Sei povero? Morirai prima
Uno studio della Caritas conferma quanto si sospettava da tempo: lo status sociale delle persone incide sull'aspettativa di vita.
Dati statistici alla mano, la Caritas chiede una riforma dell’AVS e del II pilastro.
In Svizzera le persone hanno un’aspettativa di vita sempre maggiore. Non a tutti è però concesso di spegnere un alto numero di candeline sulla torta di compleanno.
In gioco entrano infatti fattori come il genere d’impiego che si è svolto, le scuole frequentate, il reddito, lo stile di vita e lo status sociale
Accademico supera operaio di quattro lunghezze
Secondo uno studio della Caritas, un operaio non specializzato muore in media da quattro a cinque anni prima di un accademico. Per la Caritas questo e altri dati – che dimostrano come lo status sociale e il tipo di lavoro svolto abbiano un influsso determinante sull’aspettativa di vita dei cittadini- dovrebbero spingere a modificare il sistema pensionistico attuale.
Lo studio, intitolato “I poveri vivono meno a lungo”, dimostra inoltre che le disuguaglianze sociali possono avere delle conseguenze gravi sulla salute, l’invalidità e la mortalità. “I working poors non hanno solamente delle condizioni di lavoro difficili”, spiega il direttore di Caritas Jürg Krummenacher, “la loro salute è messa seriamente in pericolo”.
Differenze sociali in aumento
Le persone appartenenti agli strati sociali inferiori hanno un salario basso, un’attività ripetitiva o fisicamente spossante e poche possibilità di organizzare individualmente il proprio lavoro.
I lavori nel campo dell’edilizia o della lavorazione del legname presentano un numero di decessi superiore alla media svizzera. Inferiori alla media sono invece i decessi tra i liberi professionisti e i ricercatori (fatta eccezione per i giornalisti e i chimici). Buone probabilità di vivere qualche hanno in più l’hanno pure i contabili, i tecnici, i macchiniste e chi lavora nel campo delle tecnologie dell’informazione.
Il timore espresso dalla Caritas è che queste differenze sociali invece di regredire, come sarebbe auspicabile, continuino ad aumentare.
Due proposte per una maggior giustizia sociale
“Bisogna prendere atto di questa disuguaglianza di fronte alla morte”, dice Carlo Knopf, uno degli autori dello studio, “e agire di conseguenza sul piano della ricerca e della politica sociale”.
In genere i lavoratori più poveri approfittano meno a lungo della pensione, anche se spesso cominciano a pagare i contributi prima di chi ha uno status sociale superiore.
Per la Caritas, AVS e secondo pilastro dovrebbero tenere in considerazione il rapporto tra stratificazione sociale e speranza di vita.
Caritas vede di buon occhio la flessibilizzazione dell’età del pensionamento prevista dall’undicesima riforma dell’AVS. Aggiunge però che questo passo va compiuto in modo equo, in modo da permettere agli strati sociali inferiori di usufruire di una rendita quando ancora la possono godere.
Per il secondo pilastro l’organizzazione caritativa auspica un tasso di conversione differenziato. Attualmente questo tasso è basato su un’età che sovente gli assicurati con reddito basso non raggiungono. Un tasso di conversione graduale, basato sul reddito permetterebbe ai meno abbienti di usufruire in modo migliore del capitale risparmiato.
swissinfo e agenzie
L’aspettativa di vita in Svizzera è passata da 66.4 anni (1948) a 82.6 anni (1999)
Gli uomini vivono in media 78 anni, le donne 84
Un operaio vive in media da 4 a 5 anni meno di un accademico
Tra i quadri la quota di persone che va in pensione anticipata è due volte maggiore che tra gli altri lavoratori
A Ginevra gli operai non specializzati che muoiono prima del 65esimo anno di età sono tre volte più dei ricercatori
Solo il 28.1% delle donne e il 27% degli uomini va in pensione al momento giusto.
I poveri hanno dei lavori meno interessanti e fisicamente più provanti delle persone con status sociale elevato, muoiono prima e sfruttano meno AVS e secondo pilastro.
Per ovviare a questa situazione, la Caritas propone di rivedere il sistema delle assicurazioni sociali tenendo in maggior considerazione l’aspettativa di vita dei vari segmenti della popolazione.
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