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Ospel lascia il consiglio d’amministrazione di UBS

Marcel Ospel lascia il timone del Cda di UBS Keystone

UBS ha subito una perdita netta di circa 12 miliardi di franchi nel 1. trimestre 2008. Nel mirino delle critiche da mesi, Marcel Ospel lascia la presidenza del consiglio d'amministrazione.

La più grande banca elvetica ha inoltre annunciato martedì di aver proceduto a nuove svalutazioni per 19 miliardi di dollari in relazione alla crisi dei mutui americani, per rettifiche di valore. Queste ultime ammontano complessivamente a 37 miliardi di franchi.

All’assemblea generale ordinaria del 23 aprile, gli azionisti saranno chiamati a pronunciarsi su un ulteriore aumento di capitale ordinario per un importo di 15 miliardi di franchi. La somma è stata interamente sottoscritta da JPMorgan, Morgan Stanley, BNP Paribas e Goldman Sachs.

Se approvato, l’aumento di capitale avverrrà tramite l’emissione di diritti di opzione a favore degli azionisti UBS che consentiranno loro di sottoscrivere nuove azioni della banca “ad un prezzo e con un rapporto di sottoscrizione che saranno annunciati ulteriormente”, si legge in una nota.

Rimedi già adottati e altri in vista

Costatando un nuovo deterioramento del mercato ipotecario, UBS annuncia l’intenzione di creare un’entità separata, cui spetterà il compito di gestire attivi, diventati “illiquidi”, nell’immobiliare americano.

UBS precisa che nei primi tre mesi di quest’anno ha ridotto notevolmente le proprie posizioni connesse al comparto immobiliare, sia mediante adeguamenti delle valutazioni, sia mediante dismissioni. L’esposizione dell’istituto sul mercato immobiliare subprime residenziale statunitense è diminuita da 27,6 miliardi di dollari a circa 15 miliardi.

Nel commentare questi sviluppi, il presidente della direzione Marcel Rohner ha affermato che “l’aumento di capitale e la creazione di un veicolo preposto a isolare gli attivi problematici dal resto delle attività ci permetteranno di tornare a creare valore duraturo nel tempo”.

Per motivi di gestione del rischio, UBS ha già convogliato la maggior parte degli attivi relativi al mercato immobiliare statunitense in un’apposita unità distaccata, al fine di separarli dalle altre attività redditizie.

Ospel: la notte gli portò consiglio

Nel comunicato si precisa che il Cda “ha accettato con rammarico” la decisione di Ospel di ritirare la propria candidatura alla rielezione alla presidenza. Il Cda propone all’assemblea generale di eleggere alla sua successione Peter Kurer, attualmente Group General Counsel, che è stato membro del direttorio del gruppo UBS dal 2002.

“Questa nomina fa parte di un processo esteso e già in corso di analisi delle cause alla base delle perdite legate ai mutui subprime e degli insegnamenti appresi a riguardo. In particolare, il Consiglio sta esaminando questioni di governance, implementazione di strategia, gestione del rischio, monitoraggio e sistemi di controllo, piani d’incentivo e pianificazione successoria, e si impegna a effettuare tutti gli adeguamenti e le modifiche necessari a garantire l’osservanza delle best practice”, scrive la banca nella nota.

Dal canto suo, Ospel ha dichiarato in una conferenza stampa di aver maturato l’idea di ritirarsi nel mese di marzo e di aver preso la decisione definitiva nella notte da lunedì a martedì. “Mi sono assunto la responsabilità di quel che è successo e mi sono impegnato per trovare soluzioni per uscire dalla crisi”, ha aggiunto.

Nonostante il profondo rosso in cui è sprofondata l’UBS, Ospel si è detto fiducioso per il futuro. Si tratta di una delle banche meglio capitalizzate al mondo e ben posizionata in tutte le sue attività, ha sostenuto il basilese.

Reazioni positive

Il mercato ha reagito positivamente agli annunci fatti martedì dall’UBS. Alla Borsa di Zurigo, il titolo del più importante istituto bancario svizzero, in caduta libera ormai da qualche mese, ha infatti guadagnato qualche punto.

Il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha accolto con soddisfazione le misure annunciate da UBS. Per le casse della Confederazione le perdite della banca significheranno tuttavia minori entrate fiscali dell’ordine di un miliardo di franchi nel 2008 e nel 2009.

Soddisfazione per la partenza di Marcel Ospel è stata espressa anche dalla fondazione Ethos, un’associazione che raggruppa diversi investitori istituzionali e si impegna per lo sviluppo sostenibile, e dalla Commissione federale delle banche (CFB).

Secondo Dominique Biedermann, direttore di Ethos, il suo successore Peter Kurer “conosce molto bene la banca” e rappresenta “una soluzione interessante”. La CFB è persuasa che con Kurer l’UBS ritroverà stabilità.

Per contro, Biedermann si dice “sorpreso dall’entità degli ammortamenti”. Diciannove miliardi di dollari è una somma “molto più elevata di quanto ci si aspettava”.

Gli impiegati della banca, dal canto loro, sono sì preoccupati dalla crisi che attraversa l’istituto e che potrebbe sfociare in una ristrutturazione, ma non si lasciano prendere dal panico, osserva Marie-France Goy, segretaria centrale dell’Associazione svizzera degli impiegati di banca.

“La nostra speranza è che con queste nuove svalutazioni d’attivi per 19 miliardi di dollari la banca sia uscita dal tunnel”, precisa.

swissinfo e agenzie

Nata nel dicembre 1997 in seguito alla fusione tra la Società di banche svizzere e l’Unione di banche svizzere, l’UBS è oggi la più grande banca elvetica e la settima al mondo in ambito di capitalizzazione borsistica. L’istituto finanziario dà lavoro a circa 80’000 persone.

Negli ultimi anni l’UBS ha presentato utili astronomici di diversi miliardi di franchi.

Nel gennaio scorso, per la prima volta nella sua storia, la grande banca ha dovuto annunciare pesanti perdite per l’esercizio 2007, pari a 4,4 miliardi di franchi. Nel quarto trimestre dell’anno scorso, l’UBS aveva perso 12,5 miliardi di franchi.

Le difficoltà della più grande banca elvetica sono legate alla crisi dei crediti ipotecari negli Stati uniti (subprime).

swissinfo.ch

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