Fallimenti in crescita, economia in trasformazione
Una società su nove è fallita negli ultimi anni. E anche il 2002 conferma il dato: la precarietà finanziaria di molte aziende porta a depositare il bilancio.
Le ristrutturazioni dei grandi gruppi hanno avuto un effetto negativo anche per le medie e piccole imprese.
L’anno scorso sono ci sono stati in Svizzera 8 802 fallimenti, l’8,1 per cento in più rispetto al 2001. Si tratta del valore più alto registrato negli ultimi quattro anni, come indica l’agenzia di informazioni economiche Creditreform in uno studio. Nel solo mese di dicembre i casi di bancarotta sono stati 677, quasi il 35 per cento in più dello stesso mese del 2001.
In generale Creditreform osserva che negli ultimi dieci anni ben 41’178 società sono sparite in Svizzera a causa di un fallimento. Ciò significa in media una società su nove. Eppure sul piano dell’occupazione la fluttuazione del numero delle ditte non sembra incidere in maniera evidente. Secondo le statistiche ufficiali della Confederazione dal 1998 al 2002 sono stati creati in Svizzera 120’800 posti di lavoro a tempo pieno.
Indicatore ritardatario
Solo nel 2002 la crisi si è fatta sentire anche negli indicatori economici. Lo conferma Max Zumstein del Segretariato per l’economia della Confederazione (seco): “I fallimenti sono un indicatore ritardato della congiuntura. Possono passare dei mesi, a volte degli anni fra il deposito dei bilanci e l’entrata nelle statistiche”.
Per questo è necessaria un’attenzione particolare all’analisi dei dati, visto il decorso individuale di ogni fallimento. Ma gli esperti indicano fra gli indirizzi principali la crisi dei mercati e quella della nuova economia, che ha portato in pochi anni alla nascita e poi alla morte di molte piccole e medie aziende.
I problemi del ramo legato ad internet hanno colpito soprattutto Zurigo dove la concentrazione è maggiore. Ma anche l’industria pesante ha sofferto per tutti gli anni Novanta, portando a chiusure e ristrutturazioni.
Ristrutturazioni
Negli ultimi due anni e – in maniera ancora più decisa – dopo il crollo dei mercati finanziari, molte grandi aziende sono state ristrutturate. Per la prima volta anche i servizi non sono stati risparmiati dalla crisi.
“Le imprese che gravitavano intorno a Swissair, per esempio, sono state direttamente coinvolte dal fallimento della compagnia aerea”, precisa Eric Girond di Creditreform.
Ogni cambiamento e risparmio negli ingranaggi dei grossi gruppi ha una ricaduta anche sui fornitori, spesso si tratta di piccole e medie aziende. Ancora una volta il caso di Zurigo illustra bene la situazione: le società che hanno depositato i bilanci sono state ben il 21,5 per cento in più dell’anno precedente.
Ticino più colpito
Analogo l’effetto delle drastiche misure di risparmio applicate dagli istituti bancari che hanno contribuito all’impennata dei fallimenti, come indica la situazione anche al sud delle Alpi.
Complessivamente in Ticino sono stati contati 410 fallimenti nel 2002, pari a un incremento del 18,8 per cento rispetto all’anno prima. È la percentuale più alta fra le varie regioni del paese.
Crisi globale, trasformazione profonda
Secondo Eric Girond i fallimenti, come le ristrutturazioni sono un sintomo: “L’economia mondiale ha rallentato la sua crescita. I maggiori partner economici della Svizzera, in primo luogo la Germania, ne soffrono. Dunque anche le esportazioni, vero motore dell’economia, sono diminuite”.
E per l’anno in corso lo specialista di Creditreform si aspetta un aumento delle bancarotte del 5 fino al 10 per cento. Ma l’economia è anche in trasformazione, come indica il fatto che a fronte di 4’002 fallimenti aziendali e 4’800 fallimenti di persone fisiche, si oppongono 30’964 nuove ditte iscritte all’albo.
swissinfo, Daniele Papacella
4’002 fallimenti di aziende e 4’800 di persone fisiche nel 2002
11% in più dell’anno precedente
Anche le nuove ditte sono meno numerose: 30’964, rispetto alle 31’555 dell’anno precedente
Nella nascita di nuove aziende si nota un calo del 4,4%
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