Philipp Hildebrand convince… a metà
Le spiegazioni del presidente della Banca nazionale svizzera Philipp Hildebrand sulle discusse operazioni bancarie effettuate dalla moglie sono state accolte positivamente dalla stampa elvetica. Rimangono tuttavia alcuni interrogativi aperti.
Chiamato a prendere posizione dopo il polverone sollevato dalle transazioni monetarie effettuate negli scorsi mesi dalla sua famiglia, Philipp Hildebrand si è spiegato giovedì in modo «serio, competente ed eloquente», scrive la Basler Zeitung.
Il presidente della Banca nazionale svizzera (BNS), concorda la Neue Luzerner Zeitung, si è dimostrato «franco» e «degno di fede». «Non abbiamo alcun motivo di dubitare della sua sincerità», sottolinea il 24 Heures.
Anche per Le Temps le spiegazioni di Hildebrand sono state dettagliate e «convincenti». Tale trasparenza, aggiunge il quotidiano romando, ha però messo in evidenza una certa ingenuità. Hildebrand conserva il suo posto, «ma dovrà riconquistare la sua credibilità».
Rivedere i regolamenti della BNS
Le operazioni sul mercato delle valute effettuate dalla famiglia Hildebrand non hanno infranto né il regolamento della BNS né la legge, osserva il Blick. Hildebrand non ha mai commesso il delitto di insider trading di cui l’Unione democratica di centro (UDC) lo aveva accusato, rileva il 24 Heures.
Colpisce però il fatto che un uomo come Hildebrand, che guadagna quasi un milione di franchi all’anno, non abbia avuto il buon senso di astenersi volontariamente da tali operazioni delicate, scrive Der Bund.
Un chiaro errore anche secondo La Liberté, la quale ricorda che Hildebrand sapeva di essere nel collimatore dell’UDC e in particolare dell’ex ministro Christoph Blocher (che d’altronde ha chiesto le sue dimissioni). «Non avrebbe dovuto assumersi alcun rischio».
Ancor più inconcepibile, aggiunge Der Bund, è il fatto che si permetta al responsabile della politica monetaria nazionale di agire a titolo privato sul mercato delle valute.
Per questa ragione, numerosi giornali sottolineano la necessità di rivedere i regolamenti della BNS. La banca deve rapidamente inasprire lo «scandaloso e approssimativo regolamento», ritiene il Blick, al fine di evitare ogni dubbio sull’integrità dei dirigenti della BNS.
Della stessa opinione Le Temps, secondo cui la prima cosa da fare è rivedere il codice di condotta dei dirigenti della banca a riguardo delle loro finanze personali. In questo modo si potrà «smorzare sul nascere» ogni eventuale dubbio di insider trading. L’inasprimento del codice di condotta della BNS, insiste il 24 Heures, non potrà che essere una buona notizia.
Le prove sul tavolo
Per la Basler Zeitung, vicina a Christoph Blocher, rimangono tuttavia numerose questioni aperte. Se Hildebrand sapeva che la moglie era interessata all’acquisto di dollari, si chiede il giornale, «perché non è intervenuto per fermarla?»
Il Consiglio federale, la BNS e la ditta esterna PricewaterhouseCoopers hanno concluso che Hildebrand poteva operare sul mercato delle valute. «Ma ciò è giusto?», si chiede ancora il quotidiano di Basilea. Per il suo editorialista, «l’unica risposta certa» è che tali vicende arrecano danno alla fama della BNS.
Per il 24 Heures, il responsabile della vicenda non è però tanto Hildebrand, quanto «coloro che lo hanno pugnalato», mettendo a repentaglio le istituzioni e la stabilità del paese. Blocher, scrive il Blick, voleva portarlo alle dimissioni non per le sospette operazioni sul mercato dei cambi, ma perché Hildebrand «tiene al guinzaglio tutte le grosse banche».
Per archiviare definitivamente la vicenda, suggerisce la Neue Zürcher Zeitung, il presidente della BNS deve fornire le prove a dimostrazione che il suo agire è stato «al di sopra di ogni sospetto».
Hildebrand ha molte qualità, alle quali si è aggiunta anche l’autocritica, conclude il Tages Anzeiger. A meno di nuovi sviluppi, «la Svizzera farebbe bene a non lasciarsi sfuggire una tale personalità».
La vicenda Hildebrand è stata ripresa venerdì anche dalla stampa internazionale.
Nella sua edizione europea, il Wall Street Journal sottolinea che il successo di un’istituzione finanziaria è basato non soltanto sulla fiducia degli investitori, ma anche «sulla qualità della sorveglianza dei mercati finanziari e delle autorità di sorveglianza».
Per la Svizzera, aggiunge, la minima indicazione di un certo lassismo «potrebbe costare molto cara».
Per il francese Libération, l’istituzione chiave della Svizzera «esce scossa» dalla vicenda Hildebrand. La reputazione del banchiere ed ex campione di nuoto, aggiunge Le Figaro, «rischia di risentirne».
Hildebrand può ritenersi fortunato di essere presidente della BNS invece che della Banca centrale europea (BCE), osserva il tedesco Handelsblatt, per il quale le regole dell’istituto con sede a Francoforte lo avrebbero costretto alle dimissioni.
Rispetto al presidente tedesco Christian Wulff, accusato di non aver comunicato un credito privato, annota Spiegel Online, Hildebrand ha agito in modo «considerevolmente più abile».
La Repubblica rammenta infine che è stato l’ex ministro Christoph Blocher a puntare il dito contro una presunta speculazione sulle divise da parte della moglie di Hildebrand. Blocher che, «come Berlusconi, sa usare la stampa a fini politici».
(fonte: ATS)
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