Un candidato svizzero alla presidenza
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Nulla di strano se il paese in questione fosse la Svizzera. Invece siamo in Argentina, dove Néstor Kirchner è in lizza per la Casa Rosada.
Discendente d’emigrati svizzeri, un passato senza scandali e da buon amministratore fanno di Kirchner il candidato favorito.
La lunga, estenuante e delicata campagna elettorale in Argentina ha partorito un topolino.
Il prossimo presidente della repubblica sarà deciso il 18 maggio nel ballottaggio fra i due candidati peronisti: l’ex presidente Carlos Menem e Nestor Kirchner, governatore della provincia di Santa Cruz.
Menem (già presidente dal 1989 al 1999) ha raccolto il 24,34 per cento dei consensi; Kirchner il 21,99%.
Dietro, staccati ma con percentuali significative, gli ex radicali di destra Ricardo Lopez Murphy (16,35%) e di sinistra Elisa Carriò (14,15%) ed il peronista nazionalista Adolfo Rodriguez Saa (14,12%).
Le radici nel Berner Oberland
La storia della famiglia Kirchner è stata segnata per tutto il XX secolo dalla presenza e dal ricordo di Bertha Althaus Amacher de Kaenel, bisnonna del candidato alla presidenza argentina. Nata nel 1877 a Interlaken in una famiglia di commercianti, emigrò bambina con tutta la famiglia a Città del Capo, in Sudafrica.
Fu in Africa che la famiglia Althaus venne a conoscenza delle importanti colonie svizzere istallatesi in Argentina.
La nostalgia e il desiderio di ritrovarsi fra compatrioti, spinsero gli Althaus ad emigrare un’altra volta. Il 6 febbraio 1884 arrivarono a Buenos Aires.
La casa della bisnonna
Il clan familiare si stabilì in seguito a Romang, una delle più importanti colonie svizzere della provincia di Santa Fe. Qualche anno dopo il suo arrivo a Romang, Bertha Althaus Amacher sposò Teofilo Kaenel, anch’egli discendente di svizzeri.
Alla morte del marito, Bertha, allora trentacinquenne, dovette allevare sola i quattro figli ed occuparsi della gestione di due piccole fabbriche, una conceria e una manifattura di sigarette. Quando però una delle sue sorelle l’invitò ad andare a vivere con lei a Río Gallegos, Bertha fece le valigie e percorse i 3000 chilometri che separavano Santa Fe dal villaggio in Patagonia.
A Río Gallegos, Bertha passò il resto dei suoi giorni. Una delle sue figlie, la maggiore, vi sposò Carlos Kirchner, un commerciante della regione con radici tedesche. La sua casa era il centro in cui si riuniva tutta la famiglia e Néstor Kirchner, attuale candidato alla presidenza, vi ha trascorso buona parte della sua infanzia.
Il programma di Kirchner
Oggi Bertha Althaus farebbe fatica a riconoscere Río Gallegos, una città moderna che è stata guidata per cinque anni da suo nipote. Il villaggio dei pionieri si è trasformato grazie agli introiti provenienti dal petrolio. La provincia di Santa Cruz, di cui Río Gallegos è la capitale, produce infatti buona parte del greggio argentino.
Forte dei buoni risultati ottenuti dalla sua gestione – Santa Cruz ha il tasso di disoccupazione più basso di tutto il paese – Néstor Kirchner propone un programma in quattro punti (vedi rubrica: in sintesi).
Lo scopo è di rilanciare la dissestata economia argentina, rassicurare una popolazione molto impoverita e frenare la corruzione politica.
Il precedente di Carlos Pellegrini
Il 18 maggio gli elettori argentini decideranno se un candidato di origini svizzere avrà l’occasione di accedere alla carica più alta dello Stato.
L’impresa era già riuscita ad un altro emigrante svizzero: il ticinese Carlos Pellegrini, presidente della Repubblica Argentina dal 1890 al 1892.
swissinfo, Pierre Dumas, Buenos Aires
(traduzione e adattamento: Doris Lucini)
I quattro dossier del programma Kirchner:
– un piano di lavori pubblici che prevede la costruzione di tre milioni di alloggi in quattro anni. La realizzazione del progetto genererebbe cinque milioni di posti di lavoro.
– la revisione dei contratti per la gestione del servizio pubblico. I «regali» fatti da Menem ad aziende straniere (in particolare francesi e spagnole) suscitano dei dibattiti molto polemici.
– la ristrutturazione del sistema fiscale che Kirchner vuole riorganizzare per combattere più efficacemente frodi ed evasioni fiscali.
– la sostituzione dei pagamenti alle province e alle municipalità con un meccanismo di finanziamento più complesso.
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