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La “fortuna” di essere poveri… in Ticino

I ticinesi in situazione precaria possono contare su qualche "spicciolo" in più da parte del cantone (questotrentino.it)

Nel cantone a sud delle Alpi, la povertà colpisce un ticinese su tre. Le persone in difficoltà dispongono tuttavia di un sistema sociale ben strutturato.

I salari troppo bassi e la posizione geografica particolare sono le cause principali che portano ad una situazione di precarietà.

“Siamo sempre il fanalino di coda”, dichiara Christian Marazzi, professore presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi), interrogato sulle condizioni dei lavoratori ticinesi.

L’ultimo studio pubblicato dall’Ufficio federale di statistica evidenzia infatti come il tasso di “working poor” – le persone che pur lavorando percepiscono un reddito troppo basso per poter vivere dignitosamente – sia molto più elevato in Ticino, rispetto alle altre regioni linguistiche del paese.

Nel 2003, la percentuale di lavoratori poveri rappresentava il 12,6% della popolazione attiva, mentre era dell’8,9% in Romandia e del 6,6% nella Svizzera tedesca.

“La povertà non è più un problema di emarginazione, ma tocca anche le persone che lavorano, comprese quelle che non hanno comportamenti scorretti come gli alcolisti o gli indebitati”, dice a swissinfo Renata Dozio della sezione ticinese del Soccorso operaio svizzero (Sos).

Un ticinese su tre ha bisogno di aiuto

Un’inchiesta pubblicata sul quotidiano “La Regione” nel mese di settembre, rileva che la metà dei ticinesi occupati percepisce uno stipendio mensile inferiore ai 3’500 franchi.

Nel cantone, sarebbero circa 100 mila le persone che, trovandosi in qualche modo al di sotto della soglia di povertà, ricevono una forma di aiuto nell’ambito della Legge sull’armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali.

L’assistenza pubblica prende in carico attualmente 1’900 economie domestiche, circa 3’000 persone.

“Tra i titolari di prestazioni assistenziali, meno di un quinto ha un’attività lucrativa. Degli altri quattro quinti, il 39% ha bisogno dell’assistenza perché non riceve più l’indennità di disoccupazione”, indica Martino Rossi, direttore della Divisione dell’azione sociale del Dipartimento Sanità e Socialità.

La riduzione da 520 a 400 del numero massimo di indennità di disoccupazione, indicata da molti analisti come una delle principali ragioni che hanno portato ad una situazione precaria, non è però, secondo Rossi, l’elemento determinante: “La causa va cercata in un insieme di fattori”.

Busta paga inadeguata

Il Ticino non si distingue dal resto della Svizzera soltanto per la clemenza del suo clima, ma anche per i redditi percepiti.

I dati forniti dall’Ufficio federale di statistica mostrano che a sud delle Alpi il salario mensile lordo nel 2002 era in media di 4’658 franchi, contro i 5’417 del valore di riferimento a livello nazionale.

L’economista della Supsi respinge tuttavia le voci di chi giustifica i salari inferiori dei ticinesi con un costo della vita relativamente basso.

“Questo era forse vero una volta, ma oggi i costi quotidiani, e penso ad esempio agli affitti in città come Lugano, sono agli stessi livelli che altrove”, dichiara Marazzi.

Vittime del consumismo?

Il Ticino si caratterizza inoltre per la forte presenza di lavoratori frontalieri.

“Abbiamo da sempre attinto dal bacino lavorativo frontaliero”, ci dice Marazzi, che sottolinea come questa mano d’opera sia spesso vittima di salari inferiori alla norma.

Per spiegare il fenomeno della povertà nel cantone italofono, il responsabile del servizio sociale di Caritas Ticino chiama però in causa la “difficoltà di gestione delle persone”.

“Nonostante la perdita del posto lavoro o del diritto alla disoccupazione, molti non adeguano il proprio tenore di vita e si ritrovano velocemente indebitati”, spiega Dante Balbo.

Balbo punta il dito contro una società che spinge eccessivamente al consumo: “Ci si dice che si può comprare facilmente, senza dover pagare subito. Penso ad esempio ai leasing per le automobili, difficilmente riscattabili, o alle offerte nel campo della telefonia mobile, allettanti ma alla lunga onerose”.

Famiglie povere ticinesi… “fortunate”

Ticino dunque terra di povertà? Forse. Ma a differenza di altri cantoni, può vantare misure di assistenza ben sviluppate.

“Assieme al canton Ginevra, il Ticino gode di una situazione privilegiata perché dispone di uno stato sociale ben strutturato”, indica Balbo.

Il collaboratore di Caritas Ticino cita in particolare l’introduzione della legge sugli assegni integrativi (per i figli minori di quindici anni) e di prima infanzia (bambini fino ai tre anni).

Il vantaggio di questi aiuti risiede nel fatto che non si tratta più di un prestito che la collettività fa al singolo o alla famiglia in difficoltà, ma di una forma di previdenza garantita come un diritto.

“Grazie a questi interventi – prosegue Balbo – la povertà intesa come una mancanza del minimo vitale, non esiste sostanzialmente in Ticino”.

Una considerazione che però non è totalmente condivisa dalla collaboratrice di Sos Ticino, secondo la quale “l’aumento della povertà, registrato un po’ ovunque, sembra oggi più palpabile e visibile anche in Ticino”.

Una problematica che, nell’attuale periodo di bassa congiuntura, rischia di aggravarsi, soprattutto se si proseguirà con le riduzioni dei finanziamenti del settore sociale.

“Invece di tagliare le uscite, si dovrebbero forse incrementare le entrate, aumentando ulteriormente la pressione fiscale sulle persone giuridiche”, suggerisce Renata Dozio, la quale si interroga sul perché dell’attuale strategia di risparmio dello stato, di fronte ai profitti milionari presentati da alcune aziende.

swissinfo, Luigi Jorio

La nuova Legge sull’armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali (LAPS), entrata in vigore nel febbraio 2003, si prefigge di garantire il minimo vitale a tutte le economie domestiche del Ticino, evitando per quanto possibile il ricorso all’assistenza.

La LAPS riguarda la partecipazione al premio dell’assicurazione malattia, l’aiuto allo studio, l’assegno allo studio, l’assegno complementare per il perfezionamento e la riqualifica professionale, l’indennità straordinaria ai disoccupati ex indipendenti, l’assegno familiare integrativo, l’assegno di prima infanzia e le prestazioni assistenziali.

Circa 100’000 i ticinesi che ricevono una forma di aiuto.
3’000 persone percepiscono l’assistenza sociale.
12,6% della popolazione attiva in Ticino è considerata povera.
4’658 franchi lordi il salario medio in Ticino nel 2002.
5’417 franchi la media nazionale.

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