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Tempi duri per la compagnia aerea Swiss

Un decollo verso un futuro poco roseo Keystone

Il numero di passeggeri continua a diminuire: nel primo trimestre del 2003 il tasso di occupazione dei velivoli è sceso del 3% rispetto ai tre mesi precedenti.

Dopo la guerra in Iraq e ora anche l’epidemia di SARS, il futuro di Swiss si presenta particolarmente difficile.

Il tasso di occupazione media dei posti a sedere ha raggiunto il 67,9 % alla fine dei primi tre mesi dell’anno in corso, contro il 70,7 % ottenuto nell’insieme del 2002, secondo un comunicato diramato dalla stessa compagnia.

I dati sono comunque difficilmente comparabili visto che Swiss, nata dalle ceneri della Swissair il primo aprile 2002, nei primi tre mesi non esisteva ancora formalmente. I collegamenti erano infatti ancora operati sotto il nome di Swissair e Crossair.

Le preoccupazioni degli ambienti interessati

Lunedì, il ministro dell’economia, Joseph Deiss, si era detto preoccupato per lo stato della compagnia. “Bisogna prendere delle decisioni e dei provvedimenti al più presto possibile”, aveva dichiarato, chiedendo a Swiss di liberarsi dei settori più deficitari.

Un commento che aveva lasciato intuire la fragilità della compagnia aerea, nata un anno fa.

“In questo momento non comprerei azioni di Swiss”, ribadisce a swissinfo Patrik Schwendimann, analista alla Banca cantonale di Zurigo. “I titoli devono migliorare il loro rendimento e la compagnia deve optare per ulteriori tagli dei costi”.

Negli ultimi tempi, a dire il vero, Swiss non aveva fatto molto per scacciare l’incombente senso di crisi.

Vertice di crisi

La scorsa settimana André Dosé, CEO di Swiss, aveva convocato un vertice urgente fra rappresentanti del governo, di Swiss e dei partner chiave di Unique e della Società aeroportuale di Zurigo.

Dando prova di una certa frenesia, Dosé era partito per Bruxelles per incontrare il commissario europeo ai trasporti e si era recato poi a Berna per incontrare il ministro svizzero dei trasporti, Moritz Leuenberger.

Contemporaneamente, nei media si speculava sulla possibilità che Dosé chiedesse l’aiuto del governo. Durante la fine settimana si sono aggiunte notizie secondo le quali esisterebbe un piano per la riduzione della flotta e la divisione della società in un settore regionale e uno per i voli di lungo raggio.

Niente sovvenzioni

Lo scorso mese la direzione di Swiss aveva annunciato perdite per il 2002 di 980 milioni di franchi e ventilato la prospettiva che il 2003 potesse essere ancora più difficile.

Se da un lato sono in molti a ritenere che Swiss stia volando pericolosamente, d’altro canto i politici svizzeri hanno chiaramente fatto sapere che non intendono più appoggiare finanziariamente la compagnia.

“Il governo non vuole entrare in conflitto con l’Unione europea, sovvenzionando Swiss”, spiega a swissinfo Pierre Condom, esperto di aviatica. “La Commissione europea non accetterà mai una nuova iniezione di capitali, perlomeno a breve termine”.

Un percorso difficile

Già prima di ricomporsi dalle ceneri di Swissair, Swiss ha dovuto affrontare le difficoltà di un’economia globale claudicante, le incognite della crisi irachena e la concorrenza delle compagnie a basso prezzo.

Molti dei problemi di Swiss sono comunque simili a quelli delle altre compagnie internazionali. Ora anche l’epidemia di SARS sta complicando la già difficile situazione.

“E’ la cosa peggiore che abbia mai visto”, afferma Rod Eddington, presidente della British Airways. “La domanda di voli a destinazione di Hongkong è crollata”.

Il settore dell’aviazione si prepara così ad un potenziale “scenario da incubo” basato su tre fattori: la guerra in Iraq, con le sue ripercussioni sul mercato medio-orientale, l’epidemia di polmonite atipica, che ha sconvolto il mercato asiatico e la possibilità di nuovi attacchi terroristici contro velivoli di linea.

Pierre Condom afferma che indipendentemente dalla compagnia coinvolta, l’impatto è comunque negativo per tutto il settore dei voli oltre Atlantico.

“E’ un momento pericoloso per la Swiss”, dichiara l’esperto. “E’ una giovane compagnia, un po’ come un aereo che decolla e che è più sensibile alle turbolenze di un velivolo che ha già raggiunto la quota di crociera”.

swissinfo, Jacob Greber
(traduzione e adattamento: Elena Altenburger)

La giovane compagnia aerea Swiss, nata l’anno scorso, è in crisi. Già nel primo anno di attività accusa perdite per 980 milioni di franchi e gli aerei non sono pieni.

La difficile situazione economica internazionale, la guerra in Iraq e ora anche l’epidemia di polmonite atipica sono un ulteriore duro colpo per Swiss.

Il governo elvetico ha comunque già fatto sapere che non intende più sostenere finanziariamente la compagnia.

Swiss nasce nell’aprile del 2002
2,7 milioni di passeggeri sono stati trasportati nei primi 3 mesi del 2003
Il tasso di occupazione media dei posti è stato del 67,9%

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