La Cina aperta alle proposte svizzere
Il ministro svizzero dell'economia ha espresso a swissinfo un cauto ottimismo su un'intensificazione dei rapporti commerciali sino-elvetici.
Al di là dell’alleanza strategica con l’Unione europea, la Svizzera valuta in effetti la possibilità di stipulare accordi di libero scambio con Cina e Stati Uniti.
Iniziato giovedì, volge al termine il viaggio intrapreso da Joseph Deiss in Cina in compagnia di una delegazione di rappresentanti dell’economia svizzera. Martedì il ministro degli esteri elvetico proseguirà alla volta di Washington.
A Pechino Deiss ha incontrato il vice-primo ministro cinese Zeng Peiyan e il ministro del commercio Bo Xilai.
In agenda c’era la proposta di avviare uno studio di fattibilità su un accordo di libero scambio tra la Cina e i paesi dell’Associazione europea di libero scambio (AELS, di cui fanno parte Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).
Deiss ha sollevato inoltre a nome degli imprenditori svizzeri attivi in Cina il problema della violazione dei diritti sulla proprietà intellettuali e di altri ostacoli al commercio.
Domenica la delegazione svizzera ha visitato la città di Suzhou, nei pressi di Shangai, dove molte aziende elvetiche, tra cui Novartis e Logitech, hanno aperto delle filiali.
swissinfo: Quali sono stati i principali risultati della sua visita in Cina?
Joseph Deiss: Parlando in termini generali, credo che il governo cinese sia molto interessato ad approfondire le relazioni economiche con il nostro paese. Le autorità hanno anche espresso la loro volontà di affrontare tutti i problemi sollevati dalla nostra delegazione e di trovare delle soluzioni.
Le relazioni con la Cina sono eccellenti e c’è la chiara intenzione di compiere ulteriori passi in questa direzione.
swissinfo: Cos’è che rende il mercato cinese tanto attraente per l’economia svizzera?
J.D.: La Cina è un bacino economico molto grande e in rapida crescita. Il volume di scambi tra la Svizzera e la Cina ha superato i 5 miliardi di franchi. Solo durante lo scorso anno è stata registrata una crescita di oltre il 30%.
Il mercato cinese rappresenta un grande potenziale per l’economia elvetica, in particolare per l’industria delle macchine, ma anche per quella farmaceutica e chimica, per le banche e per il turismo.
swissinfo: Durante la sua visita lei ha discusso la possibilità di un accordo di libero scambio tra i paesi dell’AELS. Quali sono i tempi di un possibile accordo?
J.D.: Su richiesta degli altri tre paesi dell’AELS, ho chiesto alla Cina se fosse pronta ad accettare un memorandum d’intesa volto a realizzare uno studio di fattibilità per un accordo di libero scambio. Siamo all’inizio delle discussioni. È troppo presto per parlare di negoziati.
La reazione è stata positiva e il ministro del commercio Bo Xilai ci ha assicurato che il governo cinese è pronto a fare uno studio di fattibilità. Nelle prossime settimane dovrebbe essere possibile capire quali sono le scadenze realistiche per possibili negoziati.
Ci sono molti altri paesi interessati a liberalizzare i commerci con la Cina, a causa del suo enorme potenziale economico. Pechino sembra tuttavia veramente interessata ad un accordo.
Credo che la Svizzera approfitti di un’immagine positiva tra i membri del governo e dell’amministrazione. Il nostro paese è stato uno dei primi ad avviare relazioni diplomatiche con la Repubblica popolare cinese 55 anni fa.
swissinfo: La prossima tappa del suo viaggio all’estero sarà Washington, dove sono previsti incontri esplorativi in vista di un accordo di libero scambio. Quali sono gli assi nella manica della Svizzera?
J.D.: Il mio obiettivo è di incontrare rappresentanti di alto livello dell’amministrazione USA e del Congresso per fare il punto della situazione e discutere vari aspetti delle nostre relazioni economiche.
È trascorso molto tempo – sei anni – dall’ultima visita di un ministro dell’economia svizzera negli Stati Uniti, il secondo partner economico della Svizzera. L’accordo di libero scambio
È solo una delle opzioni. Quel che noi proponiamo è di avviare le discussioni su possibili negoziati.
La Svizzera è un partner importante per gli Stati Uniti dal punto di vista del commercio, ma anche degli investimenti. Gli investimenti svizzeri negli USA ammontano a circa 80 miliardi di franchi.
swissinfo: La sua visita in Asia e negli Stati Uniti potrebbe essere vista come il primo passo verso una svolta nella politica estera ed economica elvetica. La Svizzera vuole voltare le spalle ai suoi partner europei?
J.D.: Certo che no. La visita è semplicemente la logica conseguenza del primo piano strategico della Svizzera per la politica economica estera. Le nostre priorità rimangono la liberalizzazione globale del commercio all’interno dell’Organizzazione mondiale per il commercio e la stretta collaborazione con l’Unione europea.
Abbiamo bisogno di condizioni favorevoli per il commercio e per le altre relazioni economiche con l’Unione europea. In questo è vitale per la Svizzera che la popolazione accetti in settembre l’estensione della libera circolazione delle persone ai dieci nuovi paesi dell’UE.
La Svizzera, un paese con una lunga tradizione nell’approccio universale al commercio, si basa però su relazioni bilaterali. È importante avere dei contatti regolari ad alto livello con i nostri partner più importanti, come gli Stati Uniti.
Intervista swissinfo, Urs Geiger
(traduzione: Andrea Tognina)
La Cina è il secondo maggior partner commerciale della Svizzera in Asia dopo il Giappone.
270 ditte svizzere sono attive in Cina; impiegano 55’000 persone.
Con 5 miliardi di franchi d’investimenti, la Svizzera è tra i primi 15 paesi investitori in Cina.
Il maggior partner commerciale della Svizzera in assoluto è l’Unione europea, davanti agli Stati Uniti.
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