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La Svizzera adotta la «lista nera» europea

Nessuna traccia di "aerei spazzatura" nei cieli svizzeri ed europei swissinfo.ch

La Confederazione ha deciso di adottare la lista nera delle compagnie aeree che la Commissione europea ha bandito dai propri cieli per insufficiente sicurezza.

Le 92 compagnie aeree sulla lista, considerate pericolose, sono per la maggior parte africane.

Il divieto di sorvolare i cieli europei enterà in vigore a partire da sabato. Lo ha reso noto la Commissione europea in un comunicato pubblicato mercoledì.

Essa sottolinea che le restrizioni sono state fatte sulla base di criteri obiettivi e trasparenti, già indicati dai regolamenti dell’Unione europea (Ue).

Fra le lacune giudicate inaccettabili figurano «l’utilizzo di aeromobili con insufficiente manutenzione, antiquati o obsoleti, nonché l’incapacità delle compagnie di rettificare i difetti identificati nelle ispezioni e l’incapacità delle autorità responsabili di controllarle».

Compagnie africane ed asiatiche

Quasi tutte le compagnie sono immatricolate in Africa. In particolare, l’Ue ha deciso di vietare tutte le compagnie della Repubblica democratica del Congo, Sierra Leone, Guinea equatoriale, Liberia e Swaziland.

Sul catalogo dell’Ue figurano però anche alcune compagnie originarie di paesi asiatici, quali la Corea del Nord, l’Afghanistan, il Kazakistan, il Kirghizistan, il Bangladesh e la Tailandia.

La lista nera, sostiene la Commissione europea, è stata compilata sulla base di contributi nazionali e dopo un’analisi approfondita con esperti di stati membri, nonché della Svizzera.

Partecipazione elvetica

La Confederazione si è a lungo impegnata affinché si adottasse una lista europea comune: «Siamo sempre stati a favore di una soluzione globale a livello europeo piuttosto che una singola lista per ogni Paese. Per questo abbiamo deciso di allinearci alla decisione dell’Ue», ha detto a swissinfo Mireille Fleury, portavoce dell’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC).

Gli aerei delle compagnie che figurano nel catalogo dell’Ue non potranno quindi atterrare in Svizzera, almeno fintanto che non avranno provato di avere fatto il necessario per colmare le loro lacune in ambito di sicurezza e saranno state cancellate dalla lista europea.

Per quanto riguarda le due compagnie che la Confederazione aveva già deciso di bandire lo scorso anno dai propri cieli (l’egiziana Flash Airlines e l’armena Air Van Airlines), il problema non sussiste più, visto che nel frattempo hanno cessato la loro attività, si legge in un comunicato dell’UFAC.

Critiche

Se la Fondazione per la protezione dei consumatori si congratula per la decisione dell’UFAC, altre associazioni si dichiarano piuttosto scettiche in merito.

La Federazione internazionale delle vittime di incidenti aerei ad esempio, si dice «stupita» per il fatto che nella lista non figurano compagnie del bacino mediterraneo quando si sa che «recentemente alcune di loro hanno avuto dei problemi e dei passeggeri si sono rifiutati di decollare».

Interpellato da swissinfo, lo specialista dell’aviazione Sepp Moser ha un punto di vista molto critico riguardo la lista dell’Ue e sostiene che essa «non ha alcun senso. Serve solo a tranquillizzare il pubblico». I test di sicurezza ai quali sono sottoposti i velivoli durano solo venti minuti. «È impossibile in così breve tempo decidere della sicurezza di una compagnia aerea», conclude.

swissinfo e agenzie

Berna ha sempre difeso la soluzione di un’unica lista nera di compagnie aeree bandite dai cieli europei.

La Svizzera, che applica le norme dell’Unione europea in ambito di traffico aereo, è membro della Conferenza europea dell’aviazione civile.

Dal 2006 partecipa a pieno titolo all’Agenzia europea della sicurezza aerea.

Aderirà inoltre al Cielo Unico Europeo, un progetto volto a ristrutturare i servizi di navigazione aerea, in modo da garantire una gestione ottimizzata e più sicura del traffico aereo in futuro.

Questa adesione è particolarmente importante per la società elvetica di controllo aereo Skyguide, che deve gestire parte degli spazi aerei in Germania, Francia ed Italia.

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