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Deposito finale per le scorie radioattive nel 2030

I contenitori per le scorie altamente radioattive nel deposito intermedio di Würenlingen. Il luogo dello stoccaggio definitivo deve ancora essere designato. Keystone

La questione del luogo di smaltimento delle scorie radioattive provenienti dalle centrali nucleari è da anni al centro di un acceso dibattito. A fine marzo il governo svizzero ha dato via libera alla ricerca del sito che ospiterà il deposito definitivo.

La ricerca del sito sarà diretta dall’Ufficio federale dell’energia (UFE) e si svolgerà in tre tappe nell’arco di dieci anni. La popolazione interessata percepirà un risarcimento pecuniario.

L’obiettivo dichiarato dal ministro dell’energia Moritz Leuenberger è l’entrata in funzione entro il 2030 di un deposito per le scorie a media e bassa attività ed entro il 2040 di uno per quelle altamente radioattive. “La priorità, ha puntualizzato Leuenberger, è e rimarrà la sicurezza.”

La prima fase, della durata di due anni e mezzo circa, sarà incentrata sulla ricerca di aree di ubicazione idonee in base a criteri geologici e di sicurezza. A tale scopo, sarà compito della Società cooperativa nazionale per l’immagazzinamento delle scorie radioattive (Nagra) avanzare proposte concrete.
A tutt’oggi, tra i siti potenzialmente idonei menzionati dalla Nagra figurano oltre al Weinland zurighese, le regioni “Jurasüdfuss-Bözberg” e “Nördlich Lägern”.

Creazione di consenso

La fase successiva culminerà con la scelta, per ogni categoria di scorie, di almeno due ubicazioni nelle zone proposte. Tale procedura, che stando alla tabella di marcia del Consiglio federale potrebbe protrarsi per altri due anni e mezzo circa, prevede il coinvolgimento delle regioni interessate.

Queste ultime non avranno alcun diritto di veto contro un’ubicazione decisa dalla Confederazione, “ma potranno comunque esprimere il proprio parere sul dove esattamente e sul come dovranno essere costruiti i depositi definitivi”, precisa a swissinfo Michael Aebersold, il responsabile della sezione Smaltimento delle scorie radioattive presso l’UFE. Il nostro intento, prosegue il funzionario, è quello di creare una base di consenso tra la popolazione che risiede nelle regioni interessate.

La realizzazione di centro di stoccaggio definitivo per le scorie radioattive nella propria regione porterà vantaggi economici. “Un deposito di questo tipo genera posti di lavoro, imprime una spinta innovativa, può incrementare il gettito fiscale e situazioni analoghe hanno dimostrato che le abitazioni non subiscono alcun deprezzamento”, spiega Aebersold.

Indennizzi pecuniari

Le regioni in cui verrà costruito un deposito definitivo riceveranno indennizzi pecuniari. In pratica, puntualizza Aebersold, “percepiranno del denaro per un servizio reso all’intero Paese”. Sull’impiego concreto dei fondi ricevuti, saranno libere di decidere come meglio credono.

Nella terza e ultima fase, che durerà presumibilmente tra i due anni e mezzo e i quattro anni e mezzo, i siti rimasti in lizza saranno sottoposti a carotaggi e altri esami geologici approfonditi.Una domanda di autorizzazione di massima potrà essere inoltrata soltanto dopo che saranno state elaborate le basi per le indennità compensative nonché per il monitoraggio delle ripercussioni sociali, economiche ed ecologiche.

Il Wellenberg escluso a priori

Sinora i progetti per la costruzione di depositi definitivi per le scorie radioattive si sono scontrati contro la massiccia opposizione delle regioni interessate.

Secondo il consigliere federale Leuenberger, “per ragioni democratiche” il sito del Wellenberg nel Comune di Wolfenschiessen nel Canton Nidvaldo non entra più in linea di conto, in quanto è già stato bocciato a due riprese in consultazione popolare. In futuro, tuttavia, nessuna votazione comunale o cantonale potrà più impedire la realizzazione di un deposito definitivo.

Conformemente alla Legge federale sull’energia nucleare, una volta che il Parlamento avrà approvato l’autorizzazione di massima, sarà sì possibile impugnare l’arma del referendum, ma contrariamente a quanto accaduto in passato, la votazione si svolgerà esclusivamente a livello federale. Nella migliore delle ipotesi, l’iter non si concluderà prima del 2019.

Divergenze sulle dimensioni del deposito

La Nagra si dichiara soddisfatta sia della procedura per la scelta dell’ubicazione, sia del ruolo direttivo assunto dalla Confederazione. Anche l’associazione mantello dell’economia economiesuisse si è espressa positivamente in proposito.

Durante la procedura di consultazione in relazione al Piano settoriale dei depositi in strati geologici profondi messo a punto dalla Confederazione, i partiti e le organizzazioni interpellate hanno espresso pareri contrastanti sulle dimensioni del deposito: i socialisti e i verdi sono dell’opinione che il futuro centro di stoccaggio dovrà essere commisurato alle cinque centrali nucleari esistenti, mentre gli schieramenti borghesi ritengono che dovrà essere in grado di accogliere anche le scorie provenienti da futuri impianti atomici.

swissinfo, Susanne Schanda
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)

1978: Il Consiglio federale incarica la Nagra di verificare la possibilità di smaltire le scorie radioattive in Svizzera.

1985: Sulla scorta di esami geologici nella roccia cristallina, la Nagra presenta alle autorità federali il cosiddetto “Progetto garanzia”.

1988: Il Consiglio federale ritiene fornita la prova dello smaltimento delle scorie a media e bassa attività in Svizzera.

1995/2002: La popolazione di Nidvaldo respinge a due riprese i progetti per la realizzazione di un deposito nel Wellenberg.

2001: Entra in funzione il deposito intermedio per scorie radioattive di Würenlingen (Canton Argovia).

2002: Dopo gli esami del caso, la Nagra fornisce la prova per lo smaltimento nell’argilla opalina di Benken, nel Weinland zurighese.

2004: Il consigliere federale Leuenberger chiede alla Nagra di vagliare alternative al deposito di Benken.

2006: Il Consiglio federale dichiara lo stoccaggio di scorie ad alta e media attività provenienti dalle centrali nucleari nel territorio nazionale un’opzione fattibile.

2008: Il Consiglio federale dà il via libera alla ricerca dell’ubicazione idonea.

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