuncio del ridimensionamento di Swiss.

Ma non è una sorpresa. «Notizia preannunciata di un disastro che parte da lontano», titola l’editoriale del Corriere del Ticino. E aggiunge poi: «Chi si dichiara traumatizzato dalle decisioni prese ieri da Swiss, o vive fuori dalla realtà o è in malafede».

Toni drammatici per i quotidiani romandi. Sia 24 heures che Le Temps parlano di «salasso» evocando così l’immagine del sangue risucchiato dal corpo di un moribondo con la speranza che quest’operazione possa portarlo a nuova vita.

Sfiducia generalizzata, ma «bisogna crederci»

In realtà molti mettono in dubbio le reali possibilità di sopravvivenza della compagnia area. Il quotidiano losannese Le Temps ritiene che queste siano andate continuamente diminuendo, «a causa degli errori e del ritardo accumulati».

Anche la Tribune de Genève, pur salutando positivamente le misure annunciate da Swiss si domanda se «basterà». L’insicurezza che regna sovrana è dovuta, secondo la Basler Zeitung, alla vaghezza dei piani di Swiss. Si conoscono le linee di massima, ma «ci sono dei grossi punti di domanda per quanto riguarda la messa in atto delle misure pianificate».

Per 24 heures la flotta ha ora delle dimensioni accettabili. Anche se i tagli sono dolorosi, la nuova Swiss potrebbe funzionare, ma perché questo avvenga «bisogna crederci».

Critiche dure ai dirigenti

Ad eccezione della Neue Zürcher Zeitung, i quotidiani elvetici sono tutt’altro che clementi con la dirigenza di Swiss. Il Tages Anzeiger ammette che è facile fare i saggi a posteriori, tuttavia non si può non riconoscere l’errore commesso un anno e mezzo fa dal mondo politico e dall’opinione pubblica nell’accordare fiducia al progetto Swiss.

Al di là della guerra in Iraq, della crisi economica mondiale e della polmonite atipica – «la parte di sfortuna che va concessa a Swiss», scrive Le Temps – la crisi di Swiss dipende dall’evoluzione del settore dell’aviazione. Un’evoluzione che è in atto già da anni e che, fa notare il Tages Anzeiger, «André Dosé e i suoi uomini avrebbero dovuto conoscere».

«Un volo pazzo e incontrollato»: questo è l’andamento della compagnia area secondo il Blick. E alla guida di questo volo si trova una dirigenza confrontata a problemi che non è in grado di risolvere. Da quando la Swiss è stata tenuta a battesimo, non si è raggiunto nessun risultato di rilievo.

Non sono i soli responsabili

Per l’autorevole quotidiano zurighese Neue Zürcher Zeitung (NZZ) il problema maggiore non è la dirigenza. «La Swiss lotta per la sopravvivenza in un ambiente ostile, minacciata da una potente concorrenza, sfavorita da un idiota sistema di rotte d’atterraggio verso il suo aeroporto e ostacolata nelle sue azioni da un caparbio sindacato di piloti».

Un ulteriore problema è poi rappresentato dal fatto che la Swiss dipende da altre aziende per assicurare servizi come il catering. Secondo la NZZ, ciò impedisce al management «di dettare il tempo e le modalità della riduzione dei prezzi». È certo che d’ora in avanti «i dirigenti di Swiss non possono permettersi errori nella messa in atto del nuovo piano di gestione, soprattutto perché dipendono dalla disponibilità dei loro collaboratori, dei loro fornitori e dei loro clienti».

Il Corriere del Ticino denuncia la «cintura di castità» imposta al management di Swiss e «costituita dal mandato iniziale più politico che aziendale». Ora dopo il no di Berna all’immissione di altro denaro pubblico nella compagnia aerea, Swiss può «muoversi come confà ad un’azienda che cerca a tutti i costi di chiudere l’esercizio nelle cifre nere».

Il via libera della politica all’economia

Anche Le Temps accenna alle responsabilità politiche della crisi di Swiss. Il sostegno garantito in un primo tempo alla compagnia rispondeva ad un calcolo d’interesse nazionale «un calcolo cinico, difficile da confessare in pubblico» ma comprensibile, visto che si trattava di evitare la scomparsa di una compagnia nazionale.

Il quotidiano losannese saluta favorevolmente il passaggio del dossier Swiss al ministro dei trasporti Leuenberger. In questo modo si sposta il dibattito dal campo politico al campo economico. Finalmente è possibile «che la Swiss faccia quello che deve fare per essere redditizia. Che faccia tutto quanto gli esperti raccomandavano dall’inizio, prima ancora della guerra in Iraq o della polmonite atipica».

Restano i «tempi duri per l’aeroporto» (Tages Anzeiger) e il mutismo dei dipendenti di Swiss. «Vi dirò quello che ho il diritto di dirvi: niente» titola Le Temps facendo riferimento allo sconcerto che regna tra il personale.

swissinfo, Doris Lucini

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