La Quinta Svizzera vuole votare via internet
Riunito sabato a Berna, il Consiglio degli svizzeri dell'estero ha rivendicato l'introduzione del voto elettronico, al più tardi, per le elezioni federali del 2011.
Per lo scrutinio del prossimo autunno, i rappresentanti della Quinta Svizzera hanno chiesto l’invio a tutti gli elettori all’estero del materiale di propaganda dei partiti.
“La partecipazione politica non si limita al voto. Occorre anche una presenza fisica durante la campagna, ci vogliono dei candidati. E il più in fretta possibile”, ha dichiarato Georg Stucky, presidente dell’Organizzazione degli svizzeri dell’estero (OSE) nel corso della riunione tenuta sabato.
Agli occhi dei rappresentanti della Quinta Svizzera, la partecipazione dei connazionali dell’estero durante la campagna elettorale riveste “una grande importanza”. Rimane però difficile trovare delle persone interessate a mettersi in lizza.
Per favorire l’informazione e stimolare eventuali candidature, i 120 membri del Consiglio degli svizzeri dell’estero, presenti a Berna, hanno sostenuto la necessità di inviare a tutti i connazionali nel mondo il materiale di propaganda dei partiti. Finora non lo ricevono, ad esempio, i cittadini elvetici provenienti dai cantoni di Berna e Argovia.
Piccolo arsenale
L’OSE ha predisposto un vero e proprio arsenale per permettere agli espatriati – di cui ben 111’000 sono già iscritti nei registri elettorali – di partecipare alla “lotta” e di difendere i “loro interessi”.
Sono previsti ad esempio forum elettorali in collaborazione con swissinfo, appelli al voto con i quattro partiti di governo, piattaforme elettorali a Vienna, Norimberga o Montecarlo.
L’organizzazione ha inoltre creato un manifesto elettorale che si rivolge ai candidati. Il documento contiene una serie di richieste che concernono la politica, la formazione, la presenza della Svizzera all’estero o la mobilità.
Voto e governo elettronico
Tra i temi di maggio rilievo sabato vi è stata anche l’introduzione del voto e del governo elettronico per agevolare la partecipazione politica degli svizzeri dell’estero e i loro contatti con le amministrazioni pubbliche.
In una risoluzione, il Consiglio chiede alle autorità di fare in modo affinché l’e-voting sia già una realtà per le elezioni federali del 2011. Ciò che non sembra ancora un fatto certo.
Secondo l’ambasciatore Markus Börlin, il voto elettronico non sarà probabilmente in funzione prima del 2010-11. “È necessario accelerare le procedure a livello federale, ma anche sul piano cantonale”, ha dichiarato il responsabile della Divisione politica VI del Dipartimento federale degli affari esteri.
Il governo elettronico e in particolare l’amministrazione consolare virtuale (sull’esempio della Francia) interessano anche l’OSE, che intende premere pure in questa direzione.
Si tratterebbe innanzitutto di trattare via internet le pratiche consolari amministrative. In tale ambito, i rappresentanti della Quinta Svizzera hanno espresso la loro preoccupazione per la progressiva “erosione” della rete di sedi consolari svizzere all’estero.
Altri sviluppi
Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE)
Precisazioni sulla Guardia svizzera
“L’86% dei membri della Guardia svizzera al Vaticano sono già iscritti nei registri elettorali”, si è rallegrato Georg Stucky. “Si tratta di un record tra gli svizzeri dell’estero”.
Venuto appositamente a Berna, Elmar Mäder, comandante dei circa 110 militi elvetici di stanza a Roma, ha presentato alla riunione il ruolo dello storico corpo incaricato della protezione dei pontefici.
Rispondendo agli attacchi del giornale “Blick”, che aveva criticato l’esclusione di un candidato appartenente alla Quinta Svizzera, Mäder ha precisato i criteri richiesti per poter essere arruolati nella Guardia svizzera.
Per far parte del corpo di militi svizzeri al Vaticano occorre “identificarsi pienamente nella Svizzera. Non solo tramite un passaporto, ma piuttosto sulla base di un rapporto molto stretto”, ha spiegato Mäder.
A suo avviso, sono determinanti soprattutto il profilo personale, come pure i legami in ambito di cultura e identità. Gli svizzeri dell’estero non sarebbero quindi esclusi a priori.
I membri del consiglio hanno ottenuto la risposta che volevano, come ha indicato Rudolf Wyder, direttore dell’OSE: “Le spiegazioni di Elmar Mäder mi sembrano totalmente rassicuranti”.
swissinfo, Pierre-François Besson
(traduzione Armando Mombelli)
Definito il “parlamentino” della Quinta Svizzera, il Consiglio degli svizzeri dell’estero (CSE) è l’organo supremo dell’Organizzazione degli svizzeri dell’estero.
Il suo obbiettivo è di difendere gli interessi degli svizzeri residenti all’estero dinnanzi alle autorità e all’opinione pubblica svizzera.
Il consiglio si riunisce due volte l’anno – di cui una volta contemporaneamente al Congresso degli svizzeri dell’estero – per prendere posizione sulle questioni politiche che toccano la Quinta Svizzera.
Il Consiglio è formato da 130 rappresentanti delle comunità elvetiche nel mondo e di 40 membri residenti in Svizzera.
Alla fine dell’anno scorso, 645’010 cittadini svizzeri vivevano all’estero. Rispetto al 2005 si è registrato un aumento di 10’794 persone (+1,7%). Gli effettivi della Quinta Svizzera sono cresciuti dell’11,1% dal 2000.
La maggioranza dei connazionali all’estero risiedono nell’Unione europea (390’182 persone). La più grande comunità di svizzeri dell’estero si trova in Francia (171’732). Seguono la Germania (72’384) e l’Italia (47’012).
Al di fuori dell’Europa, la comunità più folta è quella degli Stati uniti (71’984), davanti a Canada (36’374), Australia (21’291), Argentina (15’061), Brasile (13’956), Israele (12’011) e Sudafrica (8’821).
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