Rachid Hamdani, uno dei due ostaggi svizzeri in Libia, domenica si è presentato per la prima volta in aula a Tripoli nel processo d'appello che lo vede alla sbarra per "soggiorno illegale".
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A darne notizia è stata il suo legale Salah Zahaf, il quale ha precisato che il verdetto della corte è atteso per il 31 gennaio.
Al termine dell’udienza Hamdani ha potuto tornare senza problemi all’ambasciata elvetica.
L’avvocato ha precisato che l’ostaggio elvetico aveva ottenuto garanzie in questo senso dalla fondazione Gheddafi, presieduta da Seif Al-Islam, figlio del leader libico Muammar Gheddafi. Salah Zahaf, che ha salutato la “cooperazione” della diplomazia libica, ha aggiunto che in quest’occasione vi è anche stata una non meglio precisata mediazione tedesca.
Rachid Hamdani è responsabile di una PMI svizzera, mentre l’altro ostaggio, Max Göldi, è capo della filiale in Libia di ABB. I due, attualmente rifugiati presso l’ambasciata svizzera di Tripoli, sono bloccati nel paese nordafricano dal 19 luglio 2008. Sono stati condannati in contumacia il 30 novembre 2009 a 16 mesi di carcere per “soggiorno illegale”.
Prima di oggi nessuno dei due ostaggi aveva mai assistito a un’udienza per timore di essere arrestato. I due sono anche accusati dalla giustizia libica di “attività economiche illegali”.
swissinfo.ch e agenzie
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