Ziegler a Cuba, visita inattesa e controversa
Per la prima volta, Cuba apre le sue porte ad un relatore delle Nazioni unite. Il governo cubano ha assicurato allo svizzero Jean Ziegler la sua totale collaborazione.
Il relatore speciale dell’ONU per il diritto all’alimentazione arriva a Cuba domenica e si tratterrà sull’isola due settimane. Ziegler ha interpretato l’invito come un segno di apertura.
Non succedeva da vent’anni: il regime di Fidel Castro ha invitato a Cuba un relatore speciale delle Nazioni Unite. Il prescelto è il sociologo elvetico Jean Ziegler, che tra il 28 ottobre e il 9 novembre sarà all’Avana per una visita da lui considerata «un segnale di apertura».
Per Ziegler, relatore ONU per il diritto all’alimentazione, l’invito mostra che «Cuba è disponibile a collaborare con le Nazioni Unite» ed è pronta a cooperare attivamente con il nuovo Consiglio per i diritti umani.
Il gesto del «lider maximo» Fidel Castro e di suo fratello Raul, che l’ha sostituito alla guida del paese, non sarà limitato a Ziegler: in futuro si estenderà anche ad altri emissari.
Un invito inatteso
L’invito, fatto pervenire all’ONU il 25 giugno, inizialmente ha destato sorpresa, in quanto pochi giorni prima le autorità cubane avevano ottenuto la soppressione dell’incarico a Cuba del relatore speciale dell’ONU per i diritti umani.
Secondo Ziegler, l’invito prefigura un’evoluzione del regime: «Il periodo della glaciazione è terminato, se ne apre uno all’insegna della collaborazione».
Ziegler presenterà le conclusioni del suo viaggio al Consiglio dell’ONU per i diritti umani l’anno prossimo.
Reazioni, pressioni, speranze
La visita di Ziegler ha provocato una valanga di reazioni prima ancora di diventare realtà: organizzazioni non governative e gruppi di pressione gli hanno infatti chiesto di porre condizioni, mentre alcuni governi europei e gli Stati Uniti l’hanno voluto incontrare prima della sua delicata missione.
Bertrand Louis, dal 2004 ambasciatore elvetico a Cuba e nel contempo rappresentante degli interessi degli Stati Uniti, mitiga le speranze. A suo avviso non c’è in vista alcun avvicinamento tra l’Avana e Washington: il dialogo è fermo a un punto morto.
Ziegler si trova pertanto tra l’incudine e il martello, tra il rischio di una strumentalizzazione e la prospettiva (o speranza) di un’apertura del paese latinoamericano.
L’Avana in particolare auspica che Ziegler denunci le ripercussioni negative dell’embargo statunitense sulla situazione economica del paese. Il relatore sottolinea però che Cuba, come gli altri governi, avrà soltanto la possibilità di rivedere la forma del rapporto, non i contenuti.
Nel contempo Ziegler resta prudente circa l’impatto della propria missione, evidenziando i poteri limitati di un relatore dell’ONU. A suo avviso un profondo cambiamento del regime cubano è ancora lontano, anche perché la Casa Bianca non si è ancora mostrata disponibile al dialogo.
swissinfo e agenzie
Il relatore speciale delle Nazioni unite per il diritto all’alimentazione ha chiesto una moratoria di cinque anni per i biocarburanti (agrocarburanti). Secondo Ziegler, gli agrocarburanti sono un crimine contro l’umanità perché, pur contribuendo alla lotta contro il riscaldamento climatico, sottraggono importanti risorse alimentari.
L’impiego di cereali e zucchero – alla base prodotti alimentari – per la produzione di biodiesel ha comportato un aumento dei prezzi. Questo contribuisce ad acuire il problema della fame nel mondo. Jean Ziegler, che si espresso venerdì a New York, ritiene fondamentale che la produzione agricola sia destinata soprattutto a contrastare la fame.
Per produrre 50 litri di etanolo, ha spiegato Ziegler, occorrono 232 chili di mais. Con la stessa quantità di mais si potrebbe nutrire un bambino messicano o dello Zambia per un anno intero.
Jean Ziegler ha insegnato sociologia e economia all’Università di Ginevra e alla Sorbona di Parigi.
Socialista, è stato parlamentare dal 1967 al 1983 e dal 1987 al 1999.
Si è fatto conoscere, soprattutto all’estero, per le sue reiterate critiche al segreto bancario svizzero.
Dal 2000 è il relatore speciale dell’ONU per il diritto all’alimentazione.
È un convinto contestatore della globalizzazione e delle sue leggi.
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