La grande sfida dell’economia digitale
Il tema dei contenuti è al centro della conferenza sul futuro dell'economia digitale apertasi a Roma, spiega a swissinfo l'esperto di diritto Urs Gasser.
I 350 delegati attesi alla conferenza esamineranno in che modo la politica potrà rispondere ai rapidi cambiamenti nella produzione, trasmissione ed utilizzazione dei contenuti.
Organizzata congiuntamente dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e dal Ministero italiano per le innovazione e le tecnologie, la conferenza che si è aperta lunedì a Roma ha quale obiettivo di migliorare la comprensione sulle implicazioni legate al rapido sviluppo e al cambiamento dei canali di distribuzione dei contenuti digitali.
Denominata «Il futuro dell’economia digitale: creazione, distribuzione e accesso ai contenuti digitali», la conferenza di due giorni cercherà di fare il punto sull’impatto che questi contenuti hanno sui modelli d’impresa (in particolare lo sviluppo del cosiddetto e-commerce, il commercio via internet) e sul modo in cui possono ampliare l’accesso alla conoscenza, ad esempio attraverso iniziative come le biblioteche digitali.
Durante il congresso si cercherà inoltre di identificare quegli aspetti che possono contribuire favorire la trasmissione di contenuti in un’epoca caratterizzata da Internet a banda larga.
Urs Gasser, professore al centro di ricerca per il diritto applicato all’informazione dell’Università di San Gallo, dirigerà un gruppo di lavoro che si occuperà di analizzare le attitudini sociali e le nuove abitudini degli utenti.
swissinfo: In che modo questa conferenza potrà contribuire al futuro dell’economia digitale?
Urs Gasser: Recentemente i dibattiti politici si sono spostati dalla questione delle infrastrutture a quella dei contenuti. In altre parole, una volta che c’è la conduttura, cosa fare di ciò che si trasporta?
È su questi presupposti che si basa la conferenza dell’OCSE. Prima di tutto si tratterà di fare il punto su ciò che è cambiato nella maniera di produrre e di distribuire il contenuto e sui modi per accedervi e per riutilizzarlo.
In secondo luogo, ci si soffermerà sullo sviluppo futuro. A mio modo di vedere, la conferenza segna l’inizio di un lungo dibattito durante il quale verranno abbordati gli aspetti tecnologici, la nascita di nuovi modelli d’impresa e i quadri legali appropriati per far fronte a questi cambiamenti.
swissinfo: Cosa può dirci del gruppo di lavoro da lei presieduto?
U.G.: Questo gruppo sulle nuove abitudini sociali si soffermerà su un altro cambiamento in atto, che abbiamo potuto constatare più sul fronte della creazione e della produzione che su quello della distribuzione. In che modo gli utenti mettono a profitto le informazioni e la conoscenza?
Penso che il denominatore comune sia quello di un’evoluzione verso una maggiore partecipazione, verso un sistema in cui gli utenti non sono più semplicemente dei recettori passivi di informazione.
Siamo sempre più interattivi, partecipiamo alla produzione in diversi modi, ad esempio contribuendo ai cosiddetti software «aperti» (liberi, leggibili e quindi modificabili da tutti, ndr), un fenomeno che ha assunto vaste dimensione. Un altro esempio è Wikipedia, l’enciclopedia online alla quale tutti possono collaborare e che rappresenta un modo completamente nuovo di produrre conoscenza.
swissinfo: Pensa che in futuro ci saranno più controversie legate alla questione dei diritti d’autore e della proprietà intellettuale?
U.G.: Sfortunatamente sì. Penso che il prossimo campo di battaglia non sarà tanto la distribuzione quanto piuttosto la riutilizzazione creativa di materiale protetto dai diritti d’autore.
Ancora una volta vi è un fossato tra il quadro legale e le possibilità tecnologiche. Da una parte abbiamo dei prodotti protetti dal copyright per i quali gli autori usufruiscono del controllo esclusivo dei cosiddetti prodotti derivati. Dall’altro abbiamo delle tecnologie dirompenti, ad esempio dei software che permettono a chiunque di creare una propria canzone mixandone delle altre.
Una delle prossime sfide sarà di trovare il giusto equilibrio tra questi due aspetti.
swissinfo, Claire O’Dea
(traduzione di Daniele Mariani)
Nel 2004, il 63% degli svizzeri di età superiore ai 15 anni hanno utilizzato Internet.
La percentuale era del 70% tra gli uomini e del 55% tra le donne di più di 15 anni.
Sempre nel 2004, internet veniva utilizzato a casa dal 56% degli svizzeri tedeschi, dal 46% dei romandi e dal 34% dei ticinesi.
La conferenza «Il futuro dell’economia digitale: creazione, distribuzione e accesso ai contenuti digitali» si tiene a Roma il 30 e 31 gennaio.
È organizzata congiuntamente dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e dal Ministero italiano delle innovazione e della tecnologia.
Il congresso è focalizzato sullo sviluppo dei nuovi contenuti digitali ed in particolare sugli aspetti legati alla produzione, distribuzione, accesso e commercializzazione.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.