Orange-Sunrise, una fusione che inquieta
La prospettata unione tra i due operatori di telefonia mobile ha suscitato perplessità e preoccupazione in merito alle conseguenze per i consumatori nella Confederazione.
Orange, filiale di France Telecom, ha annunciato mercoledì di aver avviato delle trattative per acquisire il 75% dell’operatore di telefonia mobile Sunrise, controllato dal gruppo danese TDC. La transazione vale 1,5 miliardi di euro (2,26 miliardi di franchi).
Le aziende coinvolte hanno insistito sul fatto che dalla fusione – sottoposta all’approvazione degli organi di regolazione – potrà nascere un’azienda capace di essere più concorrenziale nei confronti di Swisscom, leader del mercato. Secondo i pareri critici, invece, l’operazione originerebbe un duopolio che nuocerebbe agli interessi dei consumatori.
Parecchie critiche
Il mercato elvetico delle telecomunicazioni è infatti stato sovente oggetto di critiche a causa della sua regolamentazione – da molti ritenuta insufficiente – e del processo di liberalizzazione, giudicato troppo poco efficace. Secondo alcuni osservatori, infatti, un’apertura completa contrasta con gli interessi dell’ex impresa statale Swisscom, che attualmente controlla il 62% del mercato.
Un’analisi effettuata lo scorso anno dall’Ufficio federale delle comunicazioni ha evidenziato che gli utenti elvetici di telefonia mobile pagano tariffe di un terzo superiori a quelle degli altri utilizzatori europei. Sunrise e Orange dovranno quindi impegnarsi per convincere i differenti attori che la fusione costituisce il modo migliore per far vacillare la posizione di Swisscom.
Opportunità o catastrofe?
Christoph Brand, CEO di Sunrise, ha definito la scelta «la soluzione più logica per migliorare la posizione sul mercato elvetico e garantire nel contempo un’offerta migliore destinata ai nostri clienti». Thomas Sieber, CEO di Orange Svizzera, ha parlato di «opportunità eccezionali».
I pareri critici non sono mancati. Se dovesse concretizzarsi, la fusione sarebbe «una catastrofe assoluta soprattutto per i clienti», ha commentato l’ex preposto federale al controllo dei prezzi Rudolf Strahm. L’economista ha criticato la possibile nascita di un duopolio in cui i due principali attori potranno dominare a piacimento il mercato.
Secondo Strahm, «La Commissione della concorrenza deve assolutamente impedire l’operazione». Se quest’ultima non dovesse intervenire, ha aggiunto, toccherà alla Commissione delle comunicazioni scendere in campo per abbassare le tariffe. L’attuale Mister Prezzi Stefan Meierhans, pur esprimendo a sua volta alcune riserve, ritiene necessario attendere e valutare gli sviluppi.
Taylor Reynolds, esperto di telecomunicazioni presso l’Organizzazione europea per la cooperazione e lo sviluppo economico, ritiene che tre attori sul mercato sono meglio di due: «I duopoli nel settore delle telecomunicazioni non funzionano praticamente mai, poiché i fornitori di servizi non sono incentivati a competere sui prezzi. La miglior strategia è quella di differenziare le offerte, non di affrontarsi sulle tariffe».
Urge un maggior controllo
Matthias Finger, professore di management tecnologico presso il Politecnico federale di Losanna, ritiene fondamentale un intervento più fermo da parte dei regolatori statali. A suo parere, lasciare campo libero agli operatori non procurerebbe alcun beneficio ai clienti.
Secondo Finger, le autorità hanno dimostrato di saper essere severe – ad esempio multando Swisscom per la sua politica dei prezzi relativa alla fornitura di Internet a banda larga –, ma in futuro dovranno dimostrarsi ancora più attente e rigorose. «I regolatori sono stati troppo tolleranti e non sono riusciti a creare una vera e propria situazione di concorrenza nel settore delle telecomunicazioni», rileva.
Clienti fedelissimi
La Commissione della concorrenza non si è espressa su come valuterà la possibile unione, mentre il ministro delle telecomunicazioni Moritz Leuenberger ha cautamente salutato il progetto: «Se la fusione sarà concretizzata, avremmo un concorrente di Swisscom più forte dei due attuali presi separatamente», ha affermato in un’intervista radiofonica.
Parecchi osservatori hanno infine sottolineato le difficoltà riscontrate da Orange e Sunrise nello scalfire la posizione di Swisscom. Nel 2008, l’Ufficio federale delle comunicazioni ha infatti rilevato la «storica lealtà» dei clienti di Swisscom, restii a passare alla concorrenza, anche per tariffe più convenienti.
Matthew Allen, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)
Nel 2008 Orange e Sunrise avevano conseguito, assieme, un fatturato di 3,1 miliardi di franchi ed un utile netto di 809 milioni. In Svizzera i due operatori contano più di 3,4 milioni di clienti di telefonia mobile (38% del mercato) e 1,1 milioni di telefonia fissa e di connessione a banda larga (13%).
Orange e Sunrise stimano a circa 200 milioni di franchi i risparmi che potrebbero scaturire dal loro matrimonio, riunendo in particolare il settore del marketing e quello dell’informatica. I costi dell’integrazione dovrebbero ammontare invece a 140 milioni. Per quanto concerne gli investimenti, gli effetti delle sinergie sono valutati a 570 milioni di franchi tra il 2010 e il 2015, con risparmi annuali pari a 65 milioni.
La fusione delle attività dei due gruppi dovrebbe portare alla creazione di una nuova società di telefonia in grado di contrastare maggiormente l’egemonia del leader del mercato elvetico Swisscom.
L’operazione dovrà tuttavia ancora venir avvallata dalla Comissione della concorrenza (Comco), che in questi ultimi anni aveva a più riprese criticato le tariffe imposte da Swisscom, infliggendo tra l’altro al numero uno svizzero una multa di 220 milioni di franchi per aver violato la legge sui cartelli.
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