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Il pericolo del cognome che fa la differenza

Keystone

La discriminazione dei giovani stranieri nella selezione degli apprendisti "è un dato di fatto". I sindacati Travail.Suisse e sic svizzera mettono ora a disposizione un sito internet che offre gli strumenti per risolvere questo problema.

Si tratta di una “bomba a orologeria sociale”, ha dichiarato, giovedì in una conferenza stampa a Berna, il segretario della società degli impiegati di commercio (sic svizzera) Peter Kyburz.

L’economia elvetica ha bisogno di personale qualificato e la società necessita l’integrazione di tutta la popolazione attiva nel processo lavorativo. Escludere dalla formazione professionale un gruppo di giovani in base alla loro origine significa mettere a repentaglio il futuro del paese, ha osservato Kyburz.

Diversi studi scientifici l’hanno provato: ragazzi con un cognome straniero – soprattutto se suona balcanico o turco – sono penalizzati nella ricerca di un posto di tirocinio, ha sottolineato il presidente del sindacato interprofessionale Travail.Suisse Martin Flügel.

Molto spesso pregiudizi e diffidenza hanno il sopravvento sulle qualifiche dei candidati. Gli aspiranti apprendisti con origini balcaniche o turche sono frequentemente scartati, anche se presentano un’ottima pagella.

Ingiustizie e sprechi

È un’ingiustizia che viola il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione federale e che ha conseguenze disastrose, ha sottolineato Flügel. Coloro che vengono emarginati dalla formazione hanno un rischio nettamente più elevato di disoccupazione, malattia e invalidità, con i problemi sociali connessi. Ciò rappresenta un costo a carico dello Stato e dunque dell’intera società.

D’altra parte si sprecano competenze di questi giovani – per esempio il plurilinguismo – facendo perdere all’economia elvetica importanti risorse. “Le aziende con una visione aperta possono influenzare positivamente la vita di un giovane di famiglia migrante e al contempo beneficiare della sua motivazione”, ha aggiunto il copresidente di NCBI Svizzera (National coalition building institute) Ron Halbright.

L’evoluzione appare inoltre destinata ad aggravarsi. Infatti, l’evoluzione demografica indica che nei prossimi dieci anni la proporzione dei ragazzi di origine straniera al termine della scuola obbligatoria aumenterà, superando il 30%.

Agire in fretta

La Svizzera non può permettersi di continuare a tollerare l’esclusione di una proporzione sempre maggiore di giovani dalla formazione professionale: occorre invertire rapidamente la rotta, ha messo in guardia Martin Flügel. Per questo le due organizzazioni sindacali hanno preso l’iniziativa di elaborare misure concrete.

All’insegna del motto “il futuro prevale sull’origine”, hanno creato un sito internet “per un’equa selezione degli apprendisti” destinato in primo luogo ai formatori. Esso costituisce una sorta di strumentario a loro disposizione, ha detto il capo progetto Matthias Kuert Killer.

Risposte agli interrogativi più frequenti, liste di controllo per ogni fase di selezioni, istruzioni pratiche di vario tipo, esempi, profili, suggerimenti, indirizzi, contatti: tutto è accessibile facilmente e gratuitamente.

Le organizzazioni sindacali hanno già avuto contatti con le associazioni padronali, affinché le imprese siano stimolate a servirsene. Le prime reazioni sono state positive, ha affermato il capo progetto. In questo processo di sensibilizzazione saranno pure coinvolti i competenti servizi cantonali e federali.

Il Ticino in posizione migliore

Attualmente il sito www.zukunftstattherkunft.ch esiste in tedesco e francese. Non è ancora sicuro che venga tradotto o adattato anche in italiano. In Ticino il problema della discriminazione degli stranieri nella scelta degli apprendisti non è avvertito.

“Non è escluso che non ci sia in assoluto. Ma se vi sono dei casi, sulla base della mia esperienza, direi che si tratta di un problema circoscritto”, ha spiegato a swissinfo il segretario cantonale del sindacato Organizzazione cristiano sociale ticinese (OCST) Meinrado Robbiani.

L’OCST vuole comunque verificare se questo fenomeno esiste anche nel cantone sudalpino, magari in forma occulta. Se emergessero disparità di trattamento, il sindacato adotterebbe i necessari provvedimenti. Ma Robbiani è fiducioso. Il sindacalista sottolinea che in Ticino il collocamento degli apprendisti è ben strutturato e organizzato, grazie a un’ottima collaborazione fra tutti i partner della formazione professionale.

In italiano sarà invece sicuramente disponibile, al più tardi dalla fine di gennaio 2009, la piattaforma www.we-are-ready.ch, che consente di presentare in forma anonima le candidature per un posto di tirocinio. Si tratta di un progetto pilota avviato dalla sic svizzera nell’autunno 2007, che ha dato buoni risultati.

“Le aziende apprezzano l’efficacia e l’oggettività” di questo metodo, ha assicurato il risponsabile del settore giovanile della sic svizzera Andrea Ruckstuhl. In questo modo sono garantite le pari opportunità ai giovani e contemporaneamente le imprese possono beneficiare di tutto il potenziale di risorse disponibile.

swissinfo, Sonia Fenazzi

In Svizzera:

solo 1 giovane su 10 non termina un apprendistato o non consegue una maturità;

fra i giovani stranieri la proporzione è di più di 5 su 10;

a parità di risultati scolastici, i giovani svizzeri hanno il quadruplo delle probabilità dei coetanei stranieri di trovare un posto di tirocinio.

In un progetto pilota nel canton Zurigo sono state presentate 2350 candidature in forma anonima per l’inizio del tirocinio dal 2008.

La proporzione dei candidati invitati a un’audizione è stata praticamente identica per tutte le nazionalità.

L’idea di sottoporre candidature in forma anonima per evitare discriminazioni è stata importata in Svizzera dalla Francia.

Questo metodo di promozione delle pari opportunità non è stato utilizzato solo per impedire che i candidati siano penalizzati a causa della loro origine, ma anche per combattere le discriminazioni fra i sessi.

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