Voci borghesi sulla riforma fiscale
Riuniti in assemblea, i radicali e i democratici di centro hanno presentato la loro posizione rispetto al progetto di riforma della doppia imposizione delle aziende.
Mentre l’Unione democratica di centro (UDC) vuole sopprimere l’imposta federale sulle imprese, il Partito liberale democratico propone un alleggerimento fiscale significativo.
La politica economica e in particolare l’imposta federale sulle imprese è stata al centro sabato delle assemblee dei delegati dell’UDC e del PLR, tenutesi rispettivamente sulla montagna del Säntis (canton San Gallo) e a Zurigo.
Più crescita e meno burocrazia
L’UDC ha approvato un programma che prevede l’abolizione dell’imposta sulle imprese. Con il titolo «Agenda 2007, più crescita e meno burocrazia», il documento propone misure in dieci punti, «soluzioni semplici a problemi semplici», come si è espresso il consigliere federale e leader carismatico dell’UDC Christoph Blocher.
Si tratta in larga misura di vecchie rivendicazioni UDC. La proposta più nuova riguarda per l’appunto l’abolizione dell’imposta federale diretta sugli utili aziendali. La proposta è una prima risposta al progetto di riforma fiscale che il governo ha appena sottoposto al parlamento.
Il governo propone di attenuare la doppia imposizione delle imprese (sugli utili delle imprese e sui dividendi distribuiti agli azionisti), introducendo un’imposizione parziale sui dividendi. L’UDC si trova piuttosto d’accordo sulle misure volte a semplificare il sistema fiscale e in particolare l’IVA, ma per il resto ritiene la proposta governativa insufficiente.
Il partito si oppone ad ogni aumento dell’IVA o di altre imposte. Il risanamento dell’Assicurazione invalidità (AI) dovrebbe passare attraverso una lotta agli abusi, mentre l’Assicurazione vecchiaia superstiti (AVS) andrebbe sostenuta con le riserve d’oro della Banca nazionale.
Altri punti dell’agenda 2007 riguardano l’età di pensionamento per tutti a 65 anni, la diminuzione dei premi dell’assicurazione malattia, un meccanismo severo per limitare le spese della Confederazione e la soppressione del diritto di ricorso delle organizzazioni ambientaliste.
Alla ricerca di un’alleanza borghese
Per realizzare le riforme proposte il partito ha però bisogno del sostegno degli altri partiti borghesi e soprattutto del PLR. «Dobbiamo serrare i ranghi se non vogliamo sacrificare definitivamente i valori borghesi della Svizzera sull’altare della politica redistributiva della sinistra», ha detto il presidente dell’UDC Ueli Mauer rivolgendosi ai radicali.
Anche i delegati del PLR si sono occupati durante la loro assemblea del progetto del Consiglio federale sulla politica fiscale, formulando delle proposte che vanno al di là del progetto governativo.
Per migliorare le condizioni quadro per piccole e medie imprese (PMI), ma anche stimolare gli investitori, i radicali propongono un alleggerimento della doppia imposizione delle imprese.
Ridurre l’imposizione sui dividendi
Il consigliere nazionale Charles Favre ha chiesto una correzione del sistema: gli utili delle imprese vanno tassati, ma l’imposta sui dividendi distribuiti agli azionisti va soppressa o sensibilmente ridotta.
Secondo Favre, la riduzione dell’imposta sui dividendi dal 100 all’80 % come proposta dal governo è insufficiente. La situazione politica e finanziaria permette di mirare al 50 %: una soluzione poi accolta dalla maggioranza dei delegati.
Marina Masoni, consigliera di Stato ticinese e vicepresidente del PLR, ha opposto al modello del governo l’idea secondo cui una riduzione delle imposte debba essere subordinata a una partecipazione qualificata alle aziende del 10 % o 20 %.
Lo scopo della riforma dev’essere quello di promuovere la partecipazione in capitale nelle imprese e non di risparmiare attraverso investimenti in titoli, ha affermato la Masoni. Si tratta di promuovere la crescita economica.
La proposta della ticinese ha raccolto molti favori tra i delegati durante la discussione. Nella votazione, 138 delegati hanno approvato l’idea di una partecipazione minima, contro 42. Inoltre 100 delegati hanno accolto la soglia del 10 %, contro 78 che avrebbero preferito una soglia del 5 %.
No a moratoria sugli OGM
I delegati del PLR si sono detti inoltre contrari una moratoria di cinque anni sugli organismi geneticamente modificati (OGM). L’iniziativa «per alimenti prodotti senza manipolazioni genetiche», su cui i votanti svizzeri dovranno esprimersi in novembre, rappresenta esattamente il contrario della politica di apertura tipica del PLR, ha affermato il consigliere nazionale zurighese Felix Gutzwiller.
L’apertura del partito passa anche attraverso l’accettazione delle nuove tecnologie, affinché la Svizzera possa mantenersi tra i paesi di punta. Una moratoria costituirebbe un pessimo segnale per i futuri ricercatori del settore, che sarebbero limitati nelle loro possibili attività.
Gli ha fatto eco il consigliere nazionale basilese Johannes Randegger, secondo cui il successo dell’iniziativa priverebbe la Svizzera di un importante settore d’innovazione.
swissinfo e agenzie
Attualmente il sistema fiscale elevetico tassa sia gli utili delle imprese, sia i dividendi distribuiti.
Il progetto di riforma, elaborato dal Consiglio federale e appena sottoposto, al parlamento propone di attenuare questa doppia imposizione delle imprese, introducendo un imposizione parziale (80%) dei dividendi.
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