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«Economiesuisse non ha perso terreno»

Lobbisti all’opera nei corridoi del parlamento. I lasciapassare per accedere a Palazzo federale sono molto richiesti. Keystone

Una vittoria della lobby ecologica a scapito di quella economica: è questa una delle letture date al voto federale del 23 ottobre. Secondo il giornalista Viktor Parma, profondo conoscitore del parlamento svizzero, il potere di Economiesuisse rimane però inalterato.

Qualche mutamento c’è stato semmai, a suo avviso, nella questione nucleare.

Secondo i dati forniti dai servizi parlamentari, la lobby più grande presente alle camere federali rimane quella dei trasporti pubblici, che può ancora contare su trenta rappresentanti, pur avendone persi cinque nelle ultime elezioni.

Sono aumentati invece i rappresentanti delle associazioni ambientaliste (+3 deputati), delle energie rinnovabili (+3), della cooperazione allo sviluppo (+2) e dei sindacati (+1). Fra le lobby ridimensionate dalle elezioni ci sono invece il settore finanziario (-4 deputati), le associazioni economiche (-3), l’industria nucleare (-3), il turismo (-2) e il settore automobilistico (-1).

«La grande sconfitta è l’economia. Sia il settore bancario e assicurativo, sia le associazioni economiche come Economiesuisse, l’Unione svizzera degli imprenditori e l’Associazione svizzera delle arti e mestieri hanno perso influenza», ha scritto il giornale domenicale NZZ am Sonntag.

L’analisi è condivisa anche da altri media. Viktor Parma, per trent’anni corrispondente parlamentare e profondo conoscitore della politica svizzera, è però di un altro avviso.

Un dossier su trenta

«Economiesuisse non ha ceduto neppure un millimetro di terreno. L’associazione rimane forte come prima», afferma a colloquio con swissinfo.ch. Nel libro Die käufliche Schweiz (La Svizzera in vendita), uscito durante la scorsa estate, Parma ha ricostruito per la prima volta, insieme all’ex portavoce del governo Oswald Sigg, l’enorme capacità di Economiesuisse di influire sul lavoro del Parlamento.

Il potere dell’associazione federativa dell’economia si rivela per esempio attraverso le precise indicazioni di voto regolarmente inviate ai 130 membri del gruppo parlamentare «commercio e industria», il cui segretariato è gestito dalla stessa Economiesuisse.

Parma ammette però che qualche «spostamento di dettaglio» è avvenuto nella questione dell’abbandono dell’energia nucleare, dove Economiesuisse si trova confrontata con un forte vento contrario. «Ma l’associazione non è mai stata tutt’uno con la lobby atomica, la questione nucleare è solo uno dei circa 30 dossier seguiti da Economiesuisse».

Il giornalista non nega che la vittoria dei Verdi liberali comporti un rafforzamento della lobby ambientalista e di Swisscleantech, l’associazione federativa delle imprese attive nelle tecnologie sostenibili. Ma a suo parere sarebbe eccessivo dedurre dai piccoli spostamenti dei rapporti di forza parlamentari un’indicazione chiara per una politica più ecologica nei prossimi quattro anni.

Utile per farsi un’idea

Nonostante la perdita di deputati, Parma è certo che la lobby nucleare continuerà a difendere con forza i suoi interessi in parlamento. Attività che il giornalista ritiene legittima. «Per i parlamentari è utile conoscere gli argomenti degli avversari e dei promotori di un progetto. Li aiuta a farsi una prima idea sul tema», dice.

Parma non crede però a quanto continuano a ripetere i lobbisti di Palazzo federale e cioè che la loro attività serva a migliorare la qualità delle decisioni politiche. «Dubito che i lobbisti siano sempre più competenti dei parlamentari. Al contrario: poiché per definizione rappresentano degli interessi di parte, politicamente non vanno presi troppo sul serio».

Complessità favorisce le lobby

Neppure l’argomento secondo il quale i lobbisti sarebbero necessari per aiutare i parlamentari di milizia ad affrontare temi politici sempre più complessi convince il giornalista. Il problema sarebbe piuttosto che troppi messaggi di legge sottoposti ai parlamentari (e anche ai giornalisti) sono scritti male, tanto da rendere quasi incomprensibile il contenuto.

