Un futuro incerto per i dipendenti federali
La partenza precipitosa del capo dell'Ufficio federale del personale getta qualche ombra sulla maniera in cui viene portata avanti la riforma dell'amministrazione.
Il dimissionario Peter Hablützel si è in particolare detto «disgustato» per come viene trattato il personale federale.
«Pulizie di primavera»: è in questi termini che il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha definito i progetti di riforma dell’Amministrazione federale (AF).
Pulizie che sembrano essere già iniziate con la partenza improvvisa del responsabile dell’Ufficio federale del personale (UFPER), Peter Hablützel.
Hablützel, in carica dal 1989, aveva rassegnato le sue dimissioni per febbraio 2006, ma il suo diretto superiore, lo stesso Merz, lo ha congedato già per fine settembre 2005.
Un segnale chiaro
Una partenza che dà un segnale chiaro su quello che sarà il nuovo corso in materia di politica del personale.
Come ammesso dallo stesso Hablützel, con Merz non è riuscito a stabilire una relazione di fiducia. Le ragioni della sua partenza sono però più profonde e sono legate non tanto al principio – Hablützel è favorevole ad una riduzione degli effettivi – quanto alla maniera in cui viene portata avanti la ristrutturazione.
«Non si può ristrutturare di punto in bianco, licenziando centinaia di persone», ha dichiarato Hablützel.
Una riforma da 40 milioni
Mercoledì, il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha presentato il progetto di riforma dell’AF.
Una riforma – ha affermato Merz – che ha lo scopo di «semplificare le procedure e di rivalutare le strutture per renderle più efficaci». Permetterà soprattutto di risparmiare 30 milioni di franchi entro il 2007 e 40 milioni a partire dal 2008.
Il piano d’azione del Consiglio federale – il quale si è ritrovato nell’obbligo di procedere a risparmi dopo che il parlamento ha approvato il programma di sgravio 2004 – prevede nove progetti interdipartimentali e 25 progetti all’interno dei dipartimenti.
Certi provvedimenti saranno immediati, come la rinuncia a determinati compiti dell’amministrazione, mentre altri avranno ripercussioni a medio termine.
Alcune riorganizzazioni sono però già state effettuate: ne è un esempio l’Ufficio federale delle migrazioni, nato dalla fusione dell’Ufficio federale dei rifugiati e dell’Ufficio federale dell’immigrazione, dell’integrazione e dell’emigrazione.
Un apposito comitato composto dai consiglieri federali Christoph Blocher, Hans-Rudolf Merz, Micheline Calmy-Rey, dalla cancelliera Annemarie Huber-Hotz e dall’ex consigliere di stato lucernese Ulrich Fässler, seguirà i singoli processi centrali dal profilo strategico.
«Un laboratorio protetto»
Mentre la responsabile della diplomazia elvetica sarà incaricata dell’esame delle strutture di condotta dei dipartimenti, Merz e Blocher saranno responsabili dei progetti che, più degli altri, implicheranno riduzioni del personale. In particolare, il ministro della giustizia si occuperà di semplificare i regolamenti riguardanti i dipendenti e dell’eliminazione dei doppioni.
Un mandato, quello affidato a Blocher, che non ha mancato di suscitare critiche: Merz, sostengono alcuni, si sarebbe infatti sbarazzato delle sue responsabilità di ministro di tutela del personale per affidarle invece a qualcuno capace di procedere a licenziamenti senza troppi scrupoli.
Blocher, che aveva definito l’AF un «laboratorio protetto e insensibile alle ristrettezze finanziarie», aveva già manifestato la sua attitudine al risparmio: a giugno, aveva annunciato una riduzione di 116 posti su 585 nei servizi centrali del suo dipartimento, per diminuire i costi di 13 milioni di franchi annui.
Più recentemente, si era invece attaccato al Tribunale federale, chiedendogli di presentare proposte per ridurre di un quinto il proprio budget.
Un elastico sempre più teso
Lo spettro di riduzioni a livello del personale è stato sollevato dall’Associazione del personale della Confederazione, la quale ha chiesto in particolare che l’operazione avvenga senza licenziamenti.
Con Christoph Blocher ai comandi dell’operazione «caccia ai doppioni», difficilmente però la riforma sarà condotta in porto senza qualche vaso rotto. Del resto, si calcola che entro il 2010 verranno soppressi circa 4’500 degli attuali 37’000 posti in seno all’AF.
Hans-Rudolf Merz ha comunque promesso che la Confederazione continuerà ad essere un datore di lavoro «attrattivo, sociale ed affidabile».
Il capo del personale «dimissionato» Peter Hablützel, dal canto suo, non ha esitato a dirsi «disgustato» per come viene trattata la gente: un’affermazione impensabile fino a qualche anno addietro.
Il Governo ha quindi interesse a mantenere la promessa fatta da Merz. In caso contrario, il sempre più teso elastico con i dipendenti dell’Amministrazione, finora assai mansueti, rischia di rompersi irrimediabilmente.
swissinfo, Daniele Mariani e Luigi Jorio
Negli ultimi anni, il personale dell’amministrazione federale è già stato confrontato a diverse misure di risparmio.
Nel gennaio 2002, la nuova legge sui dipendenti della Confederazione ha ad esempio abolito lo statuto di funzionario, autorizzando così i licenziamenti.
Nel maggio 2004, il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha annunciato che il personale federale non avrebbe avuto diritto alla compensazione del rincaro nel 2005.
Il parlamento ha poi adottato il programma di sgravio delle casse federali nel giugno 2005, tagliando di fatto 150 milioni di franchi nella rubrica «personale».
37’000 persone sono attualmente impiegate nell’Amministrazione federale.
Entro il 2010, 4’500 posti saranno probabilmente soppressi.
Il costo del progetto di riforma adottato dal Consiglio federale si aggira attorno agli 8 milioni e mezzo di franchi.
Un investimento che dovrebbe consentire di risparmiare fino a 40 milioni di franchi annui.
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