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Un voto contraddistinto dalla paura

Il 52,9% dei votanti ha detto "Raus", titola il Blick swissinfo.ch

In tutte le regioni del paese, la stampa svizzera deplora lunedì l'accettazione dell'iniziativa per l'espulsione degli stranieri che commettono reati. Il risultato è la conseguenza di un ripiego identitario motivato dalla paura nel futuro e strumentalizzato dalla destra conservatrice.

Il piccolo fossato constatato domenica (la Svizzera romanda ha votato no all’iniziativa, mentre la Svizzera tedesca sì) non si ritrova lunedì nei commenti dei giornali svizzeri.

“L’angoscia”: con il suo titolo il quotidiano romando Le Temps riassume bene il sentimento condiviso dalla maggior parte degli editorialisti svizzeri all’indomani del voto.

“Il cittadino oggi ha paura”, scrive La Regione. “Teme non solo chi commette reati, ma si sente insicuro di fronte al futuro e alle insidie che si nascondono tra le pieghe di un mondo che cambia e che sta modificando la posizione e il ruolo della Svizzera”.

“Anche in Svizzera in quasi tutti i settori della vita le vecchie certezze scompaiono a un ritmo vertiginoso. i legami sempre più stretti con il mondo si fanno sentire ogni giorno e gli immigrati sono un’espressione di questa realtà. Quando la visibilità è ridotta, aumenta il desiderio di avere regole chiare e di fare ordine”, analizza il Bund.

Secondo il giornale vodese 24 Heures, l’Unione democratica di centro (UDC) “sa appropriarsi molto bene dei timori generati dalla nostra epoca, formularli con domande semplici e darvi risposte chiare, senza preoccuparsi delle sfumature”.

L’idillio perduto

“L’UDC è il primo partito a scorgere il malessere nella popolazione e il primo a offrire una ‘soluzione’. I partiti tradizionali, a destra come a sinistra, agiscono solo in modo reattivo. Per questo hanno lanciato il loro controprogetto per l’espulsione dei criminali, un po’ come si lancia un salvagente in mare. Poi si sono sbranati per sapere se avrebbe galleggiato”, analizza la Tribune de Genève.

La Neue Zürcher Zeitung parla dal canto suo delle “difficoltà di un paese d’immigrazione”. Per il quotidiano zurighese, il risultato di domenica è la conseguenza “delle carenze fondamentali della politica in materia di stranieri”. Dalle storiche votazioni sulle iniziative Schwarzenbach negli anni Settanta si è insistito troppo sull’aspetto economico dell’immigrazione, dimenticandosi troppo spesso che è ormai un fenomeno “irreversibile” e che anche gli stranieri hanno dei diritti e dei doveri.

Il Tages Anzeiger annota dal canto suo che la Svizzera è, assieme alla Danimarca, il paese con le leggi più severe per quanto concerne gli stranieri. “Entrambi i paesi hanno fatto valere la loro vulnerabilità in quanto piccoli Stati, manifestando una certa inclinazione per le soluzioni semplicistiche, con la speranza di ritrovare un ipotetico quadretto idilliaco andato perduto”.

Il Blick invita da parte sua a non perdere il senso delle proporzioni: “Stiamo parlando di 500 fino a 1’500 criminali stranieri che potrebbero ogni anno essere espulsi. Presto, però, due milioni di stranieri vivranno nel nostro paese in modo pacifico. Non dobbiamo perdere di vista queste proporzioni”.

Specchio per le allodole

Al pari della Regione, che titola il suo commento “Uno specchio per le allodole”, molti commentatori sottolineano anche le difficoltà di tradurre in pratica l’iniziativa.

Certo, come scrive il Corriere del Ticino a meno di un anno dalle elezioni federali “i problemi giuridici reali che porrà l’applicazione dell’iniziativa interessano poco”.

Tuttavia, annota Le Temps, la popolazione si renderà velocemente conto che “l’iniziativa dell’UDC è inapplicabile così com’è e che apre innumerevoli ‘querelle’ giuridiche a cui uno Stato democratico deve sottomettersi. Il dossier quindi non è chiuso”.

Un’opinione condivisa anche dal Tages Anzeiger, secondo cui dal punto di vista degli obblighi internazionali “molti aspetti non sono affatto chiari”.

La Neue Zürcher Zeitung va anche più in là, parlando di un “gesto gratuito” contro i criminali stranieri. Gratuito visti gli innumerevoli “conflitti potenziali sia da un punto di vista tecnico che politico” per attuare l’iniziativa.

Impotenti

Il risultato della votazione di domenica ha anche messo in evidenza l’impotenza dei partiti tradizionali di fronte a quella che Le Matin definisce la “macchina da guerra”, ossia l’UDC.

“Poiché la natura ha orrore del vuoto, l’UDC continuerà ad occupare il terreno e a dettare l’agenda politica. Presto sarà lanciata una nuova iniziativa, probabilmente sulla scuola o l’Europa”, analizza Le Matin.

Un modo di fare politica che però non è senza pericoli. “A lungo termine il rischio è che i partiti non agiscano più nell’interesse del paese ma per fare i loro propri interessi, poiché diventa più importante guadagnare dei voti piuttosto che trovare soluzioni”, avverte l’Aargauer Zeitung.

Dove si fermerà l’UDC, si chiede da parte sua La Liberté: “Fino a dove andrà la Svizzera nella regressione dello Stato di diritto e nelle discriminazioni erette a regole fondamentali?”.

“L’UDC ha senza dubbio raggiunto i suoi scopi, analizza dal canto suo Le Temps. Per i grandi partiti rispettosi delle istituzioni, questa nuova sconfitta è densa di significati poiché mostra che i cittadini ignorano i limiti posti nell’esercizio dei diritti civici. Con una leggerezza talmente innocente che diventa angosciante e ci avverte di altri pericoli”.

L’iniziativa per l’espulsione degli stranieri che commettono reati è stata accettata dal 52,9% dei votanti. Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 53%.

L’iniziativa è stata respinta in soli cinque cantoni: Ginevra, Vaud, Giura, Neuchâtel e Basilea Città.

Il controprogetto all’iniziativa è invece stato bocciato dal 54,2% dei votanti e non è stato accettato in nessun cantone.

Quella del 28 novembre 2010 è la sesta volta in sette anni che l’UDC vince una votazione contro gli altri partiti di governo.

Nel 2004, era riuscita a far accettare i referendum contro la naturalizzazione facilitata degli stranieri di seconda e terza generazione.

Nello stesso anno aveva poi ottenuto l’approvazione dell’iniziativa sull’internamento a vita dei delinquenti pericolosi

Nel 2008 l’aveva spuntata con l’iniziativa sull’imprescrittibilità dei reati pedofili.

Nel 2009 aveva vinto la battaglia con l’iniziativa per il divieto di edificazione di nuovi minareti.

D’altro canto, però, dal 2004 ad oggi l’UDC ha perso altre dieci votazioni che la vedevano opposta ai partiti di governo.

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