Le Locle: bus gratis per tutti?
L’8 febbraio a Le Locle, cittadina neocastellana nei pressi del confine francese, si vota sull’introduzione della gratuità sui trasporti pubblici locali.
Un responso positivo dalle urne significherebbe una prima svizzera. Il tema è controverso: i bus gratis possono davvero risolvere i problemi del traffico?
Le Locle. 10’500 abitanti. Una città secondo i generosi criteri elvetici. Poco più di un paesotto su scala internazionale. Eppure il traffico vi suscita non pochi grattacapi.
Lassù, nel bel mezzo dell’arco giurassiano, la grana principale sembra essere quella del traffico di transito, generato dai pendolari della regione e dai numerosi frontalieri che, dalla Francia, percorrono le strette vie della città per recarsi prevalentemente nella zona industriale di La Chaux-de-Fonds.
Ogni giorno sono circa 60’000 i veicoli che, più o meno pazientemente, s’incolonnano ed attraversano Le Locle. La qualità dell’aria ne risente: le soglie antinquinamento sono regolarmente superate.
“Gli ingorghi sono ormai la norma”, rileva l’ecologista Aline Perez-Graber. “E notiamo chiaramente che il traffico è in continua crescita”.
La prova della gratuità
E così, l’autunno scorso il consiglio comunale ha approvato a risicata maggioranza la proposta di rendere gratuito l’utilizzo dei mezzi pubblici per un periodo di prova di 4 anni.
“Stimiamo a circa 250’000 franchi il costo annuale del progetto: un importo che rappresenta una minuscola percentuale nel budget di Le Locle”, sostiene Aline Perez-Graber. “Possiamo dunque sopportarlo senza aumentare le imposte”.
In sostanza, i promotori ritengono che i trasporti pubblici siano da inserire tra i servizi fondamentali di una città. E debbano quindi essere finanziati, attraverso le imposte generali, dall’intera comunità.
Nella speranza che, sgravate dall’obbligo di acquistare un titolo di trasporto, sempre più persone rinuncino al veicolo privato ed optino per i mezzi pubblici.
Un’avventura che non piace a tutti
“Il progetto è mal preparato”, ribatte Philippe Aubert, presidente del comitato referendario che si sta battendo contro i bus gratuiti.
“Pone problemi giuridici e finanziari. La società anonima che gestisce i trasporti pubblici a Le Locle è pure di proprietà del Cantone di Neuchâtel e di La Chaux-de-Fonds. Ebbene, questi altri partner non sono stati neppure interpellati”, rileva l’esponente del partito liberale.
“Inoltre il comune di Le Locle ha difficoltà finanziarie e beneficia della perequazione cantonale: la gratuità dei mezzi pubblici sarebbe quindi finanziata dagli altri comuni dal cantone. E la cosa non è assolutamente ben vista”, aggiunge Philippe Aubert.
A Le Locle non esistono parcheggi a pagamento. Tutti gratuiti. Ma allora, come propongono gli ecologisti, non avrebbe senso invertire la rotta, introducendo dei parchimetri per compensare i mancati introiti del trasporto pubblico?
“È vero”, dice Philippe Aubert. “Si potrebbero immaginare delle misure accompagnatorie. Ma, in ogni caso, il problema di Le Locle riguarda il transito. E non lo risolveremmo con la gratuità dei mezzi pubblici urbani”.
“Idea simpatica, ma…”
Il tema sta avendo una certo eco sui media svizzeri. “Se il popolo lo accetterà, sono convinta che molte altre città s’interrogheranno sui bus gratis”, sostiene Aline Perez-Graber, sperando in una specie di effetto domino.
“A Le Locle abbiamo un servizio di trasporto pubblico molto limitato”, ribatte Philippe Aubert. “Il modello della gratuità non è esportabile ad agglomerati importanti: i buchi finanziari sarebbero immediatamente milionari”.
E cosa ne pensa l’Unione dei trasporti pubblici (UTP), l’organizzazione mantello delle imprese di trasporto pubblico?
“L’idea è senz’altro simpatica ma non mi sembra attuabile”, ritiene Peter Vollmer, direttore dell’UTP e consigliere nazionale socialista.
All’UTP si temono in effetti degli effetti controproducenti. “L’utilizzo dei mezzi pubblici dipende in primo luogo dalla qualità dell’offerta, non dal prezzo. Se ci priviamo degli introiti, avremo ancor meno mezzi a disposizione per investire e migliorare il servizio”. Insomma, un autogol.
Intanto, a Le Locle, il tema sta suscitando passioni. “Molti ci hanno criticato pesantemente, altri sono entusiasti. Difficile prevedere come finirà”, conclude Aline Perez-Graber. Per scoprirlo, l’appuntamento è fissato all’8 febbraio…
swissinfo, Marzio Pescia
Il referendum contro i bus gratuiti, lanciato dal partito liberale, ha raccolto 1780 firme (necessarie: 1185);
I mancati introiti dovuti alla gratuità sono stimati a 250’000 franchi annui.
In caso di esito positivo nella votazione popolare, Le Locle sarebbe la prima città svizzera ad introdurre la gratuità sui propri mezzi di trasporto urbani.
Esperimenti del genere sono già in corso a Mayenne (Francia) ed Hasselt (Belgio). In quest’ultima città, in 7 anni il numero di utenti dei mezzi pubblici è decuplicato.
A Montpellier (Francia) il tentativo è stato invece interrotto. I bus, da mezzi di trasporto, si erano trasformati in punto di ritrovo pubblico.
Le Locle è confrontata con un’importante problema di traffico: il transito di migliaia di frontalieri.
Per risolverlo si discute di un tunnel sotto la città (che, in ogni caso, non potrebbe essere realizzato nel corso del prossimo decennio) o di una nuova circonvallazione del centro.
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