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Favorire il dialogo

Keystone

Il Forum per l’integrazione delle migranti e dei migranti organizza le prime assise nazionali e presenta il proprio progetto di «Carta di integrazione».

Il documento, che prevede una serie di valori comuni a tutti gli stranieri residenti in Svizzera, diverrà una sorta di vademecum per le loro rivendicazioni future.

Prima ancora di cominciare, la prima giornata nazionale del Forum per l’integrazione delle migranti e dei migranti (FIMM), che si terrà sabato ad Olten, registra già un importante successo.

Mai prima d’ora, infatti, una manifestazione organizzata da esponenti di comunità straniere in Svizzera era riuscita a riunire attorno allo stesso tavolo di discussioni esponenti di tutti i partiti politici elvetici, anche quelli che normalmente si dimostrano ad esse più ostili.

Oltre alla ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey, sarà presente nella località solettese Francis Matthey, presidente della Commissione federale degli stranieri. Anche il consigliere federale Christoph Blocher sostiene l’iniziativa, e ha previsto di inviarvi come delegato il vicedirettore dell’Ufficio federale della migrazione, Mario Gattiker.

«È un segnale significativo di interesse ad aprire un dialogo con i migranti per discutere di integrazione. Politici e media si occupano infatti frequentemente degli stranieri, ma troppo di rado si mostrano disposti a parlare con loro», sostiene Antonio Cunha, presidente del FIMM.

Parte integrante della società

Tenuto conto che gli stranieri contribuiscono in modo importante alla vita sociale, culturale ed economica del Paese, il FIMM chiede che venga accordato loro il giusto spazio nella presa di decisioni perché, sottolinea Cunha, «non vogliono più essere considerati come un’appendice alla società elvetica, ma parte integrante di essa».

Una rivendicazione giustificata se si pensa che, in Svizzera, una persona su cinque non possiede un passaporto rossocrociato.

Per questo, secondo il segretario generale dell’associazione, Claudio Micheloni, è necessario cambiare le condizioni di fondo del dibattito politico e del rapporto con i migranti, facendoli partecipare attivamente alle discussioni e alla soluzione dei problemi che li concernono.

«Non vogliamo più essere trattati come un oggetto che i politici strumentalizzano secondo i propri interessi per raccogliere voti. Siamo dei soggetti, e come tali abbiamo delle opinioni che vogliamo esprimere e di cui intendiamo discutere. Solo così è possibile una vera integrazione», ha affermato a swissinfo.

Valori comuni

Per presentarsi all’esterno come una forza sociale compatta, il FIMM ha redatto un progetto di «Carta dell’integrazione», enunciazione di una serie di principi e valori di fondo comuni a tutte le comunità straniere del Paese.

Malgrado le enormi differenze culturali e religiose fra una comunità e l’altra, la stesura di questo testo fondamentale non ha creato problemi o attriti fra i delegati delle oltre 52 associazioni che compongono il Forum: «Segno della volontà diffusa di trovare un elemento che unisca tutti gli stranieri residenti in Svizzera e permetta loro di emergere come elemento collettivo della società», ha spiegato Micheloni.

Il testo difende l’uguaglianza di tutti gli individui in ogni settore della vita sociale, dalla formazione, al lavoro, alla politica dell’alloggio, ma anche in ambito di accesso al sistema della salute e alle prestazioni sociali.

Si esprime inoltre a favore di una «laicità tollerante», aperta al dialogo interculturale sia a livello politico che privato e stabilisce che «integrazione» non deve rimare con «assimilazione», bensì con «pacifica coesistenza» fra svizzeri e stranieri.

Sfide infinite

Il progetto di «Carta d’integrazione» sarà firmato simbolicamente durante il congresso di Olten e adottato nella sua versione definitiva dall’assemblea ordinaria dei delegati della FIMM, la cui riunione è prevista entro gli inizi del mese di giugno.

Un documento destinato a diventare la «carta d’identità» dell’associazione nei suoi rapporti interni e esterni, e a servire come base nell’affrontare i futuri dibattici politici inerenti le migranti e i migranti in Svizzera.

Il cammino da percorrere per garantire l’accettazione e l’integrazione degli stranieri è ancora lungo. L’esito negativo delle votazioni sulle naturalizzazioni dello scorso 26 settembre e l’attuale inasprimento della legge sugli stranieri e della politica d’asilo lo stanno a dimostrare.

Micheloni ne è perfettamente cosciente e conclude affermando che: «quando si parla di integrazione non bisogna mai abbassare la guardia. Anche se notiamo alcuni elementi confortanti, soprattutto un’apertura da parte di autorità e istituzioni al dialogo con i migranti, quel che si fa non è mai abbastanza».

swissinfo, Anna Passera, Berna

1,5 milioni di stranieri in Svizzera (20% della popolazione totale)
Fra i più numerosi nel 2003 (cifre arrotondate):
312’000 Italiani
214’000 Serbi e Montenegrini
165’000 Portoghesi
151’000 Tedeschi
120’000 altri Europei
109’000 Asiatici
82’000 Turchi
79’000 Spagnoli
72’000 Francesi
65’000 Africani
61’000 Macedoni
60’000 Americani (Nord e Sud)
51’000 Bosniaci
43’000 Croati
35’000 Austriaci
3000 Australiani e dell’Oceania
3000 senza patria o di nazionalità sconosciuta

Fondato nel 2000, il FIMM rappresenta le più importanti associazioni di comunità straniere che s’impegnano nel campo della migrazione e dell’integrazione.

Con 220 delegati vi sono rappresentate attualmente una cinquantina di nazionalità diverse e i due terzi della popolazione straniera residente in Svizzera.

Nell’ambito delle prime assise nazionali del Forum, verranno organizzati dei gruppi di discussione, su alcuni di temi d’attualità concernenti gli stranieri (Nuova Legge sugli stranieri, politica d’asilo, naturalizzazione, libera circolazione, ecc.).

All’incontro parteciperanno numerosi esponenti del mondo politico, culturale, sociale, economico e religioso del Paese.

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