Passaggi di corrente tra Svizzera e Italia
La Società elettrica di Berna BKW, numero 3 in Svizzera, si rafforza in Italia, con l'acquisto di 8 centrali idroelettriche e 2 progetti termoelettrici.
Con una spesa di quasi 200 milioni di franchi la ditta elvetica si aggiudica 8 centrali, di piccole e medie dimensioni situate in Lombardia, la regione economicamente più dinamica d’Italia.
Gli otto impianti, con una potenza installata di 42 megawatt (MW), garantiscono una produzione media annua di 135 milioni di kWh e circa 30 milioni di kWh di certificati verdi.
Oltre alle centrali idroelettriche, BKW acquista i diritti sui progetti per la costruzione di due centrali termoelettriche a gas: una di 400 MW in Campania e una di 800 MW nel Veneto. Attualmente, entrambi i progetti stanno completando le procedure di autorizzazione ed al più tardi entro il 2010 consegneranno energia elettrica alla rete di trasmissione nazionale.
Buoni affari all’estero
A livello europeo BKW ha una dimensione piccola, se confrontata con colossi come Enel, ma è un’azienda ad alto valore, essendo al centro delle linee continentali di trasporto dell’elettricità e grazie ai laghi di accumulazione e alle tecnologie di punta che sviluppa.
Il 2005 è stato all’insegna del profitto per BKW, con utili aumentati del 40,9% a 306,7 milioni di franchi. Un risultato dovuto per almeno un terzo ai buoni affari fatti all’estero, come spiega a swissinfo Martin Pfisterer, membro della direzione di BKW:
“Abbiamo potuto abbassare il prezzo dell’elettricità per gli utenti in Svizzera anche grazie all’evoluzione dei prezzi in Europa”.
Svizzera principale fornitore dell’Italia
Dal gennaio 2005 la Svizzera, con il nuovo elettrodotto dei Grigioni da 1100 Megawatt, trasporta un terzo in più di energia alla Penisola, di cui resta il principale fornitore.
Il nuovo impianto aveva chiuso, anche simbolicamente, le polemiche del dopo-black-out, che nel settembre 2003, aveva lasciato al buio più di 50 milioni di persone in Italia. L’incidente, aveva stabilito una commissione d’inchiesta, era stato causato, oltre che da problemi tecnici, anche dalla cattiva comunicazione tra gestori svizzeri e italiani.
La Svizzera e l’Unione europea devono rinegoziare un nuovo accordo bilaterale proprio nel settore dell’elettricità, che oltre a migliorare la comunicazione, ed evitare così altri black-out, servirà ad aprire i mercati e regolare i transiti transfrontalieri di corrente.
“Ci sono buone speranze che l’accordo vada in porto, perché è nell’interesse di tutti, non solo della Svizzera, ma anche dell’Europa” dice fiducioso Martin Pfisterer.
Il gran ballo delle acquisizioni
BKW, oltre che in Italia, è presente in Germania, con diverse società affiliate e in Austria. A livello europeo ha contatti d’affari anche in altri paesi, ma non partecipa, per il momento, al gran ballo delle acquisizioni dei grandi gruppi.
Un ballo in pieno svolgimento, come mostra il caso esemplare di Enel-Suez e dove non sempre si assiste ad una perfetta coordinazione tra interessi nazionali e apertura del mercato.
“Noi in Svizzera non possiamo influenzare molto il gioco – sottolinea Pfisterer – ma la nostra forza sta nel fatto che siamo al centro del passaggio del flusso dell’energia da Nord a Sud, e grazie alle Alpi possiamo produrre energia di punta”.
Monopoli e liberalizzazione rallentata
Da notare che per quanto riguarda il mercato interno, la Svizzera, rispetto a paesi particolarmente liberali (come Danimarca, Svezia e Gran Bretagna), è in ritardo nel campo della liberalizzazione dell’elettricità.
Oggi in Svizzera in ogni regione un fornitore – in parte controllato da un ente pubblico – detiene ancora una specie di monopolio.
Nel 2002 la popolazione ha votato però contro un’apertura del mercato dell’elettricità, un po’ per paura di uno smantellamento del servizio pubblico, che finora ha funzionato bene, e un po’ per il timore che la liberalizzazione non portasse vantaggi economici ai piccoli consumatori.
Dopo la sconfitta elettorale le autorità federali hanno optato, nel 2005, per una liberalizzazione dell’elettricità meno veloce del previsto, a partire dal 2007. Una liberalizzazione interna che va però assolutamente fatta, secondo Pfisterer: “Non si può aprire un mercato solo unilateralmente”.
Raffaella Rossello, swissinfo
La Svizzera e l’UE devono negoziare un nuovo accordo bilaterale nel settore dell’elettricità per aprire i mercati, regolare i transiti transfrontalieri di corrente e migliorare la coordinazione internazionale.
Il 27 settembre 2003 un black-out aveva lasciato al buio 56 milioni di persone in Italia.
Una commissione d’inchiesta aveva messo sotto accusa i gestori svizzeri, nonché l’incuria dei gestori italiani, denunciando lacune nella comunicazione tra Berna e Roma.
La BKW di Berna è la società elettrica numero 3 in Svizzera per cifra d’affari, la numero uno nel campo delle nuove energie rinnovabili e per la cifra di consumatori finali.
Entro il 2007 i grandi consumatori in Svizzera dovrebbero poter scegliere liberamente il loro fornitore di elettricità.
5 anni più tardi (seconda tappa) il mercato dovrebbe essere liberalizzato per tutti.
Il mercato svizzero ha cominciato però ad aprirsi anche ai privati: il fornitore di energia Atel-EOS, è in parte di proprietà della francese EDF.
La tedesca EON detiene il 20% della BKW.
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