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Discussioni accese sulla futura composizione del governo

Hans-Rudolf Merz, Samuel Schmid e Moritz Leuenberger rimarranno in governo dopo il 12 dicembre? Keystone

Dopo il chiaro risultato delle elezioni parlamentari del 21 ottobre il dibattito si sposta ora sull'aspetto che dovrà avere il futuro esecutivo svizzero.

I Verdi intendono accedere al Consiglio federale, mentre l’Unione democratica di centro e i liberali radicali vogliono ringiovanirlo e ridistribuire i dipartimenti.

Domenica sera, al termine dello spoglio delle schede elettorali, la maggior parte degli osservatori erano concordi nell’affermare che in dicembre, quando il parlamento eleggerà il Consiglio federale, la composizione del governo non cambierà.

Con il passare dei giorni sono però state avanzate diverse idee, proposte ed esigenze.

Le ambizioni dei Verdi

Per i Verdi, nonostante la netta vittoria alle elezioni legislative, l’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice) non deve sedere in Consiglio federale. Gli ecologisti intendono discutere con i socialisti (PS), il Partito liberale radicale (PLR, centro destra) e il Partito popolare democratico (PPD, centro) sulla possibilità di escludere l’UDC dal governo.

La Svizzera ha bisogno di un governo di concordanza che diriga il paese sulla base di un consenso minimo sulle principali questioni politiche. «I Verdi», si legge in un comunicato diffuso lunedì,«non vedono come ciò sia possibile con l’UDC».

I Verdi decideranno nel corso dell’assemblea dei delegati del 1. dicembre se lanciare un loro candidato nella corsa al Consiglio federale, e a quali condizioni.

Secondo la stampa zurighese, il seggio del ministro Christoph Blocher potrebbe essere attaccato da un’eventuale candidatura della verde liberale Verena Diener. Ex membro dell’esecutivo zurighese, Verena Diener è stata eletta in Consiglio nazionale (camera bassa del parlamento elvetico) e rimane in corsa per il Consiglio degli Stati (camera alta).

Sostituire i ministri più “vecchi”

Sulle onde della Radio svizzera di lingua tedesca i presidenti di PLR e UDC hanno ribadito di essere interessati ad un ringiovanimento del governo. Un rinnovo che potrebbe dar vita a «nuove dinamiche in Consiglio federale».

Per questo motivo, sostengono Fulvio Pelli e Ueli Maurer, varrebbe la pena di considerare la sostituzione dei tre ministri in carica da più tempo: Pascal Couchepin (PLR), Samuel Schmid (UDC) e Moritz Leuenberger (PS).

I due presidenti hanno ad ogni modo sottolineato che non vogliono per forza raggiungere questo obiettivo già in dicembre.

Christophe Darbellay, presidente del PPD, non rivendica dal canto suo un secondo rappresentante in governo (da affiancare all’attuale responsabile dell’economia Doris Leuthard). Evocata prima delle elezioni, questa opzione non è una priorità per il PPD, ha assicurato Darbellay.

Per il presidente del PS Hans-Jürg Fehr, non sono i tre consiglieri federali più “vecchi” a rappresentare un problema, ma i due “nuovi” arrivati, Hans-Rudolf Merz e Christoph Blocher.

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Consiglio federale

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Come agirà l’UDC?

Martedì, numerosi giornali romandi e svizzero tedeschi considerano che un dominio eccessivo dell’UDC sui temi politici potrebbe portare numerosi oggetti di fronte al popolo. Delle votazioni (iniziative o referendum) in cui gli altri partiti, in particolare socialisti e Verdi, potrebbero avere delle carte da giocare.

Il giornale “Le Temps” si chiede cosa succederà adesso che l’UDC ha rafforzato la sua posizione di prima forza politica del paese. «Bisognerà vedere se la popolazione, che ha votato in massa per l’UDC, sarà d’accordo di sostenere il suo programma politico».

Per il “Quotidien Jurassien”, l’UDC continuerà a «pilotare la politica svizzera» e Christoph Blocher «non ha nulla da temere in Consiglio federale». Anche i giornali romandi “L’Agefi”, “L’Express” e “L’Impartial” mettono in evidenza l’efficacia della «macchina» UDC.

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Concordanza

Questo contenuto è stato pubblicato al Con concordanza si intende la continua ricerca di un equilibrio, di un compromesso tra le parti, tra le diverse comunità culturali, linguistiche, sociali e politiche che compongono la Svizzera. Uno degli aspetti più visibili del sistema di concordanza elvetico è la ripartizione dei seggi nel governo federale proporzionalmente alla forza dei partiti, pratica in uso…

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L’«assurda» rivendicazione dei Verdi

La vittoria degli schieramenti ecologisti è invece al centro del vodese “24 heures”, secondo cui «i Verdi sono maturi per l’apertura». La “Basler Zeitung” va oltre: il foglio basilese giudica legittima la rivendicazione di un seggio in governo da parte dei Verdi.

Altri giornali svizzero tedeschi rimproverano al contrario agli ecologisti la loro volontà di formare un governo senza UDC. Una rivendicazione definita «ingenua» dalla “Mittelland Zeitung” e «assurda» dalla “Neue Zürcher Zeitung”.

«Il funzionamento del Consiglio federale – scrive il “Corriere del Ticino” – rimarrà un tema di discussione almeno fino al 12 dicembre, data in cui avverrà la rielezione anche di Christoph Blocher».

swissinfo e agenzie

Mentre l’attenzione si focalizza sul rinnovo del Consiglio federale del 12 dicembre, i partiti pensano anche alla Cancelleria (praticamente nelle mani del PLR dal 1848).

Con il ritiro della radicale liberale Annemarie Huber-Hotz, l’UDC intende approfittare dell’occasione per occupare il posto di colui che è considerato l’ottavo consigliere federale.

Tra i papabili figurano il segretario generale dell’UDC Gregor Rutz, la segretaria generale supplente del Dipartimento federale dell’economia Nathalie Falcone (UDC) o ancora la vice cancelliera del PPD Corina Casanova.

Le elezioni federali 2007 sono costate circa 7,5 milioni di franchi alla Confederazione. Gran parte dei costi sono da attribuire all’opuscolo informativo e a spese informatiche.

Secondo Hans-Urs Willi, a capo della sezione dei diritti politici alla Cancelleria federale, la somma spesa corrisponde al montante necessario per organizzare una votazione.

I costi delle elezioni e delle votazioni cantonali sono invece di qualche decina di migliaia di franchi per i cantoni piccoli e di 1,3 milioni per quelli più grandi.

swissinfo.ch

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