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Previsioni sempre più rosee per l’economia

Quest'anno, l'economia svizzera dovrebbe viaggiare alla grande Keystone

L'economia svizzera dovrebbe crescere più velocemente del previsto. Lo indica il Credit Suisse, la seconda banca del paese, che prevede un aumento del PIL del 2,8%.

Un quadro positivo dell’economia elvetica è stato stilato anche dal Fondo monetario internazionale, che nel suo rapporto annuale annuncia una crescita del 2,2%.

Vista l’inaspettata robusta crescita registrata dall’economia svizzera nei primi mesi di quest’anno, il Credit Suisse ha rivisto le sue previsioni circa l’evoluzione del Prodotto interno lordo (PIL) nel 2006.

La seconda banca elvetica – dopo l’UBS – si attende ora un tasso d’espansione del 2,8%, mentre le stime precedenti parlavano di un incremento del 2,1%.

Per il 2007, la banca conta su una crescita del 2,1% (1,8% nelle prime proiezioni). L’inflazione dovrebbe attestarsi all’1,4% (1,3%) per i due anni in rassegna.

L’andamento positivo, indica il Credit Suisse, favorirà anche il mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere dal 3,8% del 2005 al 3,2% quest’anno per poi passare al 3% nel 2007.

Rischi contenuti

L’economia svizzera è in buona salute anche per il Fondo monetario internazionale (FMI), il quale si è felicitato con le autorità politiche e finanziarie elvetiche.

“Nonostante sia esposta ai rischi di uno scombussolamento degli equilibri mondiali, la Svizzera ha saputo in generale contenere i rischi a medio termine”, indica l’FMI nel suo rapporto annuale.

Gli specialisti dell’organizzazione internazionale confermano le loro previsioni di marzo, secondo cui la crescita economica di quest’anno dovrebbe attestarsi al 2,2% (1,9% nel 2005), con un’inflazione contenuta all’1,1% (1,2%).

“Il debole deficit strutturale della Confederazione dovrebbe riassorbirsi entro il 2007”, aggiungono.

Liberalizzazione

Tra le critiche più specifiche, l’FMI ha manifestato preoccupazione per l’utilizzo, da parte di alcuni cantoni, dei ricavati della vendita dell’oro in eccesso della Banca nazionale per alleggerire il proprio carico fiscale.

A medio termine – avverte – la Svizzera dovrà rafforzare il suo potenziale di crescita, chinandosi sul problema delle pressioni budgetarie legate all’invecchiamento della popolazione.

Tra gli sforzi futuri, si legge nel rapporto, Berna dovrà pure proseguire sulla via della liberalizzazione dei settori protetti, della riduzione delle barriere non doganali agli scambi commerciali e della diminuzione dell’elevato livello di protezioni e sovvenzioni concesse agli agricoltori.

swissinfo e agenzie

Il Prodotto interno lordo (PIL) è considerato come l’indicatore più significativo dello stato di salute di un’economia.

Il PIL permette di misurare la crescita di un’economia dal punto di vista della produzione. Il potere d’acquisto, la ripartizione dei redditi o il grado di sviluppo sono invece indicatori della qualità di vita.

Il Fondo monetario internazionale (FMI) è un’organizzazione che raggruppa 184 paesi. È innanzitutto incaricato della sorveglianza dei mercati finanziari internazionali e della buona condotta economica degli Stati membri, al fine di evitare delle crisi finanziarie.

In caso di necessità, l’FMI può sostenere i membri con delle risorse finanziarie, con un appoggio tecnico o tramite un servizio di consulenza.

Segretariato di Stato dell’economia: 2,0% (2006) e 1,5% (2007)

Banca nazionale svizzera: 1,5% e 2,0%

UBS: 2,3% e 1,3%

Credit Suisse: 2,8% e 2,1%

Istituto di ricerca congiunturale KOF: 2,1% e 1,9%

Istituto BAK Basilea: 2,7% e 1,8%

Istituto Créa Losanna: 2,0% e 1,9%

FMI: 2,2% e 1,7%

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico: 1,75% e 1,75%

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