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Viaggia la politica sulla sicurezza stradale

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Ridurre della metà il numero delle vittime ed i costi sociali della circolazione automobilistica in Svizzera.

E’ l’obiettivo entro i prossimi vent’anni della riforma della politica di sicurezza stradale lanciata dal governo svizzero.

Ogni anno in Svizzera la strada uccide oltre 500 persone. Altri 6’200 circa sono i feriti gravi, mentre i contusi sono poco meno di 24 mila.

Un tributo umano che genera anche dei costi sociali per la collettività: tra i 2,5 ed i 3 miliardi di franchi all’anno.

A tanto ammontano i danni diretti ed indiretti degli incidenti stradali in Svizzera. Un importo che rappresenta l’equivalente degli investimenti annuali imposti dalla costruzione e dalla manutenzione delle strade nazionali.

“Visione zero”

La nuova politica sulla sicurezza stradale in Svizzera, preannunciata dal governo lo scorso 3 luglio, si basa sulla cosiddetta “Visione Zero”, una filosofia che mira all’obiettivo di un traffico stradale senza morti né feriti gravi.

“Ogni vittima della circolazione stradale è una vittima di troppo” Lo ha ribadito il vice direttore dell’USTRA Andreas Gantenbein, nello spiegare la motivazione di fondo della riforma.

Basandosi su questo assunto l’Ufficio federale delle strade ha elaborato il concetto VESIPO, acronimo tedesco che significa appunto politica nazionale di sicurezza stradale.

Prevenzione a lungo termine

Il traguardo dell’Ufficio federale delle strade è dimezzare il numero delle vittime della strada in Svizzera entro il 2020.

Per farlo ha elaborato una strategia a corto, breve e medio termine fondata sulla constatazione che “il 95 percento degli incidenti della circolazione stradale sono causati da errori umani”: lo ha detto il direttore dell’USTRA Olivier Michaud.

“Dobbiamo modificare l’angolo visuale – ha spiegato a swissinfo il direttore dell’Ufficio svizzero delle strade – partire dal presupposto che deve essere la circolazione stradale ad adattarsi ai bisogni dell’essere umano. Non il contrario, come è il caso attualmente”.

Prima in Svizzera

Una riforma innovativa: lo ha sottolineato Olivier Michaud: “In Svizzera è la prima volta che si formula una strategia politica globale di sicurezza stradale”.

Werner Jeger, l’altro vice direttore dell’USTRA, lo ha ribadito: “Il principio della mobilità non viene messo in discussione, perché partiamo dal presupposto che la responsabilità degli incidenti non deve essere più imputata ai soli utenti”.

Incidenti che, nonostante la visione zero morti, feriti gravi e leggeri, continueranno ad esserci anche in futuro. La nuova politica nazionale di sicurezza stradale li considera: “L’obiettivo di VESIPO è di limitare le conseguenze gravi degli incidenti”.

Sicurezza sostenibile

Nel raffronto internazionale, la sicurezza stradale della Svizzera si situa tra le dieci migliori: lo ha dichiarato a swissinfo il direttore dell’USTRA Michaud.

Tre i modelli di riferimento: Svezia, Olanda, Gran Bretagna. Paesi che hanno elaborato politiche di sicurezza del traffico stradale all’avanguardia. La filosofia della “Visione zero” è made in Svezia; quella della “Sustainable Security”, invece, in Olanda.

Politiche di riduzione del numero delle vittime della strada sono state adottate anche dall’Unione europea (UE) e dalla Conferenza europea dei ministri dei trasporti (CEMT), un organismo allargato a 42 Paesi, comprendente la Svizzera. Gli obiettivi sono uguali a quello della Svizzera: ridurre del 50 % il numero delle vittime della strada. Quello che cambia sono modalità è tempi: per l’UE il 2010; per la Svizzera il 2010 quale termine intermedio ed il 2040 nel lungo periodo.

Una mano dall’IT

Determinante per il successo di queste politiche di sicurezza stradale sarà la tecnologia. Una mano in questo senso dovrebbe venire anche dai costruttori automobilistici, dipendenti dalle innovazioni in un settore economico iper competitivo.

Gli specialisti del traffico prevedono di poter ridurre di 146 il numero delle vittime annuali della strada. Per riuscirci avranno bisogno di auto con sensori elettronici standard. Sistemi telematici con funzioni di “gestione del veicolo mediante la regolazione della dinamica di guida” e di “riconoscimento della segnaletica stradale”.

Sistemi di navigazione assistita intelligenti per controllare la guida. Innovazioni tecnologiche che combinate con l’adozione di misure nell’educazione, nella tecnica, nella gestione del soccorso e nel diritto della circolazione stradale, rappresentano i mezzi di sviluppo della nuova politica federale della sicurezza stradale.

Al ministero dei trasporti (DATEC) spetta ora il compito di definire, entro il gennaio del prossimo anno, le condizioni quadro e le modifiche legislative da adottare per l’attuazione della nuova politica della sicurezza stradale.

Sergio Regazzoni/swissinfo

Educazione, formazione, co-responsabilità, tecnologia.

I principî della nuova politica nazionale della sicurezza stradale si concretizzano nel solco della “Visione zero” indicata dal governo.

Svezia, Olanda, Gran Bretagna i Paesi di riferimento nella strategia di riduzione delle vittime della strada.

23.896 incidenti con vittime nel 2001
544 i morti
6.194 i feriti gravi
23.966 i contusi
Costi sociali tra 2,5 e 3 miliardi di franchi
1971 anno nero per la Svizzera: 1.773 morti

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