«Il regno di Gheddafi si avvicina alla fine»
L'esperto di strategia militare Albert Stahel ritiene che l'intervento delle forze aeree alleate accelererà la caduta del regime libico. Nonostante la tregua annunciata venerdì da Tripoli, la comunità internazionale sembra infatti decisa ad agire.
Giovedì, il consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato una risoluzione che consente di istituire la cosiddetta no-fly zone e di adottare «tutte le misure necessarie per proteggere i civili».
Dal canto suo, la Libia – per bocca del ministro degli esteri Mussa Kussa – «ha deciso di osservare immediatamente un cessate il fuoco e di mettere fine a tutte le operazioni militari», aggiungendo che «è costretta a osservare la risoluzione in quanto paese membro delle Nazioni Unite».
Una comunicazione che non ha cambiato molto la situazione: Francia e Gran Bretagna hanno ribadito l’intenzione di procedere comunque e tempestivamente, mentre secondo gli insorti non vi sarebbe stata in realtà nessuna tregua.
Per analizzare la situazione, swissinfo.ch ha interpellato Albert Stahel, professore di studi strategici all’università di Zurigo.
swissinfo.ch: La decisione che permette di ricorrere alla forza è stata presa in tempo oppure troppo tardi?
Albert Stahel: È giunta appena in tempo utile.
swissinfo.ch: La risoluzione prevede la possibilità di ricorrere a tutte le azioni militari ritenute necessarie, eccezion fatta per l’impiego di truppe di terra. Questa decisione che concede ampio margine di manovra l’ha sorpresa?
A.S.: La decisione mi avrebbe sorpreso se fosse stata adottata prima. Adesso non mi stupisce, poiché si tratta di un’azione per bloccare e far arretrare l’esercito di Gheddafi, eliminando l’artiglieria pesante e i blindati. La risoluzione mira fondamentalmente a disarmare Gheddafi, affinché non possa riconquistare altre roccaforti in mano agli insorti.
swissinfo.ch: Venerdì mattina la Francia ha annunciato azioni militari nel giro di alcune ore. Si tratta di una prospettiva realistica oppure si tratta solo di dichiarazioni per intimidire Gheddafi?
A.S.: Azioni militari in tempo breve sono senz’altro possibili. Bisogna tenere presente che la Francia collabora strettamente con la Gran Bretagna, la quale può contare su una base aerea a Cipro.
swissinfo.ch: Concretamente, quali azioni militari sono ipotizzabili?
A.S.: L’eliminazione della difesa contraerea di Gheddafi, segnatamente le postazioni di controllo radar e i sistemi missilistici. Per rompere l’assedio attorno a Bengasi, saranno presumibilmente attaccati i blindati e l’artiglieria.
swissinfo.ch: Quali difficoltà potrebbero esserci per le Forze aeree alleate?
A.S.: Non ne vedo di particolari, a meno che Gheddafi utilizzi degli scudi umani per proteggere le installazioni della contraerea.
swissinfo.ch: Nella lotta contro gli insorti, Gheddafi ha inizialmente impiegato le forze aeree libiche. Queste ultime hanno ancora un ruolo importante?
A.S.: Il ricorso all’aviazione – che ha effettuato i bombardamenti – è stato inizialmente importante, ma i velivoli impiegati sono stati pochi. E ora gli hangar saranno verosimilmente presi di mira.
swissinfo.ch: L’artiglieria libica, che ha costretto gli insorti a retrocedere, potrà essere combattuta efficacemente grazie alle forze aeree?
A.S.: Sì, poiché oggigiorno il controllo dei cieli costituisce il fattore decisivo, come si è dimostrato in tutti i conflitti successivi al 1991. Grazie agli aerei da guerra è possibile infliggere perdite considerevoli alle truppe di terra, o addirittura annientarle.
swissinfo.ch: Come è organizzato il comando delle forze alleate? Quale è il ruolo della Nato?
A.S.: Il ruolo della Nato è marginale; d’altronde nella risoluzione delle Nazioni Unite non è nemmeno stata menzionata, diversamente dagli Stati che possono applicare la decisione. Di conseguenza, ritengo che il comando delle operazioni potrebbe essere assunto dagli Stati Uniti oppure – in una prima fase – dai francesi e dai britannici.
swissinfo.ch: Vi sono già state reazioni degli Stati arabi alla no-fly zone?
A.S.: Apparentemente, il Qatar, gli Emirati arabi e forse l’Arabia saudita potrebbero mettere a disposizione degli aerei da guerra.
swissinfo.ch: Prevede una campagna militare breve?
A.S.: La difesa antiaerea dovrebbe essere messa fuori combattimento in un paio di giorni. Anche i blindati e l’artiglieria subiranno rapidamente la stessa sorte. A mio parere, la risoluzione dell’ONU potrà essere concretizzata in due giorni.
swissinfo.ch: Sarebbe la fine del regno di Gheddafi?
A.S.: Sarebbe de facto la fine. Infatti Gheddafi è ormai diventato un personaggio infrequentabile e i suoi mezzi finanziari sono stati bloccati. Questa situazione è stata sottolineata chiaramente ancora giovedì dal rappresentante del Libano nel Consiglio di sicurezza dell’ONU. Non vedo inoltre come questo regime potrebbe sopravvivere senza mezzi militari. Per Gheddafi e il suo clan la fine si avvicina.
In un nota diffusa venerdì, il Dipartimento federale degli affari esteri sottolinea che «la Svizzera partecipa vivamente alle sofferenze del popolo libico e riconosce la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU approvata venerdì».
In particolare, la Confederazione «spera che la rapida applicazione della risoluzione possa porre fine alle sofferenze dell’inerme popolazione civile in Libia».
Per quanto concerne l’aiuto umanitario, il DFAE ricorda che dalla fine di febbraio tre squadre d’intervento sono attive alla frontiera libica in Tunisia e in Egitto.
La Svizzera intende inoltre di inviare in Libia due carichi di materiale medico d’emergenza, ognuno dei quali consente il trattamento medico di 10’000 persone per tre mesi.
traduzione e adattamento: Andrea Clementi
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