Parma cita l’esempio del messaggio del Consiglio federale del 6 luglio 2011 sulla promulgazione di una legge sull’assistenza amministrativa in materia fiscale, a suo parere incomprensibile anche per gli esperti. «Se un progetto è scritto male, in genere nasconde qualcosa. E più un messaggio è complicato, più i lobbisti hanno gioco facile».

Statuto parastatale

La poca trasparenza del mondo delle lobby non permette stime precise sul numero di lobbisti attivi in parlamento. Parma tenta però una classifica. Al primo posto c’è Economiesuisse, che può contare su numerosi strumenti per esercitare la sua influenza nell’iter legislativo, dalla procedura di consultazione al lavoro delle commissioni parlamentari, dal dibattito parlamentare a un’eventuale campagna referendaria.

Inoltre lo statuto quasi parastatale di Economiesuisse permette all’associazione di muoversi anche nelle sfere governative. «Se un capo di stato straniero visita la Svizzera, i vertici di Economiesuisse possono incontrarlo per discutere ufficialmente di temi economici», osserva Parma. L’associazione fa regolarmente parte anche delle delegazioni economiche che accompagnano i ministri svizzeri nei loro viaggi all’estero.

Badge per i parenti

Al secondo posto nella classifica del giornalista ci sono le altre associazioni economiche e di categoria, le organizzazioni non governative più importanti e i rappresentanti del settore ospedaliero e sanitario, della cultura e delle regioni.

I due lasciapassare permanenti per la sede del parlamento, che ogni deputato può distribuire liberamente (cfr. approfondimento qui a fianco), non finiscono però sempre nelle mani dei lobbisti. Spesso sono concessi a parenti e a collaboratori personali oppure rimangono inutilizzati, dice Parma.

Il giornalista cita infine un’altra categoria di lobbisti: i suoi colleghi accreditati a Palazzo federale, che talvolta non si limitano a riferire su quanto accade nelle stanze del potere, ma tentano a loro volta di orientare le scelte dei parlamentari. Viktor Parma, di certo, non fa parte di questo gruppo. Anche se sul tema della trasparenza, è probabilmente il maggior lobbista di Palazzo federale.

Prima di affrontare il dibattito in aula, i progetti di legge sono discussi dalle 12, rispettivamente 11, commissioni permanenti del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati.

Poiché le commissioni hanno un ruolo decisivo nell’orientare i progetti al vaglio del parlamento, la ripartizione dei seggi è una questione di grande importanza. Il numero di seggi che spetta a ogni gruppo parlamentare dipende dalla loro forza in parlamento. I nominativi dei membri delle commissioni sono indicati dai gruppi parlamentari.

La futura posizione del parlamento sulle questioni ambientali dipende anche dai nuovi deputati e senatori che siederanno nella commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia. Secondo Parma, l’equilibrio della commissione dipenderà in particolare dal profilo più o meno ecologico o più o meno filo-nucleare dei deputati del Partito liberale radicale.

La nuova composizione della commissione sarà resa nota il prossimo 21 dicembre.

I lobbisti non si limitano a cercare di convincere i parlamentari delle loro proposte, ma agiscono anche sull’amministrazione federale e sul governom afferma Oswald Sigg, ex portavoce del governo svizzero e coautore con Viktor Parma del libro Die käufliche Schweiz (La Svizzera in vendita).

Un esempio attuale è quello dell’acquisto di nuovi caccia da parte del Dipartimento della difesa. Le agenzie di lobbying incaricate dai produttori avrebbero cercato sistematicamente di entrare in contatto con le istanze responsabili della selezione e con i collaboratori del ministro della difesa,  dice Sigg.

A suo avviso, il lavoro di lobbying all’interno dell’amministrazione sarebbe inutile, perché in tutti i dipartimenti (ministeri) ci sono le competenze necessarie a valutare questioni anche molto complesse e specialistiche.

Tutti i parlamentari hanno il diritto di concedere a due persone di loro scelta un lasciapassare permanente per il Palazzo federale, la sede delle due camere del parlamento svizzero.

I lasciapassare sono molto richiesti dai lobbisti, i quali per ottenerli prendono letteralmente d’assedio i nuovi membri del parlamento. In cambio offrono vari servizi, tra cui per esempio la possibilità di apparire nelle inserzioni finanziate dall’associazione di riferimento.

L’elenco degli ospiti dei parlamentari, accessibile finora solo all’interno di Palazzo federale, sarà pubblicata sulla pagina web del parlamento dalla metà di gennaio del 2012.

(traduzione dal tedesco e adattamento: Andrea Tognina)

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