«Gli svizzeri possono esserne fieri»
In viaggio ufficiale in Cambogia, la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha reso visita e omaggio a due importanti progetti umanitari svizzeri.
Vitali per milioni di persone, gli ospedali di Beat Richner ed i centri di accoglienza di Piergiorgio e Simonetta Tami contribuiscono in enorme misura all’ottima immagine di cui gode la Svizzera nel regno.
15 anni dopo la stabilizzazione seguita a decenni di guerre, Phnom Penh appare oggi una città tranquilla. La povertà e le sue conseguenze sono ancora ben presenti, ma l’atmosfera sembra quasi serena e pigramente elegante.
Tra palazzi coloniali e case fatiscenti, i «boulevard» sono ornati da numerosi ristorantini ambulanti e percorsi da un traffico che, nel suo monotono fluire, sembra voler fare il verso al melmoso Mekong, uno dei due fiumi della capitale cambogiana.
Negli scorsi giorni, questo lento moto perpetuo è stato tuttavia arrestato dai frequenti blocchi imposti da guardie e poliziotti per permettere lo sfrecciare di alcune limousine nere. Quelle di Micheline Calmy-Rey e della sua delegazione, alle prese con un denso programma di visite e appuntamenti.
Due istituzioni
Accanto al primo ministro Hun Sen ed al suo vice (con i quali è stato firmato un accordo bilaterale sull’aviazione), la presidente ha incontrato pure re Norodom Sihamoni che l’ha accolta in grande stile nella fiabesca cornice del palazzo reale per discutere di questioni economiche e di sviluppo.
Gran parte del soggiorno cambogiano di Calmy-Rey è poi stato dedicato alla visita di alcuni progetti svizzeri diventati delle vere e proprie istituzioni locali. In modo particolare, uno degli ospedali Kantha Bopha del medico-violoncellista svizzero Beat Richner e un centro d’assistenza e di produzione della fondazione Hagar creata e sviluppata dai coniugi Tami.
«Sono fiera di visitare progetti di tale valore che testimoniano di un forte legame umanitario con la Cambogia e sono alla base dell’ottima immagine del nostro paese quaggiù», ha detto Calmy-Rey in un breve incontro con la stampa.
Fiducia confermata
Circa 1750 collaboratori, 850 posti letto (che, a causa della necessità, possono «raddoppiare»: su molti letti vengono posti due pazienti) ed il trattamento di circa l’85% dei bambini malati in Cambogia. Il tutto a standard di qualità occidentali.
I quattro ospedali di Kantha Bopha fondati da Beat Richner soprattutto grazie a donazioni svizzere private e pubbliche (Berna versa 3 milioni l’anno) sono diventati la colonna portante del sistema sanitario cambogiano.
Calmy-Rey ha visitato l’ultimo di questi ospedali, il Kantha Bopha 4, inaugurato il 29 dicembre 2005. «La mia presenza ed il nostro sostegno finanziario sono una prova della stima che proviamo per voi», ha sottolineato davanti a parte del corpo infermieristico.
«Parole che fanno piacere», ha detto a swissinfo Beat Richner, che auspicherebbe tuttavia un contributo di circa 7.5 milioni da parte della Confederazione. «Il fatto che lei sia qui è molto importante per i donatori in Svizzera. È una conferma che la loro fiducia è ben riposta».
«Per colei che soffre»
Prima di partire per Siem Raep, dove una squadra di esperti svizzeri ha contribuito alla restaurazione di uno dei templi dell’antica cittadella Khmer di Angkor, la ministra degli affari esteri ha visitato due centri della Fondazione Hagar («Per colei che soffre») creata da Piergiorgio Tami e da sua moglie Simonetta nel 1994.
«In Cambogia la violenza famigliare contro le donne è molto diffusa. Picchiate o sbattute fuori casa, molte donne e i loro figli finiscono per strada senza alcuna possibilità di rifarsi una vita», spiega a swissinfo Piergiorgio Tami, con la moglie recentemente premiato dalla Fondazione Brandenberger (una specie di «Nobel» svizzero) per le sue attività in Cambogia e nominato imprenditore-sociale dell’anno 2005.
«Noi aiutiamo queste persone a ripartire, dando loro un tetto e, grazie a delle possibilità di formazione, reintegrandole socialmente ed economicamente», aggiunge.
Anche in questo caso, Calmy-Rey si è detta grata ai coniugi Tami e ai loro collaboratori per l’efficacia dei loro sforzi.
«Finora abbiamo ricevuto donazioni quasi unicamente dal Ticino», conclude Piergiorgio Tami. «Speriamo che la visita di Calmy-Rey ci faccia conoscere anche nel resto del paese».
swissinfo, Marzio Pescia, Phnom Penh
Beat Richner ha fondato quattro ospedali per bambini in Cambogia (budget annuale: 16.5 milioni di dollari).
Ogni anno gli istituti visitano gratuitamente circa 800’000 bambini.
Il progetto Hagar della famiglia Tami è invece dedicato alle donne e ai bambini vittime di violenza o abbandonate.
Dal 1994, Hagar ha aiutato, educato e formato 100’000 donne.
Il cerimoniale adottato dalle autorità cambogiane per accogliere Micheline Calmy-Rey è stato sontuoso.
L’aeroporto internazionale di Phnom Penh è stato addobbato da tante bandierine svizzere e da un ritratto gigante della presidente, posto accanto a quello di re Norodom Sihamoni.
Tutte le vie della capitale percorse dalla delegazione svizzera sono state decorate con i colori rossocrociati e da striscioni con slogan perentori: «Vive la Confédération Suisse!», recita ad esempio uno di questi.
L’accesso della presidente al palazzo reale per l’incontro con il re è inoltre avvenuto tra due ali di folla formate da numerose centinaia di studenti in festa. All’interno del palazzo, una ventina di ragazze spargevano petali di fiore sul tappeto rosso percorso da Calmy-Rey.
Superficie: 181’035 km2
Abitanti: 14 milioni
PIL pro capite: 346 US$
Colonia svizzera residente: 114 persone
Ex-protettorato francese indipendente dal 1953, la Cambogia viene riconosciuta dalla Confederazione nel 1957.
Paese tra i più poveri al mondo, la Cambogia paga ancora oggi il prezzo di tre decenni di sanguinose guerre.
La Svizzera sostiene il regno del re Norodom Sihamoni tramite l’aiuto umanitario, il finanziamento di ospedali, la partecipazione a programmi internazionali a favore dell’economia privata e la creazione di un tribunale dell’ONU dedicato ai crimini commessi dai Khmer rossi durante il loro regime.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